Uno dei più straordinari pastifici d'Italia nasceva a Maglie, nel cuore del Salento, 95 anni fa. Là dove si trova ancora oggi producendo spaghettoni, ruote pazze e una linea integrale che non hanno rivali al mondo.
Che l’identità nazionale sia rappresentata da un piatto di pastasciutta è noto. Meno noto è che più della metà degli Italiani, pur mangiando pasta tutti i giorni (con le ristrettezze economiche anche più volte al giorno) ignora il valore del processo di lavorazione della pasta, e un terzo non sa nemmeno cucinarla bene: mette poca acqua o non la gira durante la cottura. E pensare che Marinetti, nel Manifesto della Cucina Futurista, propose l’abolizione della pasta bollandola come “assurda religione gastronomica italiana”.
Tale metodo consiste in varie fasi: una prolungata impastatura della semola con acqua “a freddo”, cioè non oltre i 35°C, per evitare la denaturazione termica del glutine; una lenta gramolatura per amalgamare l’impasto che poi viene spinto lentamente da un torchio, con pressione moderata che non danneggia il glutine e i carboidrati, contro una trafila piena di fori, attraverso cui passa l’impasto stesso. La cosiddetta trafilatura. C’è una trafila diversa per ogni formato di pasta, ma tutte sono in bronzo. In quanto, a differenza del teflon usato da altri (che è più veloce-scorrevole e accentua anche il colore dorato della pasta secca), il bronzo contribuisce a dare alla pasta secca la porosità, fondamentale per l’assorbimento dei condimenti. Si passa quindi all’essiccamento che qua non è a 120°C e non dura 3 ore, come accade per le paste più note e commerciali, perdendo una percentuale rilevante del valore nutrizionale. L’essiccamento di Cavalieri arriva al massimo a 54°C di temperatura dell’aria nell’essiccatoio: la pasta viene sottoposta a un’azione alternata di ventilazione calda e riposo, tutte le volte necessarie a far distribuire bene il glutine imbrigliando l’amido. La durata varia, a seconda del formato di pasta, dalle 24 alle 40 ore. Ciò permette di non svilire un prodotto di qualità, dal punto di vista organolettico e nutrizionale, ma anche di renderlo più digeribile. E questo il discrimine fra paste industriali e paste artigianali.
«Perché su alcuni vostri pacchi di pasta si legge che quantità di proteine è solo di 12,5 gr/ 100 gr? Mentre uno degli indicatori della qualità della pasta raccomandati oggi è che la quantità di proteine in grammi dev’essere almeno di 13,5, cioè da 13,5 a 14,5 gr/100gr…»
«Per noi la quantità di proteine è solo uno dei parametri. Siamo più attenti alla qualità delle proteine, e a rispettarla il più possibile con la lavorazione. Noi non valutiamo solo la tenacità della pasta ma anche la pastosità, ossia una particolare consistenza che varia da un lato secondo la qualità dei grani, non dimentichiamoci sono da tempo selezionati in tutto il mondo con parametri quantitativi di maggiore resa per ettaro e maggiore contenuto di proteine; dall’altro lato la consistenza varia a seconda del metodo di lavorazione dei grani stessi: l’essiccamento ad alta temperatura provoca un processo di coagulazione delle proteine che permette di mantenere la tenacità anche con grani più commerciali. Ma a noi quella consistenza non piace…”
“Lo stato di grazia della pasta è raggiunto quando il puntino bianco sta per sparire” ha ripetuto per anni Gualtiero Marchesi .
Molto celebrate sono le cosiddette “ruote pazze” dell’azienda Cavalieri, dalla forma non perfettamente circolare come da tradizione, con tre spessori che danno sensazione particolare alla masticazione. Gli altri formati sono tutti buoni, anche se molto più commisurabili con quelli dei migliori pastifici d’Italia. E talora meno riusciti. La linea integrale biologica invece è deliziosa, oltre che autentica e salutare, dato che non induce i picchi glicemici della semola raffinata: lanciata un anno fa, è la migliore linea integrale di grano ad oggi sul mercato.
Unica nota sfavorevole è il prezzo di questi prodotti: intorno ai 3 euro per i pacchi da 500 grammi. “Abbiamo mantenuto lo stesso prezzo da quasi 6 anni” afferma Benedetto Cavalieri che fa anche una seconda linea, meno costosa e leggermente diversa per materia prima e lavorazione, smerciata perlopiù all’estero.
Pastificio Benedetto Cavalieri
via Garibaldi 64, Maglie (Le)