E' già realtà in alcuni Paesi, Stati Uniti in primis. E pure l’Italia, come effetto di uno dei decreti salva-Italia di montiana memoria, si è messa sulla stessa strada, anche se con la solita confusione e le consuete ambiguità. Ora, invece, è l’ora di Parigi, che potrebbe rendere addirittura obbligatoria la "check box"
Una scatola nera come quella di un aereo. Ma installata su un’automobile. Che fornisca tutte le informazioni relative a una vettura nei trenta secondi che hanno preceduto un incidente e nel lasso di tempo immediatamente successivo: sulla velocità prima dell’impatto e l’eventuale improvvisa decelerazione, sul punto esatto del sinistro e l’ora in cui si è verificato, sull’apertura dell’airbag. Fantascienza? No, è già realtà in alcuni Paesi, Stati Uniti in primis. E pure l’Italia, come effetto di uno dei decreti salva-Italia di montiana memoria, varati l’anno scorso, si è messa sulla stessa strada, anche se con la solita confusione e le consuete ambiguità. Ora, invece, è l’ora della Francia. E l’impressione è che Parigi voglia optare per la “check box” con determinazione.
Il segnale è arrivato nei giorni scorsi da Manuel Valls, ministro degli Interni. Ha sottolineato come “tecnologicamente non esistano più ostacoli, questo tipo di dispositivi funziona bene: dobbiamo fissare i principi base per il loro sviluppo”. Valls ha chiesto al Consiglio nazionale della sicurezza stradale (Cnsr), un organismo pubblico, di focalizzarsi sulle scatole nere. I suoi esperti dovranno proporre nei prossimi mesi norme specifiche, che combinino le opportunità offerte dalla check box (anche per le compagnie assicurative, in lotta contro le truffe) e la tutela della privacy. Per questo l’intenzione è limitare l’accesso ai dati ai trenta secondi che precedono il sinistro e al periodo di tempo immediatamente successivo. Quelle norme saranno tradotte in un provvedimento legislativo. E la Francia potrebbe rendere addirittura obbligatoria la scatola nera.
“L’obiettivo è innanzitutto responsabilizzare gli automobilisti – ha dichiarato Armand Jung, presidente del Cnsr. Sapendo che i dati fondamentali della loro guida possono essere registrati, saranno più rispettosi delle regole”. Oltre alla necessità di conciliare la scatola nera con la privacy, l’altro problema da risolvere è quello dei costi. La Federazione francese delle industrie della componentistica auto stima attorno ai 150 euro il costo dell’apparecchio, grande quanto un pacchetto di sigarette e già prodotto da diverse società, anche francesi. Una delle piste, percorse altrove, Italia compresa, è garantire una riduzione della Rc Auto all’automobilista che scelga di optare per la scatola nera. Il dispositivo associa un accelerometro a un Gps, per la geolocalizzazione del veicolo. E’ inoltre collegato all’Obd (On-board diagnostics), la porta diagnostica, che già rileva tutta una serie di parametri, anche la marcia inserita e l’accelerazione laterale.
La scatola nera per auto è già ampliamente diffusa negli Stati Uniti, dove è diventata obbligatoria per tutte le vetture nuove dal primo novembre 2012. In Europa è stata adottata in maniera sistematica dalla polizia di Berlino, che in questo modo, in pochi mesi, è riuscita a ridurre del 36% gli incidenti per le proprie pattuglie. Anche nel Regno Unito e in Olanda comincia a diffondersi l’installazione della scatola nera sulle auto. E pure l’Italia è intervenuta in questo settore, sebbene senza alcuna obbligatorietà. Da noi, inoltre, l’obiettivo principale è limitare il fenomeno delle frodi alle compagnie assicurative, più diffuso che nel resto dell’Europa. Il ministero dei Trasporti, di concerto con quello dello Sviluppo economico, ha emanato un decreto il 25 gennaio 2013 che introduce nel codice delle assicurazioni private la possibilità di installare le fatidiche scatole nere a bordo dellle autovetture.
Il decreto prevede che l’assicurato possa ottenere “significative riduzioni di prezzo” nel caso accetti di installare la check box. Ma i dettagli per l’applicazione del provvedimento devono essere indicati da un regolamento dell’Ivass, l’ente che vigila sulle assicurazioni e che dipende da Bankitalia. Esiste per il momento solo una bozza di questo regolamento, che in realtà pone tanti e tali limiti alla “tracciabilità” dell’automobilista da rendere abbastanza inutile il ricorso alla scatola nera. La Francia, che parte tutto sommato in ritardo, sembra più disposta e convinta ad andare avanti sulla stessa strada. Con altri ritmi e altri tempi.