I 4 stabilimenti siderurgici italiani (due dei quali a Boretto) finiscono alla Fives: "Accordo da 100 milioni". Il sindacato: "Sapevamo che l’azienda non eccelle nelle relazioni sindacali, però ci aspettavamo almeno una comunicazione ai lavoratori"
Hanno ufficialmente cambiato padrone i 4 stabilimenti italiani del gruppo Oto, ex fiore all’occhiello del colosso siderurgico Marcegaglia. E’ successo quanto aveva anticipato ilfattoquotidiano.it: gli impianti sono stati venduti alla multinazionale francese Fives diretta da Frederic Sanchez, per una cifra che, secondo fonti non ufficiali – “l’importo è informazione riservata” – si aggirerebbe attorno ai 100 milioni di euro. L’accordo, come conferma Enrico Giuliani, direttore generale di Oto Group, azienda specializzata nella produzione di laminatoi, impianti per la siderurgia, è già stato firmato e la prossima settimana, l’11 luglio, si svolgerà il primo incontro con il nuovo gruppo dirigente, che potrebbe parlare di piano industriale e, soprattutto, di investimenti.
Perché, secondo Giuliani, la cessione dell’ex ramo aziendale Engineering di Marcegaglia, ramo da 350 lavoratori tra interni ed esterni, 20 impiegati nello stabilimento mantovano Oto Steel, 100 in Oto Automation a Sovizzo, in Veneto, e 230 collocati nei due stabilimenti emiliano romagnoli di Boretto, in provincia di Reggio Emilia, Oto Mills e Oto Lift Truck, “è positiva, e porterà nuovo impulso alla produzione italiana”. Spianerà la strada, soprattutto, verso il mercato internazionale, anche “in aree dove prima Oto non era presente, come il sud est asiatico”.
Fives, del resto, è un nome che in Francia ha una storia. Presente in circa 30 Paesi del mondo, l’azienda è nata nel 1812 e ha partecipato alla costruzione di alcune tra le più grandi opere della nazione. Come la Tour Eiffel, Pont Alexandre III, la Gare d’Orsay. E oggi il colosso dell’ingegneria industriale, acquirente del Gruppo Oto, un’azienda che, in controtendenza rispetto all’andamento di Marcegaglia, ha prodotto negli ultimi cinque anni un fatturato in crescita e il 10% in più di assunzioni l’anno, vanta complessivamente circa 6100 dipendenti, dislocati tra Asia, Europa e America.
“Vista la crisi in cui versa il gruppo Marcegaglia, in molti stabilimenti italiani si parla di esuberi e sappiamo che la vendita è dovuta alla necessità di recuperare liquidità, non possiamo che essere ottimisti rispetto alla cessione del gruppo Oto – spiegano i lavoratori – da quel che sappiamo i francesi si sono dimostrati interessati sia al ramo engineering, sia all’automation, e questo è positivo. Solo che non abbiamo ancora informazioni certe. I vertici di Marcegaglia non ci hanno fatto sapere nulla, nemmeno una telefonata per rassicurarci circa le intenzioni di Fives”.
“Siamo allibiti – conferma Mirco Rota, segretario generale della Fiom Lombardia e responsabile sindacale dei rapporti con il colosso siderurgico italiano – Sapevamo che l’azienda non eccelle nelle relazioni sindacali, però ci aspettavamo almeno una comunicazione ai lavoratori. Invece dovremo attendere l’11 luglio per sapere cosa accadrà ai quattro stabilimenti venduti. Fortunatamente i francesi sembrano intenzionati a investire, pare che Fives si sia attivata per sapere se le aree industriali circostanti i siti industriali sono libere e la solidità del gruppo non sembrerebbe supportare ipotesi allarmanti relative a eventuali parcellizzazioni, speculazioni o chiusure. Certo è che mancano le garanzie e speriamo che Fives ci comunichi presto le proprie intenzioni. La priorità, come sempre, è la salvaguardia dei posti di lavoro”.