146 lavoratrici e lavoratori della InterCos (ex InterFila) di Limbiate stanno lottando da settimane contro lo spettro del licenziamento. L’azienda, leader mondiale della cosmetica, ha infatti annunciato un piano che prevede la chiusura dello stabilimento di Limbiate (Monza e Brianza) dove vengono prodotte le matite di legno per il make up che vengono poi vendute nelle profumerie di mezzo mondo. Le ricadute occupazionali derivanti dalla chiusura saranno drammatiche. Al momento l’azienda si è detta disponibile a ricollocare una sessantina di lavoratrici: dieci nel vicino stabilimento di Agrate (dove è attivo il reparto di ricerca e sviluppo) e cinquanta ben più lontano, nel cremasco, nessuno spiraglio invece per gli altri novanta dipendenti. La produzione delle matite verrà spostata in Cina, dove il gruppo ha già uno stabilimento in grado di realizzare il prodotto a un decimo del costo rispetto alla produzione italiana. Nelle scorse settimane, dopo l’annuncio dell’avvio della cassa integrazione fin dal prossimo settembre, le lavoratrici hanno messo in campo tutta la loro creatività per scongiurare un destino che sembra ormai segnato. Prima hanno chiesto un incontro con il fondatore e presidente del gruppo InterCos Dario Ferrari, a cui hanno fatto intervenire anche i loro figli, che hanno scritto e letto una lettera chiedendo di non lasciare i genitori senza lavoro. In un secondo momento hanno cantato una canzone sulle note di Bella Ciao, sempre per chiedere alla proprietà di farsi carico del destino delle famiglie, poi hanno scritto alle grandi firme della moda e della cosmesi clienti di InterCos. In questi giorni, dal 27 giugno al 21 luglio, i dipendenti e i rappresentanti sindacali di quella che è stata ribattezzata “la Fabbrica della Speranza” stanno gestendo la festa del Pd di Limbiate, che ha offerto ai dipendenti InterCos questa possibilità, al fine di permettere loro di raccogliere i fondi necessari per continuare nella battaglia per il lavoro di Alessandro Madron
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