Nel corso degli anni zero (2000-2009) si è affermato un curioso paradosso: da una parte l’umanità ha raggiunto un benessere materiale mai visto negli ultimi secoli, con l’ascesa economica dei paesi in via di sviluppo. Dall’altra parte si è affermata una strisciante sensazione di declino e pericolo in Occidente, che ora si sta estendendo al resto del globo.
Mentre ogni giorno veniamo bombardati da promesse/immagini/illusioni di un futuro migliore e sempre più ricco, diverse nubi e crisi si raccolgono all’orizzonte, con la la recente recessione economica a far da principe oscuro. Alcuni esperti ci parlano di una possibile crisi climatica, politica o di una nuova crisi finanziaria. Ma tutti questi problemi non sono altro che sintomi di un male più profondo che nasce direttamente dal cuore del Sistema globale.
Con la caduta delle ultime ideologie, con le religioni moribonde (a parte quella islamica in medio-oriente) e con l’inesistenza (se non a livello infimo) di pensieri alternativi, si è affermato in maniera universale un unico pensiero dominante, il quale non prevede altro che la continua ricerca del benessere attraverso la crescita economica.
L’industrializzazione partorita secoli fa dalla modernità, è giunta infine a maturazione completa attraverso l’assimilazione e l’annientamento di tutto ciò che poteva ostacolarla. Ma nell’accelerazione del processo, sempre più massiccio e fuori controllo, si è venuto a produrre un vuoto drammatico a livello di valori e visioni nelle varie classi dirigenti. Ed è questo il problema più grave dei nostri tempi.
Le crisi economiche, politiche o sociali hanno sempre funestato l’umanità e le varie civiltà che si sono susseguite, ma è stata soprattutto l’incapacità delle classi dirigenti e di riflesso della società al di sotto di loro, ad alimentare le varie catastrofi fino alla fine. Ora il processo si sta ripetendo di nuovo all’interno del modello di sviluppo globale. I nostri leader, che comicamente fanno finta di governare nei vari incontri come il G8, non fanno altro che ripetere il mantra ‘crescita, crescita, crescita’, battagliando su i vari tecnicismi con le finte opposizioni. Ma più si producono in questo estenuante e insulso gioco, più l’Occidente perde ragione della sua esistenza e spinta nell’evoluzione della sua civiltà. I vecchi valori che erano nati dalle rivoluzioni liberali sono ormai parole vuote, usate in rituali decadenti a cui sempre meno persone prestano interesse, soggiogate dal meccanismo amorale della riproduzione tecnologica su larga scala.
E la stessa mancanza di un reale pensiero oppositivo a livello di massa alimenta la cristallizzazione della situazione attuale. Tutto è stato ridotto ad un mero sacrificio umano (mentale e fisico) per ottenere sempre più inutile materia. Ma il sacrificio è giunto al limite, dato che sono venuti a mancare i valori di fondo che lo hanno spinto negli ultimi tre secoli. E le nostre classi dirigenti, non solo quelle italiane, impelagate nella gestione dell’esistente, non sono più in grado di fornire una visione forte da seguire.
Questa è la vera crisi del XXI sec…
Alessandro Leonardi
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Economia & Lobby - 27 Giugno 2013
Il fallimento dei tecnicismi
Nel corso degli anni zero (2000-2009) si è affermato un curioso paradosso: da una parte l’umanità ha raggiunto un benessere materiale mai visto negli ultimi secoli, con l’ascesa economica dei paesi in via di sviluppo. Dall’altra parte si è affermata una strisciante sensazione di declino e pericolo in Occidente, che ora si sta estendendo al resto del globo.
Mentre ogni giorno veniamo bombardati da promesse/immagini/illusioni di un futuro migliore e sempre più ricco, diverse nubi e crisi si raccolgono all’orizzonte, con la la recente recessione economica a far da principe oscuro. Alcuni esperti ci parlano di una possibile crisi climatica, politica o di una nuova crisi finanziaria. Ma tutti questi problemi non sono altro che sintomi di un male più profondo che nasce direttamente dal cuore del Sistema globale.
Con la caduta delle ultime ideologie, con le religioni moribonde (a parte quella islamica in medio-oriente) e con l’inesistenza (se non a livello infimo) di pensieri alternativi, si è affermato in maniera universale un unico pensiero dominante, il quale non prevede altro che la continua ricerca del benessere attraverso la crescita economica.
L’industrializzazione partorita secoli fa dalla modernità, è giunta infine a maturazione completa attraverso l’assimilazione e l’annientamento di tutto ciò che poteva ostacolarla. Ma nell’accelerazione del processo, sempre più massiccio e fuori controllo, si è venuto a produrre un vuoto drammatico a livello di valori e visioni nelle varie classi dirigenti. Ed è questo il problema più grave dei nostri tempi.
