Un censimento condotto a mo’ di blitz, on the road, intercettando i ministri del governo Letta, uno a uno, in mezzo alla strada. Due sole domande. E una questione urgente: quando verranno stabilizzati i precari che reggono il Censimento, quello vero, condotto dall’Istat? Già perché il censimento che tutti noi siamo stati costretti a compilare si regge sulle gambe di 385 precari, che costituiscono il 70% degli addetti a questo ramo d’indagine dell’Istat. Assunti tre anni fa, a tempo determinato, che futuro hanno? Il primo dei ministri ad essere stato censito, questa mattina, è stato il titolare della Funzione Pubblica, Giampiero D’Alia, colto di sorpresa, all’ingresso della sala polifunzionale della presidenza del Consiglio dei ministri, a Santa Maria in Via, dietro la Galleria Alberto Sordi. L’occasione era la presentazione dei primi risultati del 9° Censimento generale dell’industria e dei servizi e delle istituzioni non profit. Fuori ad aspettarlo, un drappello di lavoratori Istat. Con una scheda censuale formato gigante. Targata Flc-Cgil. E un’altra formato tascabile. Sopra due domande. “Quando pensa di stabilizzare il 385 precari dell’Istat, già selezionati con concorsi pubblici?”. E poi: “Quando saranno rinnovati i contratti nazionali della Pubblica Amministrazione ferma al 2009?”. Il ministro le ha lette, senza dare risposta. La scheda che avrebbe dovuto riempire se l’è messa in tasca, lasciandola in bianco. Solo poi ha mandato la sua scorta a restituire il pennarello che gli era stato consegnato per compilarla. “Abbiamo cominciato con D’Alia, ma proseguiremo anche con gli altri ministri”, spiega Fabrizio Stocchi, coordinatore della Flc-Cgil dell’Istat, che ha promosso questo “flash-mob”. Un modo per accendere i riflettori sui precari della ricerca. “Attendiamo risposte” di Mariagrazia Gerina