”Popolo dell’Ecuador, twittate a Riccardo Patino e persuadetelo a farmi entrare nel vostro Paese!”. Con un appello lanciato dal suo profilo twitter, Edward Snowden chiede, sia in inglese che in spagnolo, agli internauti del paese sudamericano di appellarsi al proprio ministro degli Esteri per far accettare la sua richiesta di asilo politico.
Su Twitter, Snowden ha in poco tempo raggiunto gli ottomila follower che lo considerano “un eroe” e che lo incitano ad “andare avanti” anche per quella “America sana e non corrotta che lo supporta”. E dall’Ecuador cominciano ad arrivare i primi messaggi di benvenuto: “L’America latina è povera, ma crediamo nella vera libertà e sapremo aiutarti”.
Ma Gleen Greenwald smentisce. Quello da cui è partito l’appello agli ecuadoreni, sarebbe un profilo fake. E a insinuare questo dubbio è il giornalista del Guardian, che dal proprio account twitter ha rivelato di non fidarsi di quell’account che ha raccolto in breve più di 8000 follower.
Nessuno ha invece smentito le rivelazioni del sito web Ars Technica, secondo cui in una chat online dello stesso sito, con lo pseudonimo TheTrueHOOHA, Snowden nel 2009 affermò che a chi rivela segreti relativi alla sicurezza nazionale “bisognerebbe sparare nelle palle”. Parole che oggi hanno ripreso tutti i maggiori giornali Usa e che all’epoca si riferivano ad un articolo del New York Times sui contatti segreti tra Stati Uniti e Israele sul programma nucleare iraniano. “Sono proprio come Wikileaks”, affermava Snowden, sostenendo che “non si mettono sui GIORNALI” informazioni del genere. E ancora: “Stanno CERCANDO di iniziare una guerra?”.
Da giorni il giovane è bloccato nell’area transito dell’aeroporto di Mosca senza poter lasciare il Paese, dopo che gli Stati hanno annullato il suo passaporto. Snowden ha perso un altro aereo per Cuba. Il prossimo volo è sabato, ma ormai tutti gli analisti concordano che il trentenne americano sarà costretto a bivaccare al terminal finché non otterrà asilo politico da un Paese in grado di fronteggiare le pressioni Usa. In una conferenza stampa, Patino ha annunciato che il Paese sta valutando la richiesta di asilo politico di Snowden, ma che per poterla accettare “potrebbero volerci mesi“. In merito alla possibilità che il Paese possa offrire rifugio alla talpa, poi, il presidente ha fatto sapere che la Cancelleria di Quito è già stata contattata dagli Stati Uniti. Poi però, l’annuncio: a breve sarà fatto un annuncio.
E la televisione Univision ha fatto sapere che l’Ecuador ha già fornito un lasciapassare a Edward Snowden. L’emittente ha pubblicato sul suo sito la copia di un documento datato 22 giugno e rilasciato dal consolato ecuadoriano a Londra. In esso si legge che il documento è stato rilasciato “per permettere al suo detentore di viaggiare verso il territorio dell’Ecuador in vista di un asilo politico”. Quito tuttavia ha detto che nessun salvacondottoè stato ancora rilasciato a Snowden. ”Il governo dell’Ecuador non ha concesso alcun documento o lettera di asilo perché il Signor Snowden possa trasferirsi nel paese. Qualsiasi documento di questo tipo non ha alcuna validità”, ha precisato durante una conferenza stampa la ministro agli affari politici di Quito, Betty Tola.
E sul caso interviene Barack Obama. Il presidente ribadisce: “Gli Stati Uniti vogliono arrestare Snowden”. E Obama si proclama molto “preoccupato” per i documenti ancora in possesso della talpa, che potrebbero essere diffusi. “Quando partirà di Mosca – assicura però Obama – non verranno inviati i caccia per fermare il suo volo”. Il presidente ha poi specificato di non aver telefonato “al presidente Xi o al presidente Putin e il motivo è: primo, perché non devo e secondo, abbiamo molti affari con la Cina e la Russia e non vorrei dare a questo caso una importanza esagerata”.
Mosca intanto fa sapere di non aver ricevuto “alcuna richiesta formale” di estradizione dagli Stati Uniti. Ci sono stati solo “contatti informali tra diplomatici”. Secondo una fonte vicina al dossier citata da Interfax, la situazione è in una fase di “impasse”, ma non c’è “alcun valido fondamento per un passo serio da parte della Russia, specialmente in un momento in cui le relazioni bilaterali non sono al meglio”. In ogni caso, ha concluso, “la Russia ha la posizione più vantaggiosa in questa situazione, mentre gli Usa si trovano di fronte a grandissimi svantaggi”.