Dimissioni o revoca dell’incarico. E’ la richiesta che arriva da più parti a Enrico Bondi in seguito alla divulgazione della lettera inviata al presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, in cui il commissario straordinario dell’Ilva esclude una connessione tra i veleni emessi dallo stabilimