Si apre una nuova era nei rapporti tra Italia e San Marino. Dopo la Camera dei deputati è stata approvata anche dal Senato la ratifica della convenzione contro le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e per prevenire le frodi fiscali. Un documento messo a punto dal governo Monti nel dicembre scorso e tornato in aula per l’approvazione definitiva durante l’esecutivo Letta che dovrebbe ora, dopo un lungo iter, far uscire il Titano dalla black list italiana.

Tutti i gruppi parlamentari si sono dichiarati a favore, compreso il Movimento 5 stelle che si è accodato alla maggioranza dopo che un proprio ordine del giorno è stato accolto dal governo. Una richiesta, quella del Movimento di Grillo, in cui si puntava, tra l’altro, a prevedere il monitoraggio da parte del Governo del traffico di capitali fra Italia e San Marino nonché delle società costituite o che saranno costituite, percipienti utili o dividendi o canoni o interessi di origine italiana.

Tra i risultati di rilievo della Convenzione va segnalato il contenuto dell’articolo 26 sullo scambio di informazioni, modificato dal protocollo del 13 giugno 2012 proprio per tener conto delle nuove direttive Ocse, che prevede che le autorità competenti degli Stati contraenti “si scambieranno le informazioni verosimilmente pertinenti per applicare le disposizioni della Convenzione (…) nonché per prevenire l’elusione e l’evasione fiscale”.

Ancora più importante la specifica contenuta nel comma 5 sull’eliminazione del segreto bancario. Gli stati contraenti, si legge, non potranno opporsi allo scambio di informazioni per il fatto che le stesse sono coperte da “segreto bancario”, o che “sono detenute da una banca, da un’altra istituzione finanziaria, da un mandatario o da una persona che opera in qualità di agente o fiduciario o perché dette informazioni si riferiscono a partecipazioni in una persona”. Di fatto, anche tra Italia e San Marino viene eliminato il “segreto bancario” che diverrà non più opponibile alle richieste di entrambe le parti contraenti.

Un’altra novità dell’accordo raggiunto con la Repubblica di San Marino riguarda la risoluzione dei casi di doppia residenza fiscale dove, d’ora in avanti, verrà privilegiata la sede di direzione effettiva.

“E’ un risultato – commenta il Segretario di Stato per gli affari esteri di San Marino, Pasquale Valentini – che conferma il percorso positivo seguito dal nostro paese, a cui hanno concorso per un quinquennio il Governo, il Consiglio Grande e Generale e tutte le forze economiche e sociali”. Valentini ha inoltre sottolineato la modalità non usuale con cui è avvenuta la ratifica, segno di un’attenzione particolare, soprattutto considerati gli impegni e le priorità in scaletta nel Parlamento italiano.

A fargli da sponda Pierferdinando Casini, presidente della commissione esteri del Senato: “È la fine di un percorso travagliato, che ha creato motivi di attrito tra i due Paesi. Dopo tanti ostacoli e battute d’arresto si tratta ora di normalizzare i rapporti tra i due Stati con una convenzione che ricalcando il modello Ocse ha un forte radicamento nelle migliori pratiche internazionali e comporta una forte riduzione del portata segreto bancario, con il rientro a pieno titolo per San Marino nella white list”.

Per Casini i benefici non saranno solo per la Repubblica del Titano, ma anche “per i tessuti sociali ed economici delle regioni confinanti Marche ed Emilia-Romagna” soprattutto per quel che riguarda la questione ancora aperta dei lavoratori frontalieri, che potrà trovare finalmente una soluzione grazie alla convenzione appena ratificata: “Una situazione intollerabile – ha spiegato – anche per via dell’imposta già introdotta da San Marino”. L’accordo contro le doppie imposizioni entrerà in vigore a partire dal 1 gennaio 2014.

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