Media & Regime

Marsala, libertà d’informazione: replica del sindaco e risposta

Ricevo e volentieri pubblico una lettera con la quale Giulia Adamo, sindaco di Marsala risponde alle perplessità sollevate a proposito dell’azione civile con la quale la sua amministrazione comunale ha chiesto la condanna dell’editore e del direttore responsabile di Marsala.it – quotidiano online – a cinquanta mila euro di risarcimento dei danni per aver offeso l’immagine del Comune. Inutile commentare una lettera di rettifica e precisazioni specie se scritta – come quella del sindaco Adamo – con tanta passione e convinzione.

Mi permetto però tre sole precisazioni.

La prima è che, contrariamente a quanto il sindaco riferisce nella lettera, non vi è alcun dubbio che, nel giudizio, sia stato citato anche un giornalista ovvero Giacomo di Girolamo, direttore responsabile del quotidiano.

Probabilmente, quindi, il sindaco non è bene informata quando riferisce che l’azione risarcitoria non sarebbe rivolta a giornalisti ma a due testate locali.

Una seconda considerazione riguarda la lunga “digressione” contenuta nella lettera in relazione alla circostanza che proprio il Comune di Marsala sarebbe tanto convintamente dalla parte della libertà di informazione da essere addirittura promotore di un “Festival del giornalismo d’inchiesta”.

Nessuna ragione per dubitare di tale circostanza.

Nel mio post all’origine della risposta del sindaco non ho mai preteso di esprimere giudizi generali sul Comune di Marsala e del rapporto tra quest’ultimo e la libertà di informazione ma, più semplicemente, sottolineato come, nel caso di specie l’azione risarcitoria promossa contro Marsala.it ha tutta l’aria di essere un processo contro una certa linea editoriale anziché contro uno o più articoli diffamatori.

Terza ed ultima considerazione: al centro della querelle giudiziaria che vede contrapposto il Comune di Marsala al quotidiano online ed al suo direttore responsabile vi è la veridicità o meno delle notizia pubblicate da Marsala.it. Contrariamente a quanto sarebbe stato lecito attendersi, tuttavia, né nell’atto di citazione né nella lettera di rettifica ci sono circostanze idonee a “smentire” la veridicità delle circostanze riportate negli articoli citati – peraltro solo a titolo esemplificativo – nell’atto di citazione.

Il punto, però, era e resta questo.

Marsala.it ha tradito la missione informativa mistificando la realtà per colpire politicamente l’amministrazione comunale o, al contrario, quest’ultima, oggi, nega la veridicità di fatti “scomodi”, raccontati dal quotidiano online locale? A questo punto, non resta che attendere che i Giudici facciano il loro lavoro ed accertino chi, in questa brutta storia, mente e chi dice la verità. Frattanto, qui, non resta che pubblicare integralmente la lettera del sindaco così da dare spazio anche a tale diversa versione dei fatti.

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Egr. Guido Scorza,

intanto la ringrazio per la disponibilità a pubblicare la replica dell’Amministrazione comunale di Marsala all’articolo apparso sul suo Blog. Dove, mi creda, sono riportate molte inesattezze – non per sua colpa, ovviamente – che abbiamo già riscontrato in altri scritti altrettanto autorevoli. Per questo, approfittando del suo spazio, desidero ancora una volta ribadire quali sono i termini della questione.

In primo luogo, nessuna querela, bensì di un atto di citazione per il risarcimento – in sede civile – di danni all’immagine della Città di Marsala. L’azione legale non è rivolta ai giornalisti, ma a due Quotidiani online che, a nostro avviso, disinformano sull’attività dell’Amministrazione comunale e della Giunta in particolare. Come si potrebbe altrimenti chiamare il giornalismo che associa ogni iniziativa della Giunta al concetto di illegalità ? A quale termine pensare, se non alla menzogna, riguardo ad articoli che mistificano sistematicamente la realtà ? E’ doveroso chiarire che non si fa affatto riferimento alla complessiva linea editoriale di critica, giacchè la libertà di dissenso anche aspro e serrato, la stessa libertà di stampa e di informazione, di notiziare su fatti veri, è indiscussa.

Ed ecco il punto nodale: artatamente si vuole portare il discorso sull’Amministrazione che vuole mettere il bavaglio alla libera manifestazione del pensiero. Non è così. E, a differenza di quanto è stato scritto e detto, i casi specifici sono indicati. Riguardano articoli nei quali sono state pubblicate notizie false; dove si scrive di abusi ed illegittimità di atti del Comune; in cui sono adoperate tecniche espositive palesemente non neutrali, di locuzioni suggestive, di anticipazione (rivelatasi false) di presunte iniziative giudiziarie della Procura della Repubblica

Le cito solo uno di questi articoli, emblematico.

