L'esponente dell'Idv passato al centrodestra dopo il voto del 2006 è accusato di corruzione insieme a Silvio Berlusconi e Valter Lavitola, per aver "sottratto" parlamentari alla maggioranza di Romano Prodi nell'ambito della cosiddetta "Operazione libertà". I legali chiedono la sospensione della pena
L’ex senatore Sergio De Gregorio ha chiesto di patteggiare la pena nel corso dell’udienza preliminare per la vicenda della compravendita dei senatori, in cui sono imputati anche il leader del Pdl Silvio Berlusconi e l’ex direttore dell’Avanti Valter Lavitola, tutti accusati di corruzione. De Gregorio, assistito dall’avvocato Carlo Fabbozzo, ha concordato con la Procura un anno e otto mesi di reclusione, con pena sospesa.
L’udienza preliminare è cominciata a Napoli davanti al gup Amelia Primavera. A quanto si è appreso avanzeranno la richiesta di costituzione di parte civile l’Italia dei Valori ed il Codacons. Ieri sono stati depositati i verbali di interrogatorio dell’inchiesta. L’ex parlamentare Pdl Italo Bocchino ha raccontato che Berlusconi chiese al partito di candidare Lavitola alle elezioni europee del 2009 per “ricompersarlo” del suo lavoro nella cosiddetta “operazione libertà“, cioè la sottrazione di senatori alla maggioranza che, tra il 2006 e il 2008, sosteneva il governo Prodi, che al Senato aveva numeri molto risicati. L’imprenditore Bernardo Martano, vicino a De Gregorio, ha invece affermato davanti ai pm che il senatore dell’Idv passato al centrodestra subito dopo le elezioni del 2006 gli conffidò che “Berlusconi ha pesantemente finanziato il mio movimento politico e comunque è la persona più ricattabile d’Italia e, per quanto mi riguarda, io personalmente lo considero la mia assicurazione, in senso che in futuro, se le cose mi dovessero andare male, lui non mi può mai dire di no”.