“Mi meraviglio della meraviglia delle persone che si chiedono cosa facciano i saggi. Noi pensiamo. Il pensiero è un’attività libera. Pen-sia-mo. E’ legittimo pensare o no? E siccome non siamo retribuiti, possiamo pensare gratuitamente o no?“. Sono le parole risentite di Francesco D’Onofrio, uno dei trentacinque saggi della Commissione per le riforme costituzionali voluta da Enrico Letta. L’esponente dell’Udc, ospite di Alessandro Milan nella sua trasmissione “24 Mattino”, su Radio24, rivendica con orgoglio il suo operato. “Ci occupiamo esattamente delle cose di cui normalmente la gente si occupa. Non è che noi ci riuniamo per perdere tempo. Sono incredulo di fronte alla sorpresa della gente”. E punta il dito contro l’informazione: “Se qualche volta si facesse sapere che cosa avviene e non che cosa si desidera, qualche volta si saprebbe di più”. L’ex ministro dell’Istruzione del Governo Berlusconi I risponde, piccato, anche a una domanda di Milan su Rodotà e Zagrebelsky: “Sono persone che hanno detto che non si deve cambiare la Costituzione. E’ un’opinione diversa dalla nostra”. D’Onofrio rincara: “E’ importante che la gente sappia che ci sono delle persone che non sono pagate per pensare. Non prendiamo nulla, neanche lo stipendio. Soltanto un rimborso del cazzo. Possiamo riordinare le funzioni sullo Stato o no? Sono cose che si possono fare par-lan-do“. E aggiunge: “Perché non può farlo direttamente il comitato in Parlamento? Perché il Parlamento non è in grado di far questo, il Parlamento non è chiamato per pensare, è chiamato a decidere. Vogliamo capire che c’è una differenza enorme tra il pensare e il decidere o no?“. Il saggio, che a un certo punto della trasmissione interrompe la comunicazione telefonica credendo che diretta sia finita, conclude, sbottando: “La Costituzione americana è stata fatta dopo una lunghissima convenzione costituzionale, fatta di pensiero. Vogliamo stabilire che c’è il pensiero o no? O dà fastidio la gente che pensa?” (Leggi l’articolo)