Lo studio di Lancet che rivela una connessione fra smog e tumore ai polmoni scopre l’acqua calda. Nel Nord Italia, dove da anni si sforano i limiti imposti dall’Unione Europea, le percentuali di morti e malati di problemi respiratori sono molto più altre che altrove. Eppure, i politici hanno sempre fatto orecchie da mercante. Nessun ministro dell’Ambiente ha mai preso misure serie contro lo smog e tutti hanno delegato ai sindaci cosa fare città per città; con la conseguenza che l’impegno dei più sensibili al tema sia stato vanificato dai comuni limitrofi meno sensibili.
Poi c’è la puzza d’imbroglio. Subito dopo la sua elezione, nel gennaio 2008, l’allora sindaco di Milano Letizia Moratti battezza l’ecopass, una misura antismog che puniva le auto inquinanti facendo pagare loro un pedaggio, salvando però quelle diesel con filtro antiparticolato. Un provvedimento che la Regione Lombardia guidata da Roberto Formigoni copia in parte, mettendo fuorilegge, pochi mesi dopo, i diesel euro 2 senza filtro antiparticolato. Azioni queste che hanno avuto degli effetti. Quali?
Queste politiche ambientali hanno spinto gli automobilisti a cambiare il parco auto. Nella sola città di Milano si sono registrate tra il 2008 e il 2009 33 mila auto benzina in meno e 16 mila diesel in più (fonte Aci). La maggior parte di queste con filtro antiparticolato. La loro vendita è schizzata, +25% in un solo anno. Ringrazia Pirelli, produttore nel nostro Paese in quasi monopolio.
Uno studio dell’università di Genova, finanziato dall’Agip, proverebbe la trasformazione di queste polveri in aerosol e non la loro elimazione. Questo filtro alza la temperatura interna e riduce il pm10 in nanoparticelle, polveri sottilissime. Tuttavia, esse più diventano piccole più danno fanno alla salute perché hanno una capacità infiammatoria maggiore penetrando più efficacemente nel torrente circolatorio e negli alveoli. Già oggi si stima – in questo studio di Paolo Crosignani, primario dell’Istituto dei Tumori – che nelle aree caratterizzate da traffico veicolare, il pm 2.5 sia tra il 60 e l’80% del pm 10. Dunque, solo riducendo il traffico si riducono le particelle più piccole, quelle più a rischio per la salute umana.
Cosa fare allora? Se il fumatore smette di fumare dopo 4-5 anni il rischio di tumore si abbatte. Per l’inquinamento è la stessa cosa. Se si riduce il rischio mortalità diminuisce. Il provvedimento da prendere è semplice ma impopolare: bloccare il traffico, impedirlo per i piccoli spostamenti. I sindaci sono avvertiti. Se hanno a cuore la salute dei loro cittadini.