Nella Relazione annuale al Parlamento, il presidente dell'authority Cardani sottolinea il crollo dei fatturati dell'editoria che ha perso quasi un miliardo e quelli delle tlc, scesi del 6,4% rispetto all'anno precedente. Il settore pubblicitario cresce solo online e appena un italiano su tre accede a Internet
Sviluppo a rilento delle reti nuova generazione, crollo del fatturato dell’editoria e Sky che sorpassa i ricavi di Mediaset. Sono alcuni punti della Relazione annuale dell’Agcom del presidente dell’authority Angelo Cardani al Parlamento, dalla quale emergono anche la flessione del contributo al pil dei servizi tlc e la scarsa alfabetizzazione digitale dell’Italia, al quarto posto in Europa “nella non invidiabile classifica del numero di individui che non ha mai avuto accesso a Internet (37,2% contro una media europea di 22,4%)”. Allo stesso tempo, rileva il rapporto, “siamo anche il Paese in Europa in cui gli internauti hanno la più alta frequenza di accesso (“oltre il 91% accede regolarmente ogni giorno mentre la media è del 79%”). Nella relazione si sottolinea inoltre che che “la Internet economy erode quote di mercato al traffico voce e dati tradizionale; continua la crescita del traffico ip in mobilità” e che “il video è il principale driver della crescita della domanda di traffico su web” spiegando che “se le telecomunicazioni sembrano ridimensionate, il valore di Internet si estende a dismisura al diffondersi del suo utilizzo”. E da un’analisi comparata dei ricavi pubblicitari nei vari comparti del settore media nel 2012, si evince che è in crescita soltanto la componente Internet, con un +10.3% (da 1,407 miliardi del 2011 a 1,552 miliardi). In calo tutte le altre voci.
Editoria e tv – L’editoria, sia periodica sia quotidiana, ha perso nel 2012 quasi un miliardo di ricavi, ossia oltre il 14% del proprio fatturato, passando dai 6,180 miliardi del 2011 ai 5,307 del 2012. Sky, invece, conquista lo scettro dei ricavi tv in Italia nel 2012. Lo scorso anno il gruppo Newscorp/Sky Italia ha rastrellato 2,63 miliardi di euro (il 32% del totale, -1.4% sul 2011), Mediaset 2,49 miliardi (il 30,2%, -13.2%), Rai 2,34 miliardi (il 28.5% del totale, -7.5%). È ancora il servizio pubblico, inoltre, a fare la parte del leone nel mercato della tv gratuita dove, complice il canone, nel 2012 totalizza il 48,3% dei ricavi del settore risultando in crescita rispetto al 45,9% del 2011. Nel mercato della tv gratuita viale Mazzini è seguito da Mediaset con il 38,9% dei ricavi, dal 41,2% del 2011, e da Ti Media, con il 3% dal 2,9% dell’anno precedente. Gli altri operatori raggiungono il 9,9%. Quanto alla pay tv, i cui ricavi nel 2012 sono stimati in 3,36 miliardi, leader indiscusso è Sky Italia con il 77,6% dei ricavi. Segue Mediaset con il 17,8%, poi gli altri operatori con il 4,6%.
Reti di nuova generazione – Negativo il quadro delle reti fisse di nuova generazione, che rimangono “al palo”. “Sopra i 10 Mbit/s – ha spiegato Cardani – la sottoscrizione media al 2012 in Europa è del 59%, da noi ristagna al 14%. Non pervenuta – prosegue – quella per le connessioni sopra i 30 Mbit/s. Non pervenuta la fibra, nè la cablatura dei distretti. Non pervenuta la catch-up tv, nè il video on demand’’, osserva ancora. Non va meglio per il mobile, dove si dovrebbe affermare il cosiddetto 4G. “La realizzazione delle nuove reti Lte prosegue a velocità ridotta rispetto alle previsioni”, sottolinea Cardani. “Negli ultimi anni – spiega nella Relazione annuale – gli investimenti in reti di nuova generazione hanno avuto il fiato corto; l’Italia sconta tra l’altro l’assenza di un mix di tecnologie che esiste negli altri Paesi. L’Autorità – quindi – dovrà saper trovare il giusto equilibrio tra l’obiettivo di promozione della concorrenza e l’incentivazione agli investimenti, considerando che non tutte le aree del Paese presentano stessa redditività”.
Pil e tlc – In Italia il contributo al pil dei servizi tlc è passato dal 3,2% del 2006 al 2,4% del 2012, mentre la spesa delle famiglie per servizi di comunicazione sul totale dei consumi nello stesso periodo è scesa dal 2,41% all’1,94%. E i ricavi del settore telecomunicazioni nel 2012 sono scesi del 6,4% a 37,97 miliardi di euro, contro i 40,59 del 2011. Nel sottolineare che il comparto “da anni mantiene un peso rilevante sul totale degli investimenti nazionali in immobilizzazioni che oscilla tra il 5 e il 6%”, Cardani ha detto che tuttavia “non si può assecondare solo con le reti ed i servizi attuali la traiettoria di sviluppo della domanda. Per fare il salto è necessaria una discontinuità, anche nell’ordine di grandezza degli investimenti, per consentire il passaggio alle reti di nuova generazione (fissa e mobile) e lo sviluppo dell’architettura Ip”.
Revisione par condicio – Cardani inoltre sottolinea la necessità di aggiornare le regole relative alle funzioni di garanzia dell’Agcom poichè esse “appaiono obsolete e inefficaci nell’affrontare il ruolo di vigilanza”. Si tratta di un aspetto, specifica, “trasversale a diversi temi, dalla par condicio alle norme in materia di tutela dei minori, alla possibilità di estendere anche ai cosiddetti over the top alcune norme che attualmente valgono solo per gli operatori dell’audiovisivo”. E proprio in merito alla par condicio, per il presidente dell’autorità la normativa è superata e va rivista. Si tratta di “una legge pensata per un sistema bipolare e che evidenza pesanti limiti applicativi in un contesto di competizione politica sempre più frammentato e con regole di comunicazione in continua evoluzione”. “Da parte nostra – sottolinea – stiamo procedendo ad una revisione della disciplina regolamentare. L’auspicio è che il Parlamento intraprenda un percorso analogo. Non mancheremo di segnalare le principali criticità”.