Le crisi economiche, politiche o sociali hanno sempre funestato l’umanità e le varie civiltà che si sono susseguite, ma è stata soprattutto l’incapacità delle classi dirigenti e di riflesso della società al di sotto di loro, ad alimentare le varie catastrofi fino alla fine. Ora il processo si sta ripetendo di nuovo all’interno del modello di sviluppo globale. I nostri leader, che comicamente fanno finta di governare nei vari incontri come il G8, non fanno altro che ripetere il mantra ‘crescita, crescita, crescita’, battagliando su i vari tecnicismi con le finte opposizioni. Ma più si producono in questo estenuante e insulso gioco, più l’Occidente perde ragione della sua esistenza e spinta nell’evoluzione della sua civiltà. I vecchi valori che erano nati dalle rivoluzioni liberali sono ormai parole vuote, usate in rituali decadenti a cui sempre meno persone prestano interesse, soggiogate dal meccanismo amorale della riproduzione tecnologica su larga scala.
E la stessa mancanza di un reale pensiero oppositivo a livello di massa alimenta la cristallizzazione della situazione attuale. Tutto è stato ridotto ad un mero sacrificio umano (mentale e fisico) per ottenere sempre più inutile materia. Ma il sacrificio è giunto al limite, dato che sono venuti a mancare i valori di fondo che lo hanno spinto negli ultimi tre secoli. E le nostre classi dirigenti, non solo quelle italiane, impelagate nella gestione dell’esistente, non sono più in grado di fornire una visione forte da seguire.
Questa è la vera crisi del XXI sec…
Alessandro Leonardi
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Papa Francesco, la Sala stampa del Vaticano diffonde la prima foto dal giorno del ricovero. L’Angelus: “Sto affrontando periodo di prova”
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Ucraina, l’inviato Usa: “Distanze ridotte tra Russia e Kiev”. Zelensky cambia il capo di Stato Maggiore e annuncia il missile Long Neptune: può colpire Mosca
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Israele, terremoto allo Shin Bet: Netanyahu silura il capo Bar e denuncia il suo predecessore
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - Il presidente del partito israeliano Unità Nazionale, Benny Gantz, definisce il licenziamento, da parte del premier Benjamin Netanyahu, del capo dello Shin Bet, Ronen Bar, "un colpo diretto alla sicurezza dello Stato e allo smantellamento dell'unità nella società israeliana per ragioni politiche e personali".
Anche il presidente di Yisrael Beytenu, Avigdor Liberman, condanna la decisione, dichiarando che se il Primo Ministro Netanyahu “avesse combattuto Hamas con la stessa determinazione con cui sta combattendo il capo dello Shin Bet, l'ufficio del Procuratore generale e il sistema giudiziario, l'olocausto del 7 ottobre sarebbe stato impedito”.
Mosca, 16 mar. (Adnkronos) - La Russia ha ripetutamente affermato che non dovrebbero esserci “forze di peacekeeping” della Nato in Ucraina. E se l'Alleanza decidesse di aiutare Kiev in questo modo, significherebbe la guerra. Lo ha affermato su X il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev.
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha annunciato la sua intenzione di licenziare il capo dello Shin Bet, Ronen Bar, e di averlo "informato che la prossima settimana presenterà una proposta al governo per porre fine al suo mandato".
In una dichiarazione successiva, Netanyahu ha spiegato: “In ogni momento, ma soprattutto durante una guerra esistenziale come quella che stiamo affrontando, deve esserci piena fiducia tra il primo ministro e il capo dello Shin Bet. "Ma sfortunatamente, la situazione è l'opposto: non ho questa fiducia. Nutro una sfiducia continua nel capo dello Shin Bet, una sfiducia che è solo cresciuta nel tempo".
(Adnkronos) - "Il nemico americano ha lanciato un'aggressione palese contro il nostro Paese nelle ultime ore con oltre 47 attacchi aerei", si legge nella dichiarazione. In risposta, "le Forze Armate hanno condotto un'operazione militare specifica prendendo di mira la portaerei americana USS Harry S. Truman e le sue navi da guerra nel Mar Rosso settentrionale con 18 missili balistici e da crociera e un drone".
"Con l'aiuto di Allah Onnipotente", prosegue la dichiarazione, "le forze armate yemenite continueranno a imporre un blocco navale al nemico israeliano e a vietare alle sue navi di entrare nella zona di operazioni dichiarata finché gli aiuti e i beni di prima necessità non saranno consegnati alla Striscia di Gaza".
Sana'a, 16 mar. (Adnkronos) - Gli Houthi hanno risposto ai bombardamenti americani sullo Yemen attaccando la USS Harry S. Truman nel Mar Rosso con missili balistici e un drone. Lo rivendica il portavoce del gruppo yemenita.
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - La polizia israeliana ha aperto un'indagine sull'ex capo dell'agenzia di sicurezza Shin Bet, Nadav Argaman, dopo che venerdì il primo ministro Benjamin Netanyahu ha presentato una denuncia.
Il premier israeliano ha accusato Argaman di ricatto e reati legati alla legge che riguarda lo Shin Bet, che proibisce ai dipendenti dell'organizzazione di divulgare informazioni ottenute nell'ambito del loro lavoro.
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - Un abitante di Gaza, che stava "tentando di piazzare ordigni esplosivi" nei pressi del corridoio di Netzarim, è stato ucciso. Lo riferisce l'esercito israeliano.