Dopo 34 anni di informazione, 40 giornalisti per strada. Il proprietario, Fabrizio Lombardo Pijola, pensa già al prossimo progetto: l'arrivo nel capoluogo del colosso dell'enogastronomia. E l'Assostampa attacca: "Che fine hanno fatto i soldi delle frequenze già vendute?"
Basta farsi una passeggiata sul lungomare per capire che a Bari c’è aria di festa. Quella tipica dei grandi eventi. L’ingresso monumentale della Fiera del Levante, quello che con le sue maestose torri si affaccia sul mar Adriatico e si lascia scorgere dalle navi da crociera che si apprestano ad attraccare al porto, è stato tirato a lucido. Ad agosto su quei torrioni aprirà Eataly. Il colosso dell’italian food, dopo aver fatto il giro del mondo punta dritto su Bari, in Puglia, nella patria dell’enogastronomia per eccellenza. Una grande impresa imprenditoriale da “12 milioni di euro e capace di dare occupazione a 180 persone addestrate per fare funzionare una vera e propria macchina da guerra”. Un successo annunciato tanto da far meritare al presidente di Eataly Puglia, Fabrizio Lombardo Pijola, un premio per essere riuscito a portare a Bari il più grande centro enogastronomico del mondo.
Lombardo Pjola il premio l’ha ricevuto nello storico palazzo della Provincia di Bari. A due passi dal luogo in cui, in una ultima e drammatica riunione della task force regionale sull’occupazione, si annunciava la morte di Antenna Sud, storica emittente privata barese, che dopo 34 anni di successi, ha gettato definitivamente la spugna. Quaranta lavoratori si ritroveranno in mezzo ad una strada. Il proprietario di Antenna Sud non c’era alla riunione. Non ha comunicato lui ai suoi dipendenti che tutto è finito. Perché lui, Fabrizio Lombardo Pijola, era nel palazzo accanto. A ritirare il premio per la sua nuova grande avventura imprenditoriale.
Quello che sta accadendo ad Antenna Sud è in parte frutto della crisi che sta strangolando la stampa pugliese. Sono circa un migliaio i giornalisti e operatori che in Puglia sono alle prese con cassa integrazione e licenziamenti. Una piccola Ilva nel mondo dell’editoria. Ma quella di Antenna Sud è per molti una morte annunciata. A puntare il dito contro le scelte dei vertici aziendali bollandole come “non sempre lucide e vincenti” è il presidente di Assostampa Puglia, Raffaele Lorusso. La vendita di alcune frequenze è messa sotto i riflettori. Ad acquisirle sarebbe stato un gruppo veneto. “Sulla destinazione del ricavato di quelle dismissioni – attacca Lorusso – nulla ancor oggi è dato sapere. Di certo sono state un affare per l’editore, ma non per i lavoratori, che hanno visto così accelerato l’inizio della fine”. Il valore della cessione sarebbe stato di circa 1 milione e 200mila euro. Eppure non sarebbe stata l’unica voce in entrata nel bilancio di Antenna Sud. Perché sono in tanti a chiedersi come mai non siano stati sufficienti a far risalire la china né il milione e 200mila euro di contributo che il Co.re.Com Puglia ha elargito all’emittente nel 2012 e né il milione e 600mila euro incassato poco prima come contributo dei Pia. 4 milioni di euro che nulla hanno, evidentemente, potuto fare. I giornalisti hanno cessato di percepire gli stipendi dall’agosto del 2012. Hanno tenuto duro per sei mesi, fino a dichiarare a dicembre dello stesso anno, lo sciopero permanente cessando di mandare in onda telegiornali e trasmissioni di approfondimento.
La fine di Antenna Sud è uno choc per tutto il settore dell’editoria pugliese. L’emittente ha alle sue spalle una lunga storia gloriosa. Nata nel 1979 per mano di Giuseppe Gorjoux, fu assorbita interamente da La Gazzetta del Mezzogiorno nel 2000. Nel 2004 il passaggio prima alla Società Editrice Mediterranea, poi a Edivision S.p.A. Entra, così, in scena Fabrizio Lombardo Pijola, socio fondatore dello Studio Lombardo Pijola & Partners, esperto in diritto societario, bancario, commerciale e fallimentare. Una lunga carriera, anche la sua. Che ora continuerà sulla entusiasmante strada di Eataly. Con lo stesso entusiasmo che – fa notare Lorusso – per i giornalisti di Antenna Sud sarà un déjà-vu, “visto che si tratta dello stesso atteggiamento con cui per anni ha guidato una realtà aziendale miseramente fallita, di cui adesso i lavoratori pagano un conto molto salato”. Come tanti loro colleghi che per Assostampa sono vittime di posti di lavoro fittizi, creati “senza che ci fossero i presupposti di bilancio, ma con il preciso e solo scopo di lucrare sui contributi”.
Il patron di Eataly, Oscar Farinetti, commenta le vicende che riguardano il suo socio pugliese con un laconico: “Non so nulla. Parlerò con Fabrizio, ma non so niente di questa storia”. Intanto sul sito ufficiale di Eataly campeggia un annuncio: “Tra pochi mesi Eataly apre a Bari! Se sei giovane, hai voglia di lavorare e vuoi vivere quest’avventura insieme a noi, mandaci subito la tua candidatura”. Un annuncio dal sapore amaro per i 40 lavoratori che Lombardo Pijola ha appena licenziato.