Il gup Alessandro Conti ha disposto il rinvio a giudizio di cinque delle quattordici persone indagate nel progetto di riqualificazione del monumento storico. Tra questi l'ex politico della giunta Vignali, il suo assessore ai Lavori pubblici e un dirigente del Comune
L’ex vicesindaco della giunta di Pietro Vignali, il suo assessore ai Lavori pubblici, un dirigente del Comune di Parma e l’imprenditore del colosso edile Pizzarotti rinviati a giudizio per il progetto di riqualificazione dell’Ospedale Vecchio, storico monumento del quartiere popolare dell’Oltretorrente. Questa la decisione del gup Alessandro Conti, che ha accolto la richiesta della Procura di Parma per cinque persone delle quattordici indagate nella vicenda che si protrae dai tempi della caduta dell’ex primo cittadino.
A processo andrà Paolo Buzzi, l’ex braccio destro di Vignali che attualmente siede tra i banchi di minoranza in consiglio comunale per il Pdl, di cui è anche coordinatore provinciale. Insieme a lui anche l’allora delegato ai Lavori pubblici Giorgio Aiello e il dirigente Gianpaolo Monteverdi, che figura come responsabile del progetto di recupero dell’edificio. Stessa sorte è toccata a Paolo Pizzarotti, titolare dell’omonima impresa edile che aveva vinto l’appalto dei lavori, e al suo consigliere delegato Aldo Buttini.
Abuso d’ufficio l’accusa per tutti e cinque, la stessa che aveva portato la Procura a chiedere il rinvio a giudizio anche per altri nove assessori della giunta Vignali (Gianluca Broglia, Fabio Fecci, Lorenzo Lasagna, Francesco Manfredi, Davide Mora, Cristina Sassi, Luca Sommi, Paolo Zoni e Giuseppe Pellacini), per i quali invece il giudice ha ritenuto non vi fosse dolo intenzionale, decretando quindi il non luogo a procedere.
Nel mirino degli inquirenti ci sono presunte irregolarità sul progetto e sull’affidamento dei lavori. Tutti gli assessori della giunta dell’ex sindaco di centrodestra il 27 maggio del 2010 firmarono una delibera con cui approvavano il project financing per la realizzazione della “Cittadella della carta e del cinema” all’interno dell’Ospedale vecchio, storica sede dell’Archivio di stato. Ad aggiudicarsi il bando per i lavori a un importo di 14,8 milioni di euro era stata l’impresa edile Pizzarotti, ma insieme alla delibera e una successiva convenzione veniva introdotta una clausola che prevedeva la possibilità di verificare il piano economico finanziario e di rivederlo rispetto alla spesa iniziale. In questo modo dunque, secondo la Procura, si falsava la concorrenza perché si modificavano le condizioni del bando, favorendo dunque la Pizzarotti, che dopo aver vinto la gara poteva abbassare il prezzo. Sul caso era stato aperto un fascicolo per abuso d’ufficio e anche per presunta violazione del codice Urbani relativo alla conservazione dei beni storico-artistici, ipotesi di reato che però è decaduta.
Rimane invece il presunto abuso d’ufficio relativo alla delibera sul project financing. A processo che prenderà il via l’8 gennaio andranno l’ex assessore Aiello, che aveva proposto la delibera, il responsabile del progetto Monteverdi e l’ex vicesindaco Buzzi, insieme ai rappresentanti dell’azienda aggiudicatrice.
Come avvenuto anche per la vicenda inceneritore, in passato la Procura di Parma aveva chiesto il sequestro del cantiere dell’Ospedale vecchio per le presunte irregolarità sul caso, ma i giudici avevano sempre respinto la richiesta. Qualche mese fa il Comune guidato da Federico Pizzarotti si era costituito parte civile nel processo per chiedere il risarcimento dei danni agli ex assessori dell’amministrazione Vignali responsabili di comportamenti illeciti lesivi dell’ente pubblico.