Un fondamentale passo avanti verso una nuova concenzione del bilancio pubblico. Così può definirsi il testo del Disegno di legge di iniziativa CNEL sui contenuti delle leggi di bilancio in attuazione dell’articolo 81 comma sesto della Costituzione (Politiche pubbliche di bilancio e amministrazione di risultato) approvato nell’Assemblea del 20.06.2013.
Nella relazione del Cons. Manin Carabba, che precede l’articolato, si evidenziano molte strategie di metodo, essenziali per le politiche di razionalizzazione del bilancio, per una nuova amministrazione che possa agire davvero con strumenti innovativi. In particolare, l’esclusività dei termini di cassa dei documenti di programmazione e di bilancio consente di superare la logica abusata dei soli impegni annuali, per giungere ad una valutazione ad ampio raggio; affinché si tenga conto in termini “di risultato” della sostenibilità pluriennale.
Tale razionalizzazione, potrebbe costituire un timone per orientare l’attività amministrativa, attraverso nuovi modelli organizzativi e procedimentali, per soddisfare la richiesta dei cittadini; circostanza ultima che le riforme a partire dagli anni novanta non hanno concretizzato.
La zavorra, che in questi anni ha impedito ai pubblici poteri di salpare, è stata, anzitutto, una azione dominata da metodologia basata sull’aridità di procedure giuridico-contabili con il primato delle categorie numeriche su quelle “gestionali”. Ecco perché, si avverte l’esigenza di abbandonare, finalmente, ogni opacità per approdare alla soddisfazione dei bisogni attraverso modelli e percorsi innovativi che possano avvicinare il nostro Paese alle “buone pratiche” europee.
La qualità delle politiche pubbliche, peraltro, deve essere uniforme in tutti i livelli organizzativi; ciò consente l’efficacia degli indirizzi politici e programmatici nel “sistema Italia”.
La connessione tra politiche pubbliche definite in sede di bilancio e la implementazione organizzativa ed operativa delle amministrazioni è fondamentale. Questo punto, sarebbe una riforma strutturale di ammodernamento della Pa, anche in relazione alla nodo cruciale della performance, alla luce di nitidi provvedimenti di programmazione finanziaria.
E’ necessario, dunque, un concreto percorso di responsabilizzazione della pubblica dirigenza che, sulla base di chiari indirizzi politici e programmatici, sviluppi con capacità e pragmaticità un piano gestionale per l’utilizzo orientato al risultato delle risorse assegnate. Il tutto, ovviamente, in una esatta interpretazione della spending review senza azioni di facciata.
Il criterio di cassa, pertanto, semplifica notevolmente l’azione pubblica e ne rende omogenei, confrontabili e controllabili i bilanci dei pubblici poteri avvicinando, come si è accennato, il nostro Paese al criterio guida adottato dall’UE.
Infine, ed è questo un punto sul quale molto spesso si è espresso Carabba, il Parlamento non deve avere più mere funzioni di ratifica o notarili; ma occorre un necessario punto di equilibrio con le prerogative governative (sovente superate) affinchè nella rotta costituzionale ci sia la vitalità di un sistema parlamentare. Sul punto, rilevante è la previsione dell’art. 5, del disegno di legge che si commenta, relativo al rafforzamento del ruolo dell’ Ufficio Parlamentare di Bilancio (già introdotto dalla legge rinforzata di fine anno) all’interno del nesso fra bilancio e gestione amministrativa.
Quanto detto finora potrebbe davvero rappresentare una svolta per arrivare, finalmente, in una nuova terra di conquista dei principali diritti dei cittadini, dopo anni di navigazione contrastata e spesso inutile, poiché mancante di bussole e destinazione.