Questo uno dei ritornelli, dati per dogma, quando si parla di musica dal vivo: il mondo si divide tra chi ha visto il Boss dal vivo e chi no. Bene. Ieri sera anche io ho scoperto l’altra metà del cielo. E ho la testa, le gambe (affaticate), l’adrenalina, gli occhi, il desiderio ancora lì, nella landa di Capannelle a Roma.
Il paradosso per avere un metro del concerto? Escludo la scaletta presentata, la metto ai margini, la trovo relativamente interessante, poteva intonare anche “fra Martino campanaro”, non importa. Qui non conta il “cosa”, ma il “come”. Tre ore e mezzo di emozione assoluta, lui domina il palco, orchestra la band, gestisce le emozioni, dona felicità, riceva felicità. La sintetizza. La restituisce nuovamente. Non lascia mai i suoi adepti soli, li coinvolge in tutte le sue forme: concede la sua chitarra, la fa strimpellare alle prime file; si inginocchia ai bordi del palco, con un palco senza protezione. Senza barriere.
Chi lo segue conosce alla perfezione qual è la linea di confine tra il toccare il mito e molestare il mito. Così ecco un piccoletto emozionato cantare con lui “Waitin’ On a Sunny Day”, o una lei sventolare un cartellone: “Se mi fai ballare con te, lui mi sposa”. Accontentata, ovvio. Sia per i quattro salti con “Dancing in the dark” come colonna sonora, sia in quanto all’anello consegnato immediatamente dopo dal fidanzato. Applausi da tutti, quel palco è di tutti. Per questo il Boss ogni tanto gira le spalle alla platea, diventa uno di loro, incita il gruppo a dare il massimo, a non mollare. Poi dà il ritmo con uno dei suoi innumerevoli “one two…”. E via, verso il brano successivo. Senza mai fermarsi. Senza mai far vedere i 64 anni anni di prossima celebrazione.
Tra il pubblico tutti a dire “è bionico”, “è incredibile”, “chissà cosa si prende”. Credo niente. Natura, fortuna, attenzione, il possibile mix, la sua è un’altra storia, differente dagli eccessi di altre star. Lui sorride, ride in certi casi, non ha bisogno di aggredire, sintetizza alla perfezione il concetto di showman statunitense, con una personalizzazione latina, dove è importante elevare al massimo il concetto di “unicum”. Di speciale. Di non ripetibile. Così è stato. Così ho scoperto l’altra metà del cielo.
Alessandro Ferrucci
Giornalista
Musica - 12 Luglio 2013
Springsteen: il Boss e l’altra metà del cielo
Questo uno dei ritornelli, dati per dogma, quando si parla di musica dal vivo: il mondo si divide tra chi ha visto il Boss dal vivo e chi no. Bene. Ieri sera anche io ho scoperto l’altra metà del cielo. E ho la testa, le gambe (affaticate), l’adrenalina, gli occhi, il desiderio ancora lì, nella landa di Capannelle a Roma.
Il paradosso per avere un metro del concerto? Escludo la scaletta presentata, la metto ai margini, la trovo relativamente interessante, poteva intonare anche “fra Martino campanaro”, non importa. Qui non conta il “cosa”, ma il “come”. Tre ore e mezzo di emozione assoluta, lui domina il palco, orchestra la band, gestisce le emozioni, dona felicità, riceva felicità. La sintetizza. La restituisce nuovamente. Non lascia mai i suoi adepti soli, li coinvolge in tutte le sue forme: concede la sua chitarra, la fa strimpellare alle prime file; si inginocchia ai bordi del palco, con un palco senza protezione. Senza barriere.
Chi lo segue conosce alla perfezione qual è la linea di confine tra il toccare il mito e molestare il mito. Così ecco un piccoletto emozionato cantare con lui “Waitin’ On a Sunny Day”, o una lei sventolare un cartellone: “Se mi fai ballare con te, lui mi sposa”. Accontentata, ovvio. Sia per i quattro salti con “Dancing in the dark” come colonna sonora, sia in quanto all’anello consegnato immediatamente dopo dal fidanzato. Applausi da tutti, quel palco è di tutti. Per questo il Boss ogni tanto gira le spalle alla platea, diventa uno di loro, incita il gruppo a dare il massimo, a non mollare. Poi dà il ritmo con uno dei suoi innumerevoli “one two…”. E via, verso il brano successivo. Senza mai fermarsi. Senza mai far vedere i 64 anni anni di prossima celebrazione.
