La minoranza del consiglio comunale di Parma ha abbandonato l'aula dopo lo scontro con il primo cittadino. Contestata la nomina di Marco Ferretti, scelto dopo il dimissionario Gino Capelli: "Se si trattava di una decisione preventivata, perchè è stato messo in una posizione così delicata?"
Intolleranza alle critiche, comportamento offensivo, insulti gratuiti. Con queste accuse il sindaco Cinque stelle di Parma Federico Pizzarotti finisce nel mirino della minoranza, che dopo l’ennesimo scontro verbale abbandona in blocco l’aula del consiglio comunale lasciando i banchi vuoti nel bel mezzo della seduta.
“Non possiamo più tollerare comportamenti offensivi del sindaco, reiterati in questi mesi, che hanno reso il consiglio comunale un luogo impraticabile sia per lo svolgimento di una normale dialettica, sia per i comportamenti istituzionali tenuti – spiega Ettore Manno dei Comunisti italiani a nome dei consiglieri, che poi abbandonano la riunione – Già da mesi avevamo invitato a limitare questi atteggiamenti. La nostra è una censura, manifestata con un’azione politica molto forte”.
A scatenare le polemiche, la discussione in aula di questioni che negli ultimi giorni hanno scosso il Comune, prima fra tutte l’addio dell’assessore al Bilancio Gino Capelli e poi il caso del comandante della municipale Patrizia Verrusio, su cui l’associazione Nuovi Consumatori ha presentato un esposto. In particolare però è sul tema dell’avvicendamento alla delega al Bilancio che si consuma lo scontro tra Cinque stelle e opposizione.
Nel mirino le dimissioni dopo un solo anno di mandato dell’assessore con il compito più delicato di far quadrare i conti del Comune e di portare in sicurezza le casse che fino alla fine del 2012 registravano oltre 800 milioni di euro di debiti. Si parla di un mandato non portato a termine, di discontinuità in un settore fondamentale per l’amministrazione. “Se le dimissioni erano preventivate, perché Capelli è stato messo in un ruolo così importante?” chiede il consigliere Roberto Ghiretti (Parma Unita). In aula gli interventi sono anche critici sulla scelta del successore di Capelli, Marco Ferretti, ritenuto dal Pd “una persona vicina alle vecchie amministrazioni. Forse – aggiunge Nicola Dall’Olio – si pagano debiti pregressi”. E anche sulla poca chiarezza relativa all’incarico, a partire dallo stipendio del docente nominato neo assessore, che dovrebbe continuare ad arrivare dall’Università di Parma.
Da una parte all’altra dell’aula volano insulti e repliche, la tensione è alta ed esplode di lì a poco da un’affermazione di Pizzarotti. “Penso che stiate dando uno spettacolo indecoroso – dice rivolgendosi ai consiglieri di minoranza – solo gossip e insinuazioni senza capire che si tratta di una persona a servizio della città. Voi che da 40 anni vi avvicendate tra di voi e fate i vostri interessi per carriera politica”.
Una frase ritenuta di troppo dall’opposizione: si chiedono scuse ufficiali che non arrivano e pochi minuti dopo i consiglieri decidono compatti di non proseguire la seduta. “C’è un’intolleranza totale – attacca il capogruppo del Pd Dall’Olio – ogni volta che facciamo una critica viene presa come un atto di lesa maestà. Questa non è democrazia, abbiamo voluto rimarcarlo”.
I lavori del consiglio procedono con la sola maggioranza Cinque stelle, che difende a spada tratta il primo cittadino. “L’opposizione si fa rimanendo qui, non prima sui giornali e poi andando via” commenta il capogruppo M5S Marco Bosi, mentre Pizzarotti pubblica la foto dei banchi vuoti della minoranza. “Questa – scrive – è la voglia e la capacità di dialogo della nostra minoranza. Al di là di tante parole e proclami. Il consiglio deve essere un luogo in cui lavoriamo per i cittadini, e non dove fare polemiche buone solo per la campagna elettorale”.