Il capo dello Stato: "Il mio impegno quotidiano è richiamare tutte le forze rappresentative del Paese al massimo sforzo di coesione". L'Antitrust apre un fascicolo, in cui però non sarebbero riscontrare irregolarità. E la Consob chiede lumi sia a Della Valle che alla Fiat
“E’ mio impegno quotidiano richiamare tutte le forze rappresentative del Paese al massimo sforzo di lungimiranza e di coesione in questa delicata fase della vita nazionale. Lo afferma Giorgio Napolitano in merito all’appello di Diego Della Valle su Rcs precisando che “non spetta” a lui alcun commento” su tali questioni.
Il capo dello Stato in una nota spiega in una nota di aver “letto l’appello del dottor Diego Della Valle pubblicato stamattina sulla stampa e ne ho colto l’intento dichiarato di operare nell’interesse generale di una libera e corretta evoluzione del mondo della stampa e dell’informazione”. “E’ mio impegno quotidiano – aggiunge – richiamare tutte le forze rappresentative del Paese al massimo sforzo di lungimiranza e di coesione in questa delicata fase della vita nazionale. Naturalmente non spetta a me alcun commento su questioni e proposte rimesse alla libera determinazione di soggetti economici e imprenditoriali e al giudizio del mercato”.
Intanto l’Antitrust oggi ha aperto un fascicolo sulla vicenda, ha spiegato il presidente dell’Authority Giovanni Pitruzzella. Ma dalla relazione del Garante non emergono irregolarità, come riporta Adnkronos. La legge stabilisce che si raggiunge una posizione dominante laddove si detengano collegamenti con società editrici di giornali quotidiani la cui tiratura sia stata superiore al 30% della tiratura complessiva dei giornali quotidiani in Italia. Nel caso specifico di Rcs, la quota di mercato di Corriere della Sera (10,7%), Gazzetta dello Sport (6,6%), se unita a quella de La Stampa (6,1%), supererebbe il limite del 20%. Ma il possesso del 20% del capitale di Rcs – spiega la nota – non ne implica il controllo. Infatti, ad oggi, il Patto (che post-aumento detiene circa 60% del capitale di Rcs) non è controllato da Fiat perchè il Patto stesso delibera con la maggioranza assoluta delle azioni (che Fiat non possiede) e delle persone che fanno parte della Direzione del Patto stesso. Fiat non ha chiesto alcun diritto aggiuntivo o altre prerogative rispetto a questo assetto di governance.
Ieri la corsa al controllo del primo quotidiano italiano aveva registrato nuovi colpi di scena: Sergio Marchionne aveva detto che per Fiat “Rcs è strategica”; in serata, invece, Diego Della Valle aveva invitato tutti i soci a fare un passo indietro e chiesto, appunto, l’intervento nella vicenda del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Oggi, però, l’amministratore delegato del Lingotto è tornato ad insistere sull’argomento, ribadendo le posizioni già espresse nei giorni scorsi: “Noi abbiamo sempre avuto interessi in Rcs, per noi è importante. Si tratta di proteggere qualcosa che è stato nel gruppo da anni, rappresenta qualcosa di valore. Quindi è da proteggere come abbiamo fatto per Fiat nel 2004”, ha detto Marchionne. Che, in merito alle iniziative di Della Valle, ha aggiunto: “E’ libero di fare quello che ritiene più opportuno”.
La Consob, intanto, ha intenzione di far luce sulla vicenda. Secondo l’Ansa, avrebbe convocato Diego Della Valle, che si era detto pronto a salire oltre il 20% salvo poi, nella lettera a Napolitano, esortare tutti i soci a lasciare. Parimenti, la Consob chiede chiarimenti alla Fiat per le recenti dichiarazioni di Sergio Marchionne: la Commissione ha chiesto entro domani un comunicato al Lingotto per chiarire in che modo la quota posseduta in Rcs abbia natura strategica, essendo Fiat una casa automobilistica.