Riesplode il caso Nanni e la Regione Emilia Romagna nomina il responsabile anticorruzione. La scelta della giunta del presidente Vasco Errani è caduta su Lorenzo Broccoli, direttore dell’organizzazione e del personale di viale Aldo Moro, che in nemmeno 72 ore è già attivo. “Non ho i poteri della magistratura e della Procura”, spiega Broccoli al FattoQuotidiano.it, “ma agirò all’interno della Regione per reprimere i conflitti d’interesse, l’incompatibilità e inconferibilità degli incarichi”.

Il funzionario, secondo la delibera di giunta, dovrà infatti vigilare sul fatto che i dipendenti della Regione eventualmente condannati, anche con sentenze non passate in giudicato, per reati contro la pubblica amministrazione, siano interdetti dagli uffici che gestiscono risorse finanziarie e che si occupano degli acquisti. “Interverrò quando l’Assemblea Legislativa non si sarà attivata, altrimenti mi limiterò ad osservare”, specifica, “ma avrò comunque il potere di far rimuovere gli amministratori che non rispetteranno le norme”.

Broccoli dovrà inoltre valutare il diverso livello di esposizione degli uffici al rischio di corruzione e indicare gli interventi necessari per prevenire questo pericolo: “Non interverrò sulla questione degli appalti. Le responsabilità amministrative rimangono ai dirigenti”. Nel mirino del nuovo sceriffo di viale Aldo Moro anche la vigile attenzione sulle strutture autonome vicine alla regione come Agrea, IntercentER, Agenzia regionale di Protezione Civile, Istituto dei Beni Culturali.

“Non prendo un euro in più rispetto al mio stipendio. La stella di sceriffo è un onere. Non ci sono state cerimonie per l’assegnazione del compito, ma solo una telefonata della vicepresidente Saliera che mi ha comunicato la scelta tra diversi dirigenti di ruolo”.

“In Veneto è già stato nominato un funzionario mio omologo e in Lombardia lo stanno per fare”, conclude, “la pubblica amministrazione italiana non ha una storia positiva in termini di corruzione. Siamo un paese che necessita sia di un ricambio di norme giuridiche in materia, sia di un ricambio culturale su come il cittadino italiano vede la cosa pubblica. Ogni occasione in cui se ne parla favorisce la costruzione di una nuova coscienza sociale”.

 

 

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