Amnistie, indulti e indultini alleviano l’intollerabile situazione di sovraffollamento nei penitenziari. Ma è un effetto temporaneo. Il dato politico è che allora come ora centrodestra e centrosinistra vanno d’amore e d’accordo, con la differenza che oggi le “larghe intese” sono alla luce del sole. Tanto che i berlusconiani – scrive Repubblica – sono al lavoro per alzare i tetti dell’interdizione dai pubblici uffici nel tentativo di salvare il solito B.
Letta smentisce, forse conscio che il suo elettorato proprio tutto non può digerire. In bozza c’è anche l’aumento dei tetti di sospensione della pena di cui potranno usufruire, in caso, anche i bunga anziani imputati a Milano.
Al di là delle miserie ad personam, resta la circostanza più grave. Che è quella sulle misure strutturali – di edilizia carceraria e politica criminale – ignorate da tutti i governi, anche se ogni ministro della Giustizia ha blaterato di piani carceri mai realizzati (da ultimo quello dell’attuale vice-premier Alfano, con proclami di misure per 80mila posti). E questo nonostante una sentenza della Corte europea dei diritti umani in gennaio abbia condannato l’Italia per il trattamento riservato ad alcuni detenuti, in violazione dell’articolo 3 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo (“Nessuno può essere sottoposto a tortura né a pene o trattamenti inumani o degradanti”). Nel provvedimento la Corte precisa che non ci si può limitare a misure compensatorie e che bisognerà formulare anche rimedi di natura preventiva. Esattamente quello che non succederà.
Il Fatto Quotidiano, 23 Giugno 2013