L’ex presidente della Provincia di Milano, per cui è caduta in prescrizione l'accusa di concussione, in aula all'udienza di Monza dice: "Sono certo la Corte ci darà modo, in pochi mesi, di celebrare il processo per i reati di cui sono accusato"
”Sono venuto per assistere al processo ed affermare la mia innocenza. Ho presentato ricorso in Cassazione contro la sentenza di prescrizione che il Tribunale non avrebbe dovuto pronunciare”. L’ex presidente della Provincia di Milano Filippo Penati (per cui è caduta in prescrizione l’accusa di concussione, ndr) oggi in aula all’udienza di Monza per le tangenti relative al cosiddetto sistema Sesto ha dichiarato di essere certo che “la Corte ci darà modo, in pochi mesi, di celebrare il processo per i reati di cui sono accusato”. Nei suoi confronti resta l’accusa è di corruzione e illecito finanziamento ai partiti e imputato con lui c’è l’ex segretario generale della Provincia di Milano, Antonino Princiotta.
In contemporanea è iniziato il processo, con rito ordinario, nei confronti degli altri coinvolti nell’inchiesta, tra cui l’imprenditore Piero Di Caterina, uno dei grandi accusatori di Penati, Giordano Vimercati, considerato il braccio destro dell’ex esponente Pd e l’imprenditore Luigi Zunino. I due procedimenti dovrebbero essere riunificati. Filippo Penati il 22 maggio scorso avrebbe dovuto presentarsi in aula per confermare ai giudici la sua decisione di rinunciare alla prescrizione. L’ex presidente della provincia di Milano, però, non si era presentato all’udienza per cui al collegio giudicante non era restato altro che dichiarare prescritto il reato di concussione in relazione alle riqualificazioni delle aree Falck e Sesto Marelli.
Durante le indagini preliminari Penati aveva annunciato ai giornali e alle televisioni che avrebbe rinunciato alla prescrizione che, invece, ha incassato non presentandosi in aula per dichiarare ai giudici la sua volontà. Alle polemiche seguite, l’ex presidente della Provincia di Milano, in un comunicato, aveva annunciato che avrebbe fatto ricorso in Cassazione contro la decisione dei giudici.