All’origine della recente polemica sollevata dalle affermazioni del direttore dei Musei vaticani Antonio Paolucci sulle nuove parrocchie costruite negli ultimi venti anni, che “sembrano musei o grandi magazzini“, vi è la rinuncia, da parte della Chiesa, ma anche dei critici e delle pubbliche istituzioni, al giudizio estetico. Di fronte a un’opera contemporanea, (contemporaneo inteso come dato cronologico) si sospende il giudizio perché si ritiene di non capirne il linguaggio; certe chiese contemporanee, non avendo referenti nella storia passata, appaiono illeggibili, inaccessibili, eppure sono più comprensibili di una chiesa rinascimentale o barocca la quale presuppone una specifica competenza storica. Di fronte a un’architettura del Rinascimento, che è un deliberato ripristino della idee e della prassi degli architetti dell’antichità classica che si basa sul sistema modulare della proporzione (Peter Murray); occorre avere maggiori cognizioni di quante ne siano necessarie per capire, ad esempio, un edificio di Zaha Hadid o di Frank O.Gehry nel quale l’espressione della forma, che è facilmente identificabile e ne connota l’estetica, fa leva sull’emotività del visitatore.

Collegio Pio Latino Americano a RomaL’architettura tradizionale è figurativa, si basa sulla mimesi e persegue la riproduzione della forma attraverso il tipo; l’architettura moderna è astratta, si fonda sulla volontà costruttiva attraverso l’atto della concezione della forma e il programma a cui l’edificio deve rispondere, o la tettonicità, assume particolare rilevanza. Le architetture delle denominate “archistar”, portano la sigla riconoscibile dell’autore, non sono figurative né moderne, forma (e formalismo) prevalgono sulla tettonicità e il programma, e la loro forza risiede nel suscitare e rappresentare emozioni portando l’irrazionale nell’architettura. Molte delle costruzioni e delle chiese realizzate negli ultimi anni, sono state pensate riferendosi a questo tipo di architettura, ma non possedendo la forza né il carisma degli autori emulati, presentano risultati trash, sono espressione per l’appunto, di un’emulazione fallita.

L’evoluzione del tipo chiesa è storicamente frutto dell’adeguamento alle esigenze della liturgia cristiana, come per altre tipologie, esiste in quanto ha un rapporto con il proprio tempo e con l’uomo che l’ha concepita nel proprio tempo; Brunelleschi fu il primo a capire e ad adattare il sistema strutturale dell’architettura classica ai principi alle esigenze moderne (Peter Murray) .Se è fisiologico che vi sia un’evoluzione del tipo chiesa, meno si giustifica – da parte di una pubblica Istituzione dalla quale sarebbe legittimo aspettarsi una impostazione critica, oltreché documentaria – la sospensione del giudizio dinnanzi a una produzione architettonica che rappresenta la Chiesa nella sua accezione più deteriore.Santuario di Nuestra Señora de Arantzazu, Oñate

Nel tripudio celebrativo delle “archistar “ e di quanti a questa qualifica aspirano, sembra più utile ricordare alcune delle chiese moderne che non sembrano musei, né magazzini e che, per caratteri evocativi, estetici, spaziali, sono rappresentative del rapporto dell’uomo con il proprio tempo. Tra queste, la chiesa di Nostra Signora del Cadore a Corte di Cadore di Edoardo Gellner e Carlo Scarpa (1966) ; la chiesa del Collegio Pio Latino Americano a Roma di Julio Lafuente con l’ing. Gaetano Rebecchini (1965) ; la Chiesa di Santa Ana y Nuestra Señora de la Esperanza a Madrid, di Miguel Fisac Serna ( 1966 ) il Santuario di Nuestra Señora de Arantzazu a Oñate con lo scultore Jorge Oteiza (Guipúzcoa , Spagna, 1954)

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