E’ la settimana delle coppie. Prima Al Bano e Romina che (pare sia stato smentito, ma a me piace ancora pensarlo) canteranno insieme “Felicità” a Mosca, poi una tragedia nazionale: il sodalizio, non quello familiare eh, di Paola & Chiara finisce qui. Si separano, non faranno più album insieme, concerti chissà. L’ultima loro apparizione, pochissimi giorni fa, a Cesenatico al “Radio Bruno Estate 2013”. Perché deve finire così mestamente, perché?
Un mese fa Paola Iezzi (la mora, per intenderci) lamentava lo scarso interesse dei discografici nei loro confronti, poi un album uscito recentemente – “Giungla” – che, raccontano da Itunes, vende benissimo. E ora, a ciel sereno, la notizia che ha mandato, non bastasse il solleone, i fan in iperventilazione. Ci leggi la tristezza e la rassegnazione nei loro commenti sui profili social delle sorelle. E la mente va allora subito a SanRemo ’97 e loro due, poco più che ventenni, che cantano, con voce ancora stridula, “Amici come prima“. Da quell’anno non c’era estate che non arrivasse svizzero e puntualissimo il tormentone. Video su spiagge brasiliane, sole, corpi fisicati a ballare “Festival“. E come dimenticarci di “Viva El Amor” o “Vamos a Bailar“. Automobile direzione mare, braccio fuori dal finestrino e Paola & Chiara ad esaltare gli animi. Ed aspettare la sera per vedere i loro playback al FestivalBar.
Le loro canzoni avevano quel tocco appiccicaticcio che fai proprio fatica a smuovertele dalla testa. Il mercato sudamericano e spagnolo ci impazzivano (ma forse pure ora) dietro, e pure la patria di “God Save The Queen” – sulle colonne del “The Guardian” – elesse “Non puoi dire di no” tra le cinquanta canzoni italiane più belle di sempre.
Abbagli? Non totalmente. Non fosse altro che al mercato straniero sono state tra le più attente in Italia. Fino a cadere forse nel ridicolo. Prova ne sia “Ba Xin Fang Kai” la “Chinese Version” di “A Modo Mio”, ballatona strappalacrime contenuta in “Giungla” che farà impazzire il miliardo e rotti di fan del Sol Levante.
Ora tutto è finito, dopo una lenta agonia. E dato che si vive anche di nostalgia mi chiedo che estati saranno ora senza loro, che senso potranno mai avere? Magari troveremo Paola o Chiara, in giro in una località balneare a caso, a cantare una canzone (davvero bellissima) come “Amoremidai“. E scatterebbe subito il pianto isterico collettivo. Come è giusto che sia.