Quanti rubli sareste disposti a pagare per vedere i loro sguardi incrociarsi? E sentirvi l’inno che ha tormentato milioni di esistenze e che, nella sua semplicità, dipinge l’Italia più d’ogni altra canzone? Beh, nessuno ci sperava più, io stesso mai c’avrei scommesso un centesimo.


E invece pare che tutto questo possa accadere. “Felicità“, sì proprio lei, intonata da Al Bano e Romina. Insieme, sullo stesso palco. E dove un qualcosa di più totale poteva accadere se non nella Grande Madre Russia, Paese ontologicamente superiore. E quando se non nel mese d’ottobre. Le rivoluzioni, da quelle parti, seguono scansioni temporali ben precise.

Mosca pullula di manifesti per l’evento più importante del millennio. Non fosse altro che di mezzo non ci sono solo loro ma tutta l’intellighenzia che riusciamo ad esportare nel profondo est: Toto Cutugno (celebre il suo featuring col Coro dell’Armata Rossa), i Ricchi e Poveri, Gianni Morandi, i Matia Bazar e Riccardo Fogli. Ora, vi sfido a lamentarvi e fare i tristoni quando, per una cifra variabile tra i 25 ed i 100 euro, potreste trovarvi davanti la gerontocrazia della canzone italiana. Tutto in una sera. Chissenefrega dei grandi festival di musica che in Italia non riusciamo a fare, chissenefrega se tale Moreno guida la classifica degli album più venduti e chissenefrega se i degni epigoni di Al Bano&Romina – i Jalisse – cantano nei centri commerciali. Perchè loro, in carne ed ossa, stanno tornando. E a me poco importa anche che Al Bano ancora nulla sappia della reunion moscovita (“Le giuro che non ne so niente”), perchè oramai l’immagine di lei che impugna un microfono non riesco più a togliermela.

Anche se non accadesse, anche se fosse tutto uno scherzo, mi figuro loro due, lievemente ingobbiti, che intonano “Felicità” con gli sguardi un po’ spenti. Troppi gli anni trascorsi da quel SanRemo ’82. Tutto diventa bellissimo in un sol colpo, un sogno che s’avvera, un cerchio che si chiude. A rovinare quest’immagine le telecamere in alta definizione a riprendere la scena, Romina visibilmente arrotondata e un sorriso che forse non sarà più lo stesso. Che accada allora, che ci facciano godere di questa canzone che non scomparirà mai. Ma che la cantino una volta e basta, che sia solamente davvero one shot, un evento speciale e unico. La magia, quella vera, non tornerà comunque mai. 

Twitter | @albertoasquini

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