Il primo cittadino Matteucci dà spiegazioni sul caso delle dimissioni del ministro alle Pari opportunità e sul coinvolgimento del Comune. "La struttura che ha destato le polemiche", spiega, "è stata tolta dall'elenco ufficiale". E annuncia nuovi controlli
La palestra di via Carraia Bezzi a Santerno, frazione di Ravenna, di proprietà dell’ex-ministro, Josefa Idem, e al centro del caso che l’ha portata alle dimissioni è stata cancellata dalla guida del Comune degli impianti sportivi. Lo ha comunicato il sindaco di Ravenna, Fabrizio Matteucci, rispondendo in consiglio comunale a una serie di interrogazioni sulla vicenda, presentate da esponenti dell’opposizione. Ha annunciato inoltre che scatteranno ulteriori accertamenti dell’Agenzia della Entrate relativamente alle quote Ici non pagate dall’olimpionica tra il 2008 e il 2011 perchè la residenza-palestra era stata accatastata come prima casa.
Dopo lo scandalo che ha portato alle dimissioni del ministro per le Pari opportunità, il Comune di Ravenna tira quindi una riga sulla palestra Jajo gym, e la depenna dalla guida della città, “Sport per tutti”. “Non l’ho tolta finora perché ho temuto che qualcuno, in quest’aula, mi avesse potuto criticare per, magari, aver occultato qualcosa” si è giustificato il sindaco Matteucci, che poi si è difeso, spiegando come non vengano fatti dei veri e propri controlli per ogni struttura presente nell’elenco degli impianti. “In quella guida ci sono 430 impianti sportivi, noi svolgiamo un censimento informale, non veri e propri controlli (che forse in futuro dovremmo fare). Diamo fra i 700 e gli 800 patrocini all’anno, non siamo in grado di verificare più approfonditamente rispetto alla consueta istruttoria”.
Ribadendo che sul cosiddetto caso Idem “il Comune ha agito con la massima trasparenza e tempestività”, il sindaco ha ricordato che “la senatrice Idem non è stata individuata quale soggetto evasore dell’imposta Ici per gli anni dal 2008 al 2011, in quanto, come riportato anche dai giornali, risulta aver fruito dell’esenzione prevista dalla legge coerentemente con la posizione Ici dichiarata, conforme alla residenza risultante all’anagrafe”.
Al centro della discussione del consiglio comunale, anche la vicenda legata all’assunzione nella palestra dell’ex ministro, risalente a qualche giorno prima della sua nomina di assessore a Ravenna. E da molti interpretata come un trucco per percepire i contributi previdenziali dal Comune. I consiglieri del Pdl hanno presentato una mozione per impegnare la giunta a costituirsi parte civile, nel caso si avviasse un’inchiesta della magistratura. Documento però respinto a larga maggioranza, con i voti contrari di Pd, Sel e Idv.
Il sindaco ha poi risposto così a chi, come il consigliere di Lista per Ravenna, Alvaro Ancisi, lo ha invitato a presentarsi in procura: “I consiglieri comunali sono pubblici ufficiali come il sindaco, se qualcuno ravvede notizia di reato faccia il suo. Io insieme con gli uffici competenti valuterò passo dopo passo e nel momento in cui riterrò di essere di fronte a un reato lo segnalerò alla procura. A mio avviso, i miei uffici non avevano nessun dovere di informarmi di alcunché, il Comune è in regola al 100%”.