“Siamo in un momento in cui i francesi hanno dubbi, in cui c'é delusione verso il governo”, ha detto Delphine Batho subito dopo avere definito un “brutto” documento il bilancio 2014
Il presidente francese ha licenziato in tronco il ministro dell’Ambiente Delphine Batho, 40 anni, una sua ex portavoce, che ha criticato apertamente il bilancio 2014 e i suoi forti tagli alle politiche ecologiche, definendolo un “brutto” documento. La decisione dell’Eliseo mette in serie difficoltà i Verdi della coalizione al governo, che condividono il giudizio dell’ex ministro sulle politiche ambientali di Francois Hollande.
La frase costata la poltrona alla Batho è stata pronunciata nel corso di un’intervista in diretta radiofonica su Rtl, un’emittente abituata a ricevere politici nelle trasmissioni del mattino. “E’ un brutto bilancio”, ha detto l’ex ministro, precisando di non parlare con “rabbia” ma “da militante” della causa ecologista. “Siamo in un momento in cui i francesi hanno dubbi, in cui c’é delusione verso il governo”, aveva proseguito Batho, quindi occorrerebbe mostrare che “la volontà di trasformare la Francia in una nazione dell’eccellenza ambientale non è una opzione che si piò abbandonare”.
Parole che hanno fatto saltare sulla sedia i leader dell’opposizione, in testa il capogruppo dell’Ump all’Assemblea Nazionale, Christian Jacob, secondo cui era incomprensibile che la Batho potesse “essere ancora al governo” dopo una critica tanto esplicita. “Si dimetterà in giornata? Sembrerebbe legittimo”, aveva rincarato la dose Jean-Christophe Lagarde, deputato centrista e uomo di fiducia di un altro ex ministro dell’Ambiente, Jean-Louis Borloo, anche lui ai tempi uscito dal governo per dissapori con l’allora inquilino dell’Eliseo, Nicolas Sarkozy.
Da Eliseo e Palazzo Matignon, però, non erano in un primo momento trapelate reazioni, se non un timido messaggio della verde Cecile Duflot, ministro per la Casa, che aveva sottolineato l’importanza dei temi ecologisti, senza citare in alcun modo la collega. Silenzio interrotto intorno alle 15.30 da un laconico messaggio sull’account twitter del premier Jean-Marc Ayrault: “Il ministro dell’Ambiente, dello Sviluppo sostenibile e dell’Energia – è stato convocato dal primo ministro”. Nessuna precisazione sui motivi, ma la netta sensazione che per la battagliera Batho fossero in arrivo cattive notizie.
L’ipotesi viene confermata un paio d’ore dopo da un altrettanto stringata nota dell’Eliseo, in cui si riferisce che Hollande ha “messo fine all’incarico della signora Delphine Batho e nominato suo successore Philippe Martin”, deputato socialista di esperienza decennale ma poco noto al grande pubblico.