Il collegio, finito nella bufera, non è certo composto da “toghe rosse” di cui parlano da un ventennio i berluscones: quasi tutti non sono iscritti a nessuna corrente. Il giudice Amedeo Franco faceva parte del collegio della III penale che confermò proscioglimento e prescrizione decisi dal gup di Roma
Silvio Berlusconi per il processo Mediaset non potrà appigliarsi alla prescrizione nemmeno se non verrà giudicato alla fine del mese. Anche se il 30 luglio i giudici della sezione feriale dovessero aggiornare l’udienza, su richiesta della difesa, per il leader del Pdl non cambierà nulla perché la prescrizione si sospende. Lo stabilisce la legge. Ma può anche accadere che i giudici decidano di proseguire.
Il collegio, finito nella bufera, non è certo composto da “toghe rosse” di cui parlano da un ventennio i berluscones: quasi tutti non sono iscritti a nessuna corrente. A cominciare dal presidente Antonio Esposito, il giudice che dopo aver ricevuto il fascicolo con l’indicazione della prescrizione primo agosto, per la frode 2002, ha dovuto fissare l’udienza necessariamente al 30 luglio. La sua sezione di provenienza, la seconda, con lui presidente, ha confermato la condanna all’ex governatore Totò Cuffaro, le ordinanze di custodia cautelare per l’ex sottosegretario del Pdl, Nicola Cosentino e l’ex parlamentare, Sergio De Gregorio. Ha confermato la condanna di Massimo Maria Berruti, Pdl, così come la condanna del governatore di Bankitalia, Antonio Fazio per il processo Antonveneta. Nel 2011, Esposito da presidente della sezione feriale, fissò al 4 agosto l’udienza del processo all’ex ministro Aldo Brancher (Pdl) perché il giorno seguente sarebbe scattata la prescrizione. Il fratello Vitaliano è stato procuratore generale della Cassazione. All’ex pg provò ad avvicinarsi, attraverso suo figlio, il prefetto Francesco La Motta, arrestato a giugno. C’è chi ha paventato una possibile astensione di Antonio Esposito per una vicenda, chiusa, del figlio Ferdinando, pm di Milano. Nei suoi confronti c’era stata una segnalazione al Csm del procuratore Edmondo Bruti Liberati dopo che la stampa di gossip aveva parlato di una presunta frequentazione tra il pm e l’imputata Nicole Minetti. Il 23 gennaio scorso, però, la procura generale della Cassazione ha concluso con una archiviazione l’indagine pre-disciplinare dopo aver accertato la casualità di un incontro del pm con Minetti in un locale pubblico. Per quanto riguarda gli altri magistrati che dovranno affrontare il processo Mediaset, il più conosciuto è Antonello Mura: braccio destro del pg Gianfranco Ciani, è il segretario generale dell’ufficio. Altro che toga rossa: è stato presidente di Magistratura Indipendente, la corrente più a destra dei magistrati e consigliere del Csm.
Il relatore è Amedeo Franco, giudice della terza sezione penale, la stessa che ha confermato il proscioglimento di Berlusconi per l’inchiesta Mediatrade (decisione emessa in primo grado dal gup di Roma Pierluigi Balestrieri che avevano pronunciato sentenza di prescrizione per i fatti relativi al 2003 e assoluzione per i fatto relativi al 2004). Viene definito “serio e rigoroso”. Anche gli altri giudici a latere, Claudio D’Isa, Ercole Aprile e Giuseppe De Marzo hanno fama di essere “moderati”. D’Isa, giudice della quarta penale, che ha già fatto parte della feriale con Esposito, viene definito “un ottimo magistrato”. Nel 2011 una parte dell’Udc e del Pd del suo Comune, Piano di Sorrento, ha provato a farlo candidare sindaco. Il figlio Dario, avvocato, si è presentato alle amministrative del 2006 per una lista civica: non è stato eletto. Aprile, giudice della sesta penale, è autore di alcuni testi giuridici. De Marzo è un civilista. Poiché si tratta della sezione feriale, composta da penalisti e civilisti, questo è possibile. Come è possibile per questo processo e per ogni altro, che venga aggiornata l’udienza. Ma la strumentalizzazione politica ha creato alcuni titoloni di giornali su una spiegazione lapalissiana del primo presidente della Cassazione Giorgio Santacroce dettata probabilmente anche dalla volontà di un segnale distensivo verso gli avvocati di Berlusconi: “Nulla vieta al collegio di poter stabilire che il termine di prescrizione sia successivo (al primo agosto, stabilito dall’ufficio spoglio, ndr) e che quindi la Corte possa, accogliendo le istanze difensive, disporre un rinvio”. Ma se la difesa chiederà di aggiornare l’udienza perché ritiene che i termini di prescrizione siano a settembre, come i giudici d’appello di Milano, che hanno inviato, ci risulta, una terza nota in Cassazione, il collegio dovrà decidere se accogliere o meno la richiesta.
Se aggiornerà l’udienza, la prescrizione verrà congelata. In base all’eventuale nuova data, però, potrebbe cambiare il collegio. Quello presieduto da Esposito può celebrare udienza fino al 10 agosto. Poi subentra, fino al 31, quello presieduto da Gennaro Marasca, ex assessore a Napoli della Giunta Bassolino, ex Csm. Dal primo al 15 settembre presiederà, invece, Cristina Siotti, figlia dell’ex procuratore di Roma.
Dal Fatto Quotidiano del 12 luglio 2013
Modificato da redazione web alle ore 12.52