Tra il pubblico tutti a dire “è bionico”, “è incredibile”, “chissà cosa si prende”. Credo niente. Natura, fortuna, attenzione, il possibile mix, la sua è un’altra storia, differente dagli eccessi di altre star. Lui sorride, ride in certi casi, non ha bisogno di aggredire, sintetizza alla perfezione il concetto di showman statunitense, con una personalizzazione latina, dove è importante elevare al massimo il concetto di “unicum”. Di speciale. Di non ripetibile. Così è stato. Così ho scoperto l’altra metà del cielo.
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Roma, 18 mar. (Adnkronos) - Il Pd chiede al governo di "ribadire la ferma contrarietà all'utilizzo dei Fondi di coesione europei per il finanziamento e l'aumento delle spese militari". E' quanto si legge nella risoluzione dem sulle comunicazioni della premier Giorgia Meloni in vista del Consiglio europeo.
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - Il Pd chiede al governo di "scegliere senza esitazioni e ambiguità, di fronte alle minacce globali e alle sfide inedite rappresentate dalla nuova amministrazione americane, l’interesse europeo, all’interno del quale si promuove e realizza il nostro interesse nazionale, anche una attraverso la costruzione di alleanze, a partire dai paesi fondatori dell’Europa, per collocare l’Italia sulla frontiera più avanzata dell’integrazione contro le spinte disgregatrici e i ripiegamenti nazionalisti". E' quanto si legge nella risoluzione dem sulle comunicazioni della premier Giorgia Meloni in vista del Consiglio europeo.
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - "Ribadire la ferma condanna della grave, inammissibile e ingiustificata aggressione russa dell'Ucraina e a continuare a garantire pieno sostegno e solidarietà al popolo e alle istituzioni ucraine, mediante tutte le forme di assistenza necessarie, nel rispetto di quanto previsto dall'articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite, promuovendo con urgenza un’iniziativa diplomatica e politica autonoma dell'Unione europea, in collaborazione con gli alleati, per il perseguimento di una pace giusta e sicura, che preservi i diritti del popolo ucraino a partire da quello alla propria autoderminazione, l’ordine internazionale basato sulle regole e offra le necessarie garanzie di sicurezza per una soluzione duratura". E' quanto si legge nella risoluzione Pd sulle comunicazioni della premier Giorgia Meloni in vista del Consiglio europeo.
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - "Il piano ReArmEU, proposto dalla Presidente della Commissione europea Von der Leyen, va nella direzione di favorire soprattutto il riarmo dei 27 Stati membri e va radicalmente cambiato, poiché così come presentato non risponde all’esigenza indifferibile di costruire una vera difesa comune che garantisca la deterrenza e un percorso di investimenti comuni in sicurezza realizzati non a detrimento delle priorità sociali, di coesione e sviluppo dell’Unione". Si legge nella risoluzione Pd sulle comunicazioni della premier Giorgia Meloni in vista del Consiglio europeo.
"La difesa non può essere considerato un bene pubblico separato dal benessere sociale, ma è parte integrante di una strategia globale che prevede di garantire non solo la sicurezza fisica dei cittadini europei, ma anche la loro sicurezza sociale ed economica: tanto più l’affermazione dei nazionalismi disgregatori dell’unità europea è legata anche alla percezione di insicurezza economica e sociale, nonché alla paura nei confronti delle sfide globali".
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - "Sostenere una risposta europea ed unitaria alle politiche dei dazi dell’amministrazione Trump, che escluda ogni controproducente e inadeguata tentazione di bilateralizzare la risoluzione del conflitto commerciale, e che ampli le contromisure includendo i servizi e i diritti di proprietà intellettuale delle Big Tech, rilanciando anche l’iniziativa multilaterale per l’introduzione della Global Minimum Tax". E' quanto chiede il Pd al governo nella risoluzione sulle comunicazioni della premier Giorgia Meloni in vista del Consiglio europeo.
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - Il Pd chiede al governo, nella risoluzione presentata sulle comunicazioni della premier Giorgia Meloni, di "collocare l’Italia da protagonista nella costruzione di una vera difesa comune europea e non di un riarmo degli eserciti nazionali privo di coordinamento, esprimendo la chiara volontà politica di andare avanti nel percorso di realizzazione di un’unione della difesa, anche partendo da forme di cooperazione rafforzata o integrazione differenziata tra Stati membri".
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - "Promuovere, nell’attuazione del Libro bianco sulla difesa europea, tutti gli strumenti che puntano a una governance democratica chiara del settore, agli investimenti comuni necessari per realizzare l’autonomia strategica e colmare i deficit alla sicurezza europea, al coordinamento e all’integrazione della capacità industriali europee e dei comandi militari, all’interoperabilità dei sistemi di difesa verso un esercito comune europeo". Si legge nella risoluzione Pd sulle comunicazioni della premier Giorgia Meloni in vista del Consiglio europeo.