Un “Integruppo parlamentare per le libertà civili”: questo abbiamo proposto una settimana fa invitando tutti i parlamentari di ogni colore politico al Consiglio generale dell’Associazione Luca Coscioni. Il nostro obiettivo: far passare buone leggi su eutanasia, droga, staminali, divorzio breve e matrimoni egualitari. 

Il giorno dopo, l’ex-Ministro Maurizio Sacconi ha preso carta e penna per chiedere ai capigruppo Pdl “una moratoria sulla normazione di contenuti etici divisivi, evitando quelle maggioranze variabili che sarebbero non meno ma più che politiche”.

Di cosa ha paura Sacconi, tanto da evocare “l’impegno diretto e personale di Silvio Berlusconi” verso “comportamenti univoci e coerenti (!!!! nda) con i principi della tradizione nazionale”? Evidentemente teme che sui “contenuti etici divisivi” anche nel suo campo si possano rompere le righe. Il disimpegno del Papa rispetto ai tempi dell’interventismo ruiniano e il mandato limitato del governo delle larghe intese mettono questo parlamento in condizioni potenziali di giocare brutte sorprese a chi campa da decenni sulla rendita di posizione dei valori non negoziabili. Sullo sfondo, i sondaggi continuano a registrare anche tra i cattolici e tra gli elettori di centrodestra posizioni ben più laiche e liberali rispetto a quelle dei loro capipartito.

Ecco di cosa ha paura Sacconi. La Costituzione prevede il divieto di mandato imperativo per i parlamentari. C’è il rischio che gli eletti del Pdl possano accorgersene e approfittarne. Da qui, la proposta/minaccia di una moratoria. Non basta più avere paura dei propri elettori, sottraendo a loro e a tutti gli italiani conoscenza e dibattiti. Ora Sacconi chiede ai vertici Pdl di aver paura anche dei propri Parlamentari e di una loro eventuale libertà di coscienza civile.

 

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