Una settimana sì e una no risalta fuori la proposta di aiutare il ripianamento del debito pubblico, e alleggerire gli interessi sul debito, con la vendita del patrimonio pubblico. Si intende da un lato la vendita di società pubbliche (che però sono già state vendute o acquisite negli anni Novanta) e dall’altro del patrimonio immobiliare, da intendere in senso lato: non soltanto case, palazzi, giardini, ma anche demanio: spiagge, fiumi, monumenti. E, ogni volta, vengono sparate anche cifre, che arrivano fino ai 400 miliardi di euro, un quinto del nostro debito.
Senza entrare troppo nel tecnico (creazione di fondi o vendita immediata stile agenzia immobiliare), come per esempio si fa qui, quello che spicca chiaro come il sole sono due cose.
Da un lato la volontà di scegliere la strada più breve. Anziché elaborare un piano sofisticato e infallibile per combattere corruzione, evasione fiscale e fatturati mafiosi (queste tre voci insieme portano via allo Stato ogni anno – e non una tantum – circa 500 miliardi), che sarebbe ciò che spetta alla politica – una visione sul futuro, un piano lungimirante –, come un principiante qualunque pensano di vendere un pezzo di Stato. Soluzione per cui sarebbe buono anche un bimbo di 5 anni.
Ma dall’altro, e ancora peggio, questo piano di vendita del patrimonio e del demanio non considera (o invece considera perfettamente?) chi con grande facilità sarà portato ad acquistare gli immobili che fino a poco prima erano dello Stato, di noi tutti. Molto probabilmente, e in molti dei casi, a farlo sarebbero gli unici che hanno non solo i soldi, ma la necessità di spenderli. Le mafie.
Ormai da anni, infatti, principale obiettivo delle organizzazioni mafiose italiane non è più tanto quello di fare denaro, ma quello di ripulire tutto quello che hanno. La vendita del patrimonio pubblico sarebbe una manna dal cielo. Come manna dal cielo è la crisi economica. In tempi recessivi si tende a vendere. Case, attività commerciali, aziende. E chi credete che stia comprando tutto? Di nuovo le mafie, che si stanno appropriando di enormi quantità di immobili, bar, ristoranti, locali, esercizi commerciali.
Vogliamo regalargli anche i palazzi pubblici? E magari le spiagge? I fiumi? Di solito queste proposte di legge arrivano dal Pdl. Dopo quanto accaduto l’altro giorno in parlamento – la chiusura dell’Aula come protesta per l’attività di un potere altro e indipendente rispetto alla politica – dobbiamo aspettarci che il Pd voti insieme al Pdl anche uno scempio simile?
Davvero vogliamo vendere alle mafie parte del nostro debito pubblico? Si può fare. È già stato fatto. In Colombia, dove Pablo Escobar, il narcotrafficante più potente di tutti i tempi si era offerto di ripianare il debito pubblico.