Caro sindaco di Parigi Betrand Delanoe,
mi rivolgo in particolare a lei come autorevole componente della delegazione francese che arriva in visita in Tunisia. Mi rivolgo a lei che è nato a Tunisi, a lei che è sindaco anche di tanti tunisini, a lei uomo politico che già nel 1999 si dichiarò omosessuale. Mi rivolgo a lei che rappresenta oggi con Hollande in Tunisia un paese che ha appena approvato il “matrimonio per tutti”.
Io sono un giornalista italiano, tra le altre cose sono amico e appassionato della Tunisia, e proprio in queste ore sto cercando faticosamente di verificare una notizia che mi ha scosso e che ci dovrebbe scuotere tutti. Un professore universitario (università di El menzah) è stato arrestato a Tunisi per sodomia: in seguito a pettegolezzi è stato pedinato dalla polizia che ha fatto irruzione in una portineria dove si incontrava con un amante, e arrestato per flagranza di reato, di atto sessuale. La frase che ho appena scritto mi sembra grottesca, non vorrei averla scritta. Eppure questa è la notizia che abbiamo letto e che informalmente ci è stata confermata dalla polizia. Non sappiamo (ancora?) il nome. Aggiungo che non è chiaro quale sia il significato preciso da attribuire al termine ‘sodomia’ nel codice penale tunisino che purtroppo lo prevede come reato, punibile fino a 3 anni. Si tratta di una modalità di rapporto sessuale, riferibile anche a un uomo e a una donna? E’ un giro di parole per significare qualunque rapporto omosessuale? Non voglio continuare.
Qualunque sia la risposta non va bene, non è ammissibile per chi crede nei diritti umani. La persistenza di questo reato nel codice penale tunisino non è solo un dormiente residuo del passato. Sembrava che lo fosse, sembrava che funzionasse un tacito compromesso del tipo “fate quel che volete basta che non vi facciate vedere”. Ma questo caso del professore arrestato, più alcuni indizi minori, inducono a pensare che il discutibile compromesso tunisino venga contraddetto e non rispettato.
Il reato di sodomia è un pericolo pubblico, nel senso che inquina la vita pubblica, induce sottomissioni e ricatti. Ne sa qualcosa lo stesso primo ministro Larrayed, che venne messo in difficoltà dalla circolazione di un video che lo ritraeva da giovane in una cella…..Potrei continuare a lungo ma Lei ha già capito. Come denunciato dalla Associazione tunisina per la difesa delle minoranze e dalla sua presidente Yamina Thabet, la persistenza del reato di sodomia nel codice tunisino è ingiustificabile da ogni punto di vista. Se i paesi europei hanno fatto pressioni nel caso della protesta delle Femen o del rapper incarcerato per insulti alla polizia – espressioni di opinione attraverso usi del corpo e della parole che sono problematici anche da noi – a molta maggior ragione dovrebbero farlo a fronte di un sopruso repressivo che spia e processa l’intimità delle persone. La stessa classe dirigente tunisina si renderà ben conto che non possiamo – come vorremmo – collaborare alla ripresa del turismo se all’alba del 2013 in Tunisia si può finire in carcere per rapporti amorosi tra adulti consenzienti.
Caro sindaco di Parigi, trovi le parole giuste.
Allego il testo della lettera in francese
(chi lo condivide può aiutarmi a diffonderlo in web francesi e tunisini)