Federico Piccitto, il candidato del Movimento 5 stelle a sindaco di Ragusa, ha vinto nettamente con il 70 per cento contro il 30 per cento del candidato di centrosinistra Giovanni Cosentini ex vicesindaco e vicino al governatore Rosario Crocetta. La città iblea si era fatta segnalare come l’unico Comune in cui il Movimento di Beppe Grillo era riuscito ad accedere al secondo turno alle amministrative siciliane. Piccitto, ingegnere, 37enne ha raccolto al primo turno il 15 per cento dei consensi, staccando un biglietto per il ballottaggio (leggi). Contro di lui Giovanni Cosentini, seguace di Totò Cuffaro prima, (a cui, per sua stessa ammissione, manda una lettera al mese, indirizzandola al carcere di Rebibbia dove l’ex presidente siciliano sta scontando una condanna a sette anni per favoreggiamento a Cosa Nostra” e di Rosario Crocetta poi, come candidato sindaco del “Megafono“, il partito personale del governatore. A sostenere Cosentini c’erano tutti, Pd, Udc, Pdl. Ma non è bastato: così, Piccitto, sostenuto solo da M5s e Sel, l’altro unico partito rimasto a fare opposizione in Parlamento, ha stravinto. “Ragusa è 5 Stelle! Federico Piccitto ha vinto e con lui tutti i cittadini ragusani”, ha commentato a caldo su Twitter Beppe Grillo.
Affluenza a picco in Sicilia. A poco più di un’ora dalla chiusura dei seggi, infatti, secondo i numeri diffusi dall’Ufficio elettorale della Regione siciliana, il dato complessivo della partecipazione è del 46,19% con un calo del 21,72%. Sedici i Comuni interessati dalla tornata elettorale, tra i quali tre capoluoghi: Messina, Ragusa e Siracusa. Il record negativo spetta proprio a quest’ultima dove si sono recati alle urne solo il 35% degli aventi diritto a fronte del 66,2% del primo turno, con un calo del 31,2%. Segno meno anche a Messina dove la contrazione è stata del 24,41% con solo il 45,81% di affluenza e a Ragusa, dove si sono recati alle urne il 49,10% con un calo del 14,39% rispetto al primo turno. Le operazioni di spoglio sono iniziate subito dopo la chiusura dei seggi e i risultati dovrebbero essere noti già in serata.
A Messina vince il candidato ‘no ponte’ Renato Accorinti. A Messina, con un bilancio disastroso e un anno di commissariamento con i quali fare i conti, vince il candidato ‘no ponte’ Renato Accorinti con il 52,86 per cento delle preferenze battendo il candidato Felice Calabrò sostenuto da Udc e Pd votato dal 47,14 per cento. Calabrò, sostenuto da Pd, Udc, Psi-Progressisti democratici, Megafono, Lista Crocetta, Democratici riformisti e le civiche Felici per Messina, Messina nuova e La farfalla, era stato il vincitore delle primarie.
A Siracusa passa il democratico Giancarlo Garozzo. A testimoniare come le larghe intese siano state bocciate dagli elettori siciliani, c’è anche Siracusa dove Giancarlo Garozzo è il nuovo sindaco, superando di tre punti Ezechia Reale, sostenuto da alcune liste civiche di centro destra. Garozzo era il candidato del Pd e del Megafono, e dopo il primo turno ha allargato la sua coalizione soltanto all’Udc. I neo scudo crociati in Sicilia continuano ad essere l’ago della bilancia, sia in Parlamento regionale (dove sostengono la maggioranza di Crocetta), che nelle amministrazioni cittadine, dove l’alleanza con i democratici ha premiato quasi ovunque, in un turno elettorale segnato dall’astensione: proprio la città di Archimede registra il record più negativo di sempre con sette elettori su dieci che hanno preferito rimanere a casa, mentre la media regionale racconta di un’affluenza che si è fermata al 46 per cento.