Abbiamo realizzato un Giardino in Piazza della Vittoria. Liberi, tutti, di esprimere giudizi: brutto, inopportuno, inutile…. Ma illecito, illegale, NO ! Esiste una differenza sostanziale tra criticare anche esteticamente l’opera, considerarla sgradevole, e affermare invece che è stato illegittimamente commesso un abuso. La nuova opera è stata persino associata all’altra confiscata alla mafia – che lì sorgeva – e che, grazie alla nostra Amministrazione, è stata abbattuta. Insomma, un accostamento tra l’operare di “don Cola” – noto pregiudicato condannato per reati di mafia- e quello del Comune di Marsala, in palese violazione del criterio che, in termini giuridici, si chiama “continenza espressiva”. In questo – come negli altri articoli puntualmente riportati nell’atto di citazione – il risultato finale di discredito della P.A. è ottenuto mediante la pubblicazione di notizie false che producono un’espansione di significati ben oltre il dato letterale, nella scientifica consapevolezza che il pubblico le intenderà in maniera diversa.

Gentile Scorza, la critica è sacrosanta. La libertà di manifestare il pensiero, l’opinione, il dissenso è un bene da tutelare. E il “Festival del Giornalismo d’Inchiesta” lo dimostra. Abbiamo ospitato Serena Dandini, Luca Telese, Lella Costa, Umberto Galimberti, Riccardo Luna, Vinicio Capossela…; con GreenPeace, si è avviato un progetto di legge sulla tutela del Mediterraneo; abbiamo manifestato il nostro “NO” al femminicidio, sottoscrivendo l’appello ai presidenti di Camera/Senato e aderendo con orgoglio – come primo sindaco donna di questa Città – alla Convenzione NO More! Per inciso, abbiamo anche dato una sede comunale allo “sportello antiviolenza”, a difesa delle donne che subiscono maltrattamenti. Aggiungo che il neo premio “Giuseppe Garibaldi”, destinato ad un eroe dei nostri giorni, è stato assegnato proprio ad una donna, Susan Dabbous. Una coraggiosa giornalista freelance italo-siriana, che ha rischiato la propria vita per raccontare una delle realtà più scottanti dei nostri giorni: la Siria. Insomma, tutti temi attualissimi, su cui il giornalismo d’inchiesta è ogni giorno impegnato. Mi creda, siamo orgogliosi di quell’evento e lo ripeteremo anche il prossimo anno. Ebbene, quelle Testate citate in giudizio non sono state affatto interessate al dibattito; si sono tenute fuori da convegni e interventi; hanno continuato con i loro scoop e ad associare il Festival allo sperpero di denaro pubblico.

Chi amministra mette in conto di essere esposto al giudizio dei cittadini, della stampa in particolare. Ma porsi al servizio della Città comporta solo incassare, come se appartenere alla categoria dei politici significhi far parte di una banda ? Nel caso citato – e in altri ancora – non sono stata offesa personalmente, è stata offesa la Città. Quando si dice che la condotta della Giunta da me presieduta è costantemente illegale, è l’intera Città che subisce un danno.

Pertanto, riteniamo che nessuna rimostranza può essere rivolta a chi propone un’azione risarcitoria per la pubblicazione di notizie false; né gli si può negare il diritto ad invocare il rispetto della “continenza espressiva” . In diritto, questa costituisce la linea dirimente tra la libertà di stampa, di critica e di pensiero ed il rispetto di quel complesso di diritti della personalità (al nome, all’onore, alla reputazione…) che in nessun caso possono essere travalicati. E qui veniamo all’altro punto.

La querelle suscitata dall’aver il Comune di Marsala promosso l’azione (e non a titolo personale di Giulia Adamo, come da più parti invocato) è anch’essa fuorviante. Da tempo la giurisprudenza ha riconosciuto un’equiparazione completa degli Enti alle persone fisiche quanto alla titolarità dei diritti della personalità ed alle corrispondenti possibilità di lesione. Pertanto, gli articoli – con le falsità contenute e con le ampie violazioni di “continenza espressiva“, rivolte sia all’attività del sindaco nella sua funzione istituzionale che all’intera Amministrazione – fanno percepire il Comune di Marsala come un centro di interessi occulti che nulla hanno a che fare con gli interessi della collettività e che, anzi, configgono con le finalità istituzionali dell’Ente stesso.

Cordialmente

Giulia Adamo