Milano è la città dove il gelato costa di più: 20 euro, in media, per un chilo di gelato e 2,50 euro per un classico cono da passeggio. Nel capoluogo lombardo il gelato – dopo lo scivolone della giunta Pisapia con coprifuoco a mezzanotte e successivo dietrofront – ha creato un po’ di confusione nei poveri consumatori serali. Ma di una cosa possono stare certi: il gelato a Milano è caro. Precisamente, il più caro d’Italia. Per una semplice coppetta, anche la più piccola, non si spende meno di 2 euro e 50. Si sborsa parecchio pure per la classica vaschetta da portare a casa di amici: 20 euro in media al chilo. A Palermo ne costa 13, e due palline si trovano a 1 euro e 50. A fare il confronto, il dessert estivo risulta un tantino indigesto.
I conti li ha fatti Altroconsumo, che ha verificato i prezzi (al chilo e per coppetta) in 8 capoluoghi di provincia e in 5 località di mare nella Pensiola. La prima scoperta è che il divario Nord-Sud è, manco a dirlo, notevole. Più interessanti sono invece le differenze tra gli esercizi commerciali all’interno della stessa città: «Ci sono negozi a Roma, ad esempio, dove un chilo di gelato costa 12 euro e altri dove si arriva a spenderne anche 25» dicono da Altronconsumo, «allo stesso modo ci sono gelaterie a Genova dove si porta a casa una coppetta con due palline a meno di un euro: un prezzo lontano anni luce dai 3 euro che si spendono per la stessa coppetta in alcune gelaterie milanesi». Il capoluogo lombardo non solo batte tutti sia sul prezzo al chilo sia alla coppetta, ma si distingue anche per i rincari: +8,50% in media rispetto al 2011. Per le altre città, invece, gli aumenti medi oscillano tra il 2% e il 5%. Ma c’è chi fa peggio: Roma, dove oggi un cono o una coppetta piccola costano da un minimo di 1 euro e 50 a un massimo di 2 euro e 70, è capitale del rincaro, con aumenti medi di quasi il 10% rispetto a due anni fa. Non mancano infine i “casi strani”: a Sorrento il prezzo al chilo è tra i più bassi tra quelli delle città analizzate mentre quello della coppetta è tra i più alti. «Il sospetto che si voglia approfittare dell’affluenza dei turisti è più che giustificato», scrive Altroconsumo. Per non sbagliare, in Costiera vaschetta to go per tutti.