Flc Cgil chiede chiarezza alla dirigenza su alcuni punti: bilanci, stipendi degli insegnanti, tipologie di contratto e modalità di assunzione. L'Istituto è nato in seguito all'insediamento in città dell'Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare
Bilanci, stipendi degli insegnanti, tipologie di contratti e modalità di assunzione della Scuola per l’Europa di Parma. Sono questi alcuni punti su cui Flc Cgil chiede chiarezza alla dirigenza dell’istituto nato con l’insediamento a Parma dell’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare, ma anche alle istituzioni del territorio, con la richiesta di vigilare sulla situazione.
In dieci domande il segretario di Flc Simone Saccani e l’Associazione docenti della Scuola per l’Europa di Parma chiedono risposte su questioni che da tempo il sindacato denuncia. Tra queste “una gestione poco trasparente dal punto delle risorse e del personale” e “l’immotivata differenza di fondi assegnati alla Scuola rispetto alle scuole statali sempre più impoverite”. L’istituto che oggi ha iscritti 587 studenti dalla scuola per l’infanzia alla secondaria, può contare su 110 unità di personale di cui 99 docenti e dispone di un budget annuale per progetti di 750mila euro, di cui 500mila saranno impiegati per pagare incarichi. Molto differenti le cifre di un normale istituto cittadino come per esempio la scuola Montebello, che con il doppio di studenti conta 120 unità di personale e solo 62mila euro di fondi per progetti. Una sproporzione ancora più evidente se si calcola la media delle risorse per studente, che vanno dai 6.818 euro per un iscritto alla Scuola per l’Europa ai 56 euro per uno studente di un altro istituto.
“E’ vero che nel bilancio consuntivo del 2012 risulta un avanzo di oltre 12 milioni di euro?” si legge nella prima delle dieci domande poste al prestigioso istituto. E ancora: “Quanti soldi nell’anno scolastico 2012/13 sono stati assegnati dal ministero alla Scuola per l’Europa per pagare gli stipendi dei dipendenti e quanti ne sono stati realmente spesi?” Anche sui compensi degli insegnanti le cifre raccontano una realtà molto differente rispetto alle altre scuole: 120mila euro lorde annuali sulla busta paga di un docente delle medie per l’Europa entrato con l’ultimo concorso, 20.973 per un prof che insegna altrove.
Sull’argomento i dubbi sono tanti. Perché gli stipendi, secondo quanto denunciano Saccani e i docenti, “cambiano a seconda del tipo di contratto di assunzione, differente anche per persone che svolgono lo stesso incarico”. Per questo si chiede conto dell’entità del salario accessorio erogato nell’anno scolastico 2012/13 al personale della scuola. “E’ superiore ai 400.000 euro? Quali criteri sono stati utilizzati per quantificare l’importo associato ai vari incarichi e soprattutto quali criteri sono stati utilizzati per assegnarli al personale?” In questi anni diversi dipendenti hanno intentato cause contro la Scuola per irregolarità nelle selezioni e nei contratti di assunzioni e ultimamente il Tribunale del Lavoro di Parma ha dato ragione a 37 tra docenti e non docenti che chiedevano per l’anno 2010-2011 l’equiparazione agli stipendi europei.
Nelle domande poste alla dirigenza viene anche chiesto se siano stati stipulati direttamente senza concorso pubblico contratti individuali di “collaboratori d’educazione”, che in alcuni casi sarebbero utilizzati come docenti a tutti gli effetti. Sempre sugli insegnanti un altro dubbio riguarda “docenti che insegnano alcune materie senza esserne abilitati e senza averne i titoli”.
Un diverso capitolo riguarda i concorsi, già al centro di polemiche negli anni scorsi, quando nella sede della Scuola per l’Europa erano arrivati i carabinieri ed era stata avviata un’indagine perché le selezioni, pur essendo pubbliche, si svolgevano a porte chiuse. Alla vigilia di un nuovo concorso in programma lunedì, il sindacato chiede se “i membri delle commissioni abbiano competenze specifiche per valutare i candidati” e come mai alcuni si siano dimessi.
Tutte domande che hanno l’obiettivo, come ha ricordato Saccani, di “fare luce sulla gestione di un istituto finanziato in gran parte con risorse pubbliche, in un momento in cui si assiste al collasso della scuola pubblica”. E che ora, dopo tanti anni di silenzi e di difficoltà di comunicazione, attendono una risposta.