Un dispetto, una gesto di ripicca o forse qualcosa di più. Dopo le minacce e gli insulti trovati sul parabrezza qualche mese fa, un altro brutto risveglio ieri mattina per il consigliere del Movimento 5 stelle di Ravenna, Pietro Vandini. All’uscita da casa ha trovato la sua auto a terra. Lo ha raccontato lui stesso sulla sua pagina Facebook: “Appena arrivato alla mia macchina ho notato che aveva due gomme sgonfie, quella anteriore sinistra e quella posteriore destra”. Pochi dubbi sulle cause: “Dato che la settimana scorsa le avevo cambiate, speravo fosse successo qualche inghippo e si fossero sgonfiate naturalmente, invece non è così: il gommista mi ha confermato che sono state forate entrambe su un lato usando qualcosa a punta”.

Il gesto potrebbe essere ricondotto al lavoro che Vandini porta avanti in Comune. Solo qualche giorno fa, il consigliere è stato in prima linea nella vicenda che ha portato alle dimissioni del ministro della Pari opportunità Josefa Idem, ex assessore a Ravenna. Intanto, lui, che più che preoccupato si definisce “arrabbiato per la scocciatura”, nelle prossime ore farà denuncia. Non è la prima volta che il consigliere è vittima di un atto intimidatorio. Ora resta da capire se esista un collegamento tra gli episodi, se siano opera dello stesso autore, e se si tratti di una vendetta legata alla vita personale oppure all’attività politica di Vandini. “Nella mia vita privata non ho particolari situazioni di contrasto, per cui penso potrebbe essere associato a quello che sono e a quello che faccio. Ma non saprei dire se è solo antipatia o contrapposizione politica. Comunque, vista la stupidità del gesto faccio fatica anche a dargli una precisa connotazione politica”. Di una cosa, però, il consigliere è certo, senza bisogno di aspettare le indagini: “Dopo le minacce di qualche mese fa, è un altro codardo che non è in grado di usare il dono della parola per venirmi a dire quello che non gli va giù”.

L’episodio delle gomme bucate ricorda quello accaduto, sempre a Vandini, a inizio marzo, pochi giorni dopo il trionfo elettorale del Movimento 5 stelle in Parlamento. In quel caso il messaggio era stato più esplicito. Al ritorno da una riunione settimanale, Vandini aveva trovato, appoggiati alla sua auto, alcuni biglietti intimidatori con minacce, insulti e una svastica disegnata al contrario. Frasi pesanti, e inequivocabili, scritte a pennarello rosso su fogli bianchi : “M5S merda”, “siete servi di Grillo”, e persino “Vandini infame per te ci son le lame”. Allora si era pensato a una possibile provocazione, forse collegata alle polemiche scatenate intorno al discorso fatto da Beppe Grillo agli esponenti dell’associazione di estrema destra Casapound, e dalle parole della deputata ed ex capogruppo, Roberta Lombardi, che aveva parlato di un “primo fascismo buono.

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