Quando parlò per la prima volta dell'imposta il ministro dello Sviluppo raccolse una selva di fischi per la sua prudenza. Ma in due settimane è arrivato a prospettare di eliminare definitivamente l'aumento. Come? "Contiamo in una ripresa produttiva"
La metamorfosi di Zanonato: dai fischi per aver detto la verità (“Non posso promettere nulla sull’Iva“) all’entusiasmo sfrenato (“Si può decidere di rinviare l’Iva a fine anno”). Il ministro dello Sviluppo Economico nei primi due mesi di governo si è conquistato la medaglia di componente di governo più inviso al centrodestra. Fabrizio Cicchitto si chiedeva se fosse un gaffeur o un killer. Renato Brunetta gli chiese di parlare solo di cose che sapeva (e quindi non dell’Iva). Annamaria Bernini lo accusò di destabilizzare – lui – il governo. “Va messo in condizione di non nuocere a se stesso e agli altri” raccomandava di nuovo lo stesso Cicchitto. Ma ora l’ex sindaco di Padova va oltre il presidente del Consiglio Enrico Letta e sembra allinearsi proprio con i falchi del Pdl auspicando che il Parlamento rinvii ulteriormente l’aumento dell’imposta sul valore aggiunto dal 21 al 22% a fine anno. Come? “Contiamo di avere una ripresa produttiva”.
La trasformazione – comunicativa, soprattutto – del ministro Zanonato è cominciata dopo la selva di fischi all’assemblea della Confcommercio. Il ministro dello Sviluppo disse: “Mi piacerebbe essere qua a dirvi che l’Iva non aumenta, vorrei ma non lo posso fare”. D’altronde allora il governo non aveva ancora trovato la quadra sulle coperture finanziarie e Zanonato disse solo la verità. Passa una settimana e le parole del ministro cambiano. Questa volta davanti ha di fronte altri commercianti, quelli della Confesercenti. E trova il modo giusto di dire la stessa cosa: “Ogni strada sarà battuta per evitare l’aumento”. Applausi.
Poi è cominciato il crescendo di dichiarazioni. 26 giugno: “E’ stato rinviato l’aumento di un punto dell’Iva al primo ottobre – dice dopo il consiglio dei ministri all’assemblea delle cooperative – con una rivisitazione complessiva della fiscalità, per spostarlo ulteriormente in avanti“. Il giorno dopo si spinge più in là. Più in là di tutti. Più in là della posizione ufficiale di Palazzo Chigi, ma anche più in là dell’oltranzista Brunetta. Per Zanonato infatti si può arrivare al “blocco definitivo dell’aumento dell’Iva”. Ha le risposte per far quadrare i bilanci che il ministro Fabrizio Saccomanni non riesce a trovare? No: “Contiamo – spiega a margine di un convegno della Confartigianato – di avere una ripresa produttiva che metta in moto l’economia e che la alimenti, bloccando definitivamente l’aumento dell’Iva”. Posizione che conferma infine al Gr Rai: “Intanto abbiamo deciso di rinviarlo a ottobre: il parlamento in sede di conversione del decreto può decidere di spostare in avanti, almeno fino alla fine dell’anno, questa decisione”. Il governo è fiducioso sulla possibilità di rinviare l’aumento dell’Iva a fine anno e poi di eliminarlo dal 2014? “I dati che avremo a fine anno – aggiunge – dovrebbero consentirci di decidere di non avere più questo aumento”.