A Roma nel 2013 una ragazza di diciassette anni rischia di morire per un’infezione in seguito ad un aborto clandestino. Per 50 euro una coppia di nomadi elargiva consigli e pasticche per mettere fine a gravidanze indesiderate, come facevano le mammane nel secolo scorso. Una pratica, purtroppo, abbastanza diffusa tra il popolo nomade, dove madri spesso bambine partoriscono o abortiscono nel silenzio più totale senza rivolgersi quasi mai alle strutture pubbliche.
In questo caso però pare che la coppia di ginecologi improvvisati fosse una sorta di punto di riferimento per donne disagiate e prostitute.
Allora mi chiedo: che cosa non ha funzionato? Abbiamo una legge sull’aborto che da 35 anni dovrebbe consentire l’aborto legale, sicuro e gratuito per le donne che non possono o non vogliono portare avanti una gravidanza, ma anche e soprattutto, come recita il suo titolo, dovrebbe tutelare la maternità, dando la possibilità a chi vuole essere madre. Evidentemente non è così, o per lo meno non lo è ancora per tutte.
Le straniere, coloro che sono prive di permesso di soggiorno, infatti, non hanno queste garanzie e se è vero che gli ospedali spesso chiudono un occhio, è altrettanto vero che il timore di un rifiuto, o peggio di una denuncia le spinge a rivolgersi altrove, a costo della vita.
Ma anche per le donne italiane l’aborto sta diventando sempre più difficile con l’aumento del numero degli obiettori, la chiusura dei consultori, le ostilità a consentire l’utilizzo della Ru486, la pillola abortiva. Sono in aumento perfino i farmacisti, per i quali l’obiezione di coscienza non è prevista dalla legge, che si rifiutano di vendere la pillola del giorno dopo, che abortiva non è, adducendo scuse di ogni sorta.
Mi sembra che invece di andare avanti si stiano facendo dei passi indietro e che ci sia sempre qualcuno che puntualmente tenti di rimettere mano alla 194 in nome del diritto alla vita.
Come in Texas dove il Senato dello Stato ha votato in via definitiva una delle più radicali riduzioni del diritto d’aborto mai passata negli Stati Uniti, o in Irlanda dove finalmente c’è una legge ma l’aborto è consentito solo se la madre è in pericolo di vita.
Ostacoli, difficoltà, limitazioni che non faranno diminuire il numero degli aborti , ma favoriranno il ritorno delle mammane.