Rinvio di sei mesi alla decisione sul destino del Centro europeo di ricerca biomedica avanzata ideato dall’oncologo Umberto Veronesi, che dovrebbe sorgere sui terreni che furono del costruttore siciliano e su cui ballano 340 milioni di crediti bancari, più della metà in capo a Unicredit
Il Comune di Milano ha concesso una tregua alle banche creditrici del gruppo Ligresti. E’ stata infatti rinviata di sei mesi la decisione sul destino del Cerba, il Centro europeo di ricerca biomedica avanzata ideato dall’oncologo Umberto Veronesi, che dovrebbe sorgere all’interno del Parco Sud, sui terreni di Imco e Sinergia, le due società del costruttore siciliano fallite l’anno scorso. Tutto congelato fino a fine 2013, in attesa che gli istituti di credito, Unicredit e Bpm in testa, presentino la loro proposta di concordato fallimentare tante volte annunciata ma mai avanzata. E in attesa che tale proposta venga approvata dal Tribunale fallimentare. Solo così un nuovo soggetto potrà firmare la convenzione legata al programma integrato di intervento sull’area.
Il termine per la firma era stato posto a fino giugno, dopo la diffida inviata tre mesi fa da Palazzo Marino. Ma oggi, nel corso della riunione del collegio di vigilanza dell’accordo di programma relativo al progetto, il comune ha deciso di concedere ai curatori fallimentari e alla Fondazione Cerba una sospensiva, per evitare la bocciatura definitiva del progetto. Dall’altra parte, curatela fallimentare e fondazione hanno fatto un passo indietro sulle richieste che avevano avanzato nei mesi scorsi: il permesso di realizzare un centro commerciale e la possibilità di trasformare 40mila metri quadri di residenze per medici e pazienti in housing sociale, una variazione che avrebbe consentito l’ingresso tra gli investitori della Cassa depositi e prestiti, la società pubblica che gestisce i risparmi postali degli italiani. Tutte richieste che, secondo il vicesindaco Ada Lucia De Cesaris, avrebbero trasformato il progetto originale, di natura scientifica, in un intervento di speculazione immobiliare.
“E’ stato confermato l’interesse di tutti per il Cerba – ha sottolineato De Cesaris -. La decisione più importante è che tutto si congela fino al 31 dicembre 2013 e che non cambiano le regole fondamentali del progetto”. Intorno alla realizzazione del Cerba ballano 340 milioni di euro di crediti vantati dalle banche verso il gruppo Ligresti, con Unicredit a fare da capofila con circa 180 milioni. Il rinvio di ogni decisione non scioglie però del tutto i nodi della vicenda. Come quello sulla realizzabilità del progetto dal punto di vista finanziario, visti i tempi di crisi. Nei prossimi sei mesi andrà inoltre trovato un accordo sugli oneri di urbanizzazione, quei 92 milioni di euro che la curatela fallimentare ha chiesto di ridurre a 30.
Su questo ultimo punto la trattativa è ancora aperta, come ha fatto intendere al termine della riunione Maurizio Mauri, direttore generale della fondazione: “Vorremmo rimodulare gli oneri per renderli più accessibili – ha ribadito – soprattutto con una maggiore progressività nella realizzazione e negli esborsi”. Sostegno al Cerba è arrivato anche da regione Lombardia, per voce dell’assessore alla Salute Mario Mantovani, che però ha ricordato come il progetto rimanga di carattere privato, mentre il Pirellone “non è coinvolto in termini economici”.
Se oggi le banche hanno tirato un sospiro di sollievo sul fronte Cerba, buone notizie per loro sono arrivate anche dall’altra mega struttura sanitaria che dovrebbe sorgere alle porte di Milano, la Città della Salute di Sesto San Giovanni. In questo caso a tirare un sospiro di sollievo è soprattutto Intesa Sanpaolo, che vanta crediti per 300 milioni di euro verso la Sesto Immobiliare, la società proprietaria delle ex aree Falck su cui l’ospedale dovrebbe sorgere accanto a un milione di metri quadri di nuovi edifici, tra residenze, alberghi, uffici, servizi e un grande centro commerciale. In mattinata la commissione Sanità del consiglio regionale lombardo ha espresso parere favorevole al progetto che dovrebbe riunire l’Istituto neurologico Besta e l’Istituto nazionale dei tumori: “Non sono emerse soluzioni migliori per tempistica, economicità e logistica rispetto all’ex area Falck di Sesto San Giovanni”, si legge nella relazione presentata dal consigliere regionale Fabio Angelo Fanetti (lista Maroni) e approvata con i soli voti contrari del Movimento 5 Stelle e della consigliera della lista Maroni Maria Baldini. Ora sarà la giunta guidata da Roberto Maroni a dover dire la sua. E dovrà essere portata a termine la bonifica dei terreni, su cui si sono scontrati Sesto Immobiliare e l’ex proprietaria Risanamento. A causa degli extra-costi, triplicati fono a 400 milioni.
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