Alla fine i rimaneggiamenti della bozza del decreto legge – chiamato “Svuota carceri” – non “danneggerà” i condannati over 70 con pene superiori ai 4 anni. Il testo – fino a pochi giorni fa – prevedeva che potessero usufruire della detenzione domiciliare tutti gli ultrasettantenni con pene da scontare fino a 4 anni. Una norma che per esempio avrebbe impedito a Silvio Berlusconi – condannato in secondo grado a 4 anni per il processo Mediaset, ma a 7 per il processo Ruby – di usufuire del beneficio di legge in caso di conferma del verdetto sulle serate bunga bunga. Almeno per tre anni. Ecco che quel comma che poteva essere sfavorevole all’ex presidente del Consiglio si è dileguato secondo l’agenzia politica Public Policy
La modifica interveniva su due passaggi della legge 354/75 (che disciplina la detenzione e in generale la privazione della libertà). In primo luogo eliminava il comma 01 dell’articolo 47ter introdotto con la legge 251 del 2005 – ovvero la ex Cirielli su attenuanti generiche e recidiva – sui domiciliari. Era il comma definito “salva Previti” per cui la pena della reclusione per qualunque reato – ad accezione però per reati di mafia, terrorismo e violenza sessuale – “può essere espiata nella propria abitazione o in altro luogo pubblico di cura, assistenza ed accoglienza, quando trattasi di persona che, al momento dell’inizio dell’esecuzione della pena, o dopo l’inizio della stessa, abbia compiuto i settanta anni di età”. E l’ultrasettantenne avvocato e poi deputato Pdl ne aveva usufruito. Il testo contenuto nella bozza del decreto legge, almeno fino a ieri sera, abrogava il passaggio in questione: “All’articolo 47ter (della 354/75; Ndr) – si legge nel provvedimento – sono apportate le seguenti modificazioni […] 1) Il comma 01 è soppresso”.
Ma c’era nel testo una seconda modifica che riguardava i detenuti di alcuni categorie particolari – come le persone molto malate o le donne incinte – che potevano scontare in casa i residui di pena fino a 4 anni “anche se costituente parte residua di maggior pena”. Orbene questa modifica prevedeva una strana introduzione nella categorie particolari ovvero gli ultrasettantenni (“al comma 1, dopo la lettera e) è aggiunta la seguente: e bis) persona di età superiore ai settanta anni”). In pratica mentre prima ai domiciliari potevano andare tutti gli over 70 – ad eccezioni di reati gravissimi – con quella modifica ai domiciliari ci sarebbero potuti andare solo gli over 70 con pene da scontare dai 4 anni in giù. Di fatto escludendo, per esempio Berlusconi, dal beneficio almeno per 3 anni in caso di conferma del verdetto Ruby. In particolare, il passaggio della modifica la legge 354/75, che prevedeva la possibilità degli arresti domiciliari per condanne fino a 4 anni, e introduceva questa possibilità anche per le persone di età superiore a 70 anni, mentre nella norma in vigore questa eventualità valeva solo, tra gli altri casi, per le donne incinte, persone in condizioni gravi di salute, e per i minori di 21 anni, è stato però tolto all’ultimo momento dal testo arrivato in Consiglio dei ministri.
“Nel decreto approvato – dice però il ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri – non c’è nulla che possa essere letto a favore o contro Berlusconi, non tocca affatto il presidente Berlusconi ma la popolazione carceraria”.