Lunga riunione a Palazzo Chigi fra il premier Enrico Letta e i ministri Angelino Alfano, Emma Bonino e Anna Maria Cancellieri per “mettere a punto la posizione dell’esecutivo italiano” sulla vicenda dei familiari del dissidente kazako espulsi dall’Italia.
Il movimento 5 Stelle ha intanto annunciato una mozione di sfiducia contro il ministro e vicepremier Angelino Alfano “per le sue gravissime responsabilità sul caso di Alma Shalabayeva e di sua figlia”. Spiega il senatore Mario Giarrusso: “E” parso subito evidente che non poteva non esserci una gravissima responsabilità del governo. Perché queste azioni non possono essere compiute senza copertura politica”. Una responsabilità politica “tanto più forte che nei giorni dell’allontanamento di Alma e di sua figlia, il vertice della polizia era acefalo, e la responsabilità non poteva che ricadere sul capo del ministero degli interni onorevole Alfano”.
La prossima settimana il M5s depositerà “la mozione di sfiducia e chiederà il consenso delle altre forze politiche. Alfano è responsabile sia nel caso in cui sapesse quello che accadeva, sia nel caso in cui non lo sapesse. In un caso o nell’altro è una persona inadatta a questo ruolo. Peraltro quando la stampa e poi noi abbiamo sollevato il caso, Alfano si è inabissato. È scomparso dal punto di vista politico. È evidente che c’è un gravissimo stato di imbarazzo. Alfano deve dimettersi e se ne deve andare”, spiega Giarrusso.
Che poi, sottolinea, “il ministro dell’Interno accusi i funzionari sotto di lui è un ulteriore fatto di delegittimazione. Perché se hanno commesso mancanze, o li pone fuori lui questi funzionari, oppure deve porsi fuori lui stesso. L’importante è che tolga il nostro Paese da questo grave imbarazzo”.
Intanto, una delegazione di parlamentari del M5S ha deciso di andare in Kazakistan per verificare il rispetto dei diritti individuali e politici e fare visita a Alma Shalabayeva, moglie di Mukhtar Ablyazov, principale oppositore del regime kazako. I senatori Mario Giarrusso, Nicola Morra, Sergio Puglia aderiscono all’appello della Fondazione Open Dialog che ha aperto un dossier sul caso. Alma Shalabayeva vive oggi agli arresti domiciliari ad Almaty.