Le associazioni chiedono che la trasmissione Blunotte venga reinserita nel palinsesto della rete pubblica. "Si tratta di autentico servizio pubblico", scrive Paolo Bolognesi dell'associazione 2 agosto 1980, "chiediamo che i vertici ripensino alla decisione"
Dopo la notizia del colpo di spugna da parte di Rai3 sulla trasmissione di Carlo Lucarelli per ragioni di budget, si può tirare un primo bilancio tra chi si è dimostrato a favore del format che per 14 anni è stato ospitato dalla tv pubblica. Se finora sono state quasi 4500 le persone che hanno firmato la petizione per chiedere ai vertici di corso Mazzini di cambiare idea, tra gli attestati di stima è giunto quello dell’Unione familiari vittime per stragi.
In una nota firmata dal suo presidente Paolo Bolognesi (a capo anche dell’associazione sulla strage del 2 agosto 1980 e oggi è deputato come indipendente nelle fila del Pd), si legge infatti che “dai giornali ci giungono notizie poco confortanti sul futuro di una trasmissione televisiva. Si tratta di quella nota a tutti come Blunotte prima e Lucarelli Racconta poi. Per tanti anni gli spettatori di Rai3, seguendola, hanno potuto vedere ricostruite molte delle storie che ci riguardano: le stragi che dal 1969 hanno insanguinato il nostro Paese, la P2, il racconto delle attività dei servizi segreti contro la verità e a favore dei terroristi e dei depistatori, Gladio e la mafia”.
“Potremmo continuare a elencare gli argomenti che Carlo Lucarelli e il suo team hanno trattato nel corso del tempo”, prosegue Paolo Bolognesi. “Ma tanto basta per definire autentico servizio pubblico, a favore dei cittadini e a favore dell’informazione collettiva, le puntate che negli anni hanno spiegato agli italiani una stagione che tanto duramente ci ha colpiti. Ora, per ragioni di budget, nel 2013 la nuova stagione non andrà in onda e la Rai si limiterà a riproporre repliche estive. Di certo il loro inserimento in palinsesto sarà utile e per questo chiediamo a gran voce che i vertici della Rai ci ripensino e non sottraggano ai loro telespettatori una trasmissione che ha raccontato il periodo più buio di storia d’Italia”.
Già nei giorni scorsi il direttore di Rai3, Andrea Vianello, rispondendo su Twitter a Roberto Saviano che definiva la trasmissione “memoria storica del nostro Paese”, aveva affermato che “con Lucarelli abbiamo studiato un nuovo programma che contiamo di fare nel 2014 e intanto mandiamo come previsto 8 repliche”. Ma nel frattempo il deputato Pino Pisicchio, presidente del gruppo misto e vicepresidente di Centro Democratico, aveva presentato in merito alla chiusura della trasmissione una richiesta di acquisizione di informazioni al presidente della commissione di vigilanza Rai.
“È un programma di qualità”, ha dichiarato il parlamentare in linea di continuità con quanto ha poi scritto Bolognesi, “che ha avuto il merito di offrire all’attenzione di un pubblico desideroso di approfondimenti contenuti informativi legati ad episodi di cronaca densi di risvolti politici, sociali, economici, promuovendo spunti di riflessione assai importanti, come le carceri, il G8 di Genova, i morti sul lavoro, tematiche di indubbio impatto civile. Vorremmo conoscere le ragioni di una scelta che non sembra promuovere particolari virtuosità sul piano del risparmio”.
Infine sulla stessa lunghezza d’onda anche il giornalista Gianfranco Mascia che lo scorso 27 giugno, dal suo blog su ilfattoquotidiano.it, aveva scritto che “capiamo che sia necessario risparmiare, ma nel caso fosse questo il motivo, chiediamo che si trovino le (poche) risorse necessarie per far proseguire il programma di Carlo Lucarelli, magari tagliando i veri sprechi che si annidano tra le spese ridondanti di alcuni manager dell’azienda pubblica e di qualche giornalista strapagato”. Ora Rai3, sulla scia delle polemiche sollevate dalla notizia dell’addio a Blunotte, sembra intenzionata a ripensarci.