In difesa del ministro del Tesoro e del suo operato, scende in campo il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che si affretta a ribadire il sostegno e la stima per il politico. “Ho molto apprezzato Fabrizio Saccomanni“, ha detto riferendosi alle dichiarazioni del titolare del dicastero all’economia in un’intervista di qualche giorno fa al Corriere della Sera, “perché il ministro ha dimostrato in modo puntuale quello che si poteva fare e quello che non si può fare, naturalmente senza pensare di avere la bacchetta magica“.
Nessun commento invece sull’intervista di Repubblica al Presidente del Senato Piero Grasso che ha destato molte polemiche. “Confesso che non ho avuto modo di leggere l’articolo e quindi non ho da pronunciarmi e forse non mi sarei pronunciato su un intervento del presidente del Senato”. Le domande riguardavano soprattutto l’affermazione secondo cui in caso di crisi Napolitano non avrebbe comunque sciolto le camere. Incalzato da chi gli faceva notare come l’intervista avesse creato molto dibattito, Napolitano ha subito replicato: “ormai mi pare che si facciano soprattutto polemiche, lasciamo che facciano il loro corso”.
Il Presidente della Repubblica poi, da Zagabria dove si trova per le celebrazione dell’entrata della Croazia che nell’Unione Europea, ha spiegato che in questa fase di crisi l’Europa “non può più promettere miracoli”, perchè si trova “in difficoltà molto serie”. Ciò detto, al Consiglio europeo di Bruxelles, l’Italia ha raggiunto “risultato molto significativi per la direzione di marcia” verso più attenzione alla crescita e alla lotta alla disoccupazione giovanile. “Sarebbe assurdo non riconoscere il ruolo che ha avuto l’Italia nello spostare fortemente l’accento su questi temi”, ha aggiunto il Capo dello Stato. Naturalmente, “ciò non significa aver risolto i problemi della stabilità finanziaria o dei debiti sovrani, però è stata imboccata una strada che – ha sottolineato Napolitano – era urgente imboccare. A Bruxelles abbiamo fatto i primi passi in avanti, anche consistenti, e questi non vanno sottovalutati”.
Le dichiarazioni arrivano all’alba di una settimana importante per le decisioni in materia economica. Proprio Saccomanni avrà un primo faccia a faccia martedì con il Parlamento su come ‘procedere tra necessità di nuove coperture e rilancio della crescita: la famosa ‘fase 2’. Il titolare di via XX Settembre sarà infatti ascoltato a Montecitorio sulle linee guida generali del suo dicastero. Non mancheranno certo le domande su come andare avanti. Ci sono ancora 200 miliardi di spesa pubblica aggredibile, 10 miliardi da recuperare dagli incentivi alle imprese, risorse da trovare rivedendo il regime degli sconti fiscali, la revisione dei valori catastali, le spese della sanità, il meccanismo dei costi standard da estendere alle Regioni, le accise da rivedere (giochi, tabacchi, ecc) e sullo sfondo un possibile accordo con la Svizzera per tassare i capitali esportati illecitamente e la ‘montagna di evasione fiscale (130 miliardi) ancora da intaccare (‘solò 10 miliardi il recupero previsto).
Ci sono infatti da recuperare risorse fresche da destinare alla cancellazione dell’aumento Iva (ora solo rinviata ad ottobre), dell’Imu sulla prima casa (anche in questo caso un rinvio) e dell’aumento della Tarsu. E già in settimana quando si aprirà il tavolo di confronto nel Governo e poi con i capigruppo per individuare soluzioni concrete e velocemente praticabili. Un passo avanti lo fa il viceministro dell’Economia Stefano Fassina indicando come terreno di intervento “le società controllate da Regioni, Comuni e Province perchè la spesa per l’acquisto di beni e servizi deve essere centralizzata e ridotta sensibilmente”. E altre potenziali coperture saltano fuori: un prelievo forzoso sui conti correnti (prontamente smentito dal Tesoro) o un blocco delle rivalutazioni per pensioni e stipendi più alti. E sempre sulle pensioni interviene Cesare Damiano presidente della commissione Lavoro della Camera: bisogna intervenire subito non come dice il ministro del Lavoro Enrico Giovannini a settembre.