Sul mio cartello c’era scritto “I love David Kato”, in nome del leader del movimento omosessuale rwandese, iscritto al Partito radicale, assassinato nel suo Paese come risultato di una campagna d’odio contro i gay.
Uno dei punti forza del Pride è di ospitare nelle stesso corteo gioia e serietà, politica e musica. Il Sindaco ha fatto bene a esserci, e la stragrande maggioranza dei milanesi capisce perché, senza bisogno di troppe spiegazioni. L’opinione pubblica, si sa, è molto avanti a certa politica. Nel giorno in cui la Corte suprema Usa ha esteso le tutele contro ogni discriminazione fino al diritto al matrimonio egualitario, la ragione per la quale in Italia non siano riconosciute le unioni civili è da cercare unicamente nell’assenza di democrazia. Se e quando se ne potrà finalmente discutere davvero, l’esito sarà scontato.
Per una città come Milano, alzare la bandiera delle libertà civili è una necessità e una vocazione. In continuità con una storia e cultura europea, e in vista di un appuntamento transnazionale come Expo, è bene ricordare che le libertà e i diritti sono elemento essenziale del benessere; e dovremo ricordarlo anche alle delegazioni di Paesi che ancora puniscono con la morte le libertà sessuali, oppure che impediscono la tenuta dei Pride, come continua ad accadere in Russia.
A Milano oltre 6.000 cittadini avevano chiesto, con le delibere di iniziativa popolare dei Radicali, il registro comunale delle Unioni civili – già attivato prima del termine dalla raccolta firme – e un piano contro le discriminazioni, per il quale il Consiglio comunale ha dato 6 mesi di tempo alla Giunta per agire. Il patrocinio del Comune e la presenza della Giunta alla manifestazione di ieri mandano un segnale importante nella direzione giusta. Noi Radicali eravamo presenti anche con i banchetti per la raccolta firme sull’eutanasia e i referendum per la giustizia giusta e i nuovi diritti civili, nella convinzione che sia più facile ottenere le libertà tutte assieme che procedere a compartimenti stagni. Infatti, a luglio sarà in agenda del Consiglio comunale un altro obiettivo laico, sempre su iniziativa popolare: il registro comunale del testamento biologico.