Ad affermarlo è un nuovo studio, pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences, che ha scoperto un collegamento diretto tra i pesanti livelli di inquinamento atmosferico dalla combustione del carbone e le longevità degli abitanti
Per colpa dello smog a nord del fiume Huai in Cina si vive cinque anni di meno. Un problema che affligge almeno mezzo miliardo di cinesi. Ad affermarlo è un nuovo studio, pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences, che ha scoperto un collegamento diretto tra i pesanti livelli di inquinamento atmosferico dalla combustione del carbone e le longevità degli abitanti.
Per decenni in Cina nelle regioni più fredde del nord, il carbone per il riscaldamento è stato gratuito. Nonostante la buona fede dell’operazione governativa, l’iniziativa ha provocato secondo i ricercatori delle “differenze significative” sui livelli di inquinamento, tra le regioni del nord e quelle del sud. “Finora era stato scoperto che l’inquinamento influisce sulla salute umana, ma la questione più profonda e in definitiva più importante è l’impatto che ha sulla speranza di vita delle persone – ha spiegato in una intervista Michael Greenstone, uno degli autori -. Questo studio fornisce uno scenario unico per rispondere alla domanda su come le scelte politiche alterino sensibilmente i livelli di inquinamento per persone che altrimenti godrebbero di una salute identica”.
Raccogliendo i dati sulla concentrazione media delle particelle inquinanti di 90 città dal 1981 al 2000, l’analisi ha stimato che per avere respirato aria più inquinata, il mezzo miliardo di persone che vive nell’area a nord della Cina dal 1990, vivrà in media cinque anni e mezzo di meno rispetto agli abitanti del sud. In particolare l’equipe di ricerca dell’Università di Harvard ha scoperto che nel nord, la concentrazione di particolato (TSP) è di 184 microgrammi per metro cubo più alta rispetto al sud (pari ad un + 55 %) e le speranze di vita sono di 5,5 anni inferiori alla media per tutte le fasce d’età a causa soprattutto di un aumento dell’incidenza di mortalità per motivi cardiorespiratori, quali malattie cardiache, ictus, cancro ai polmoni e malattie respiratorie.
Più in generale il risultato dell’analisi suggerisce secondo i ricercatori che l’esposizione a lungo termine ad un aumento di 100 g/m3 di TSP nell’aria riduce la speranza di vita alla nascita di circa tre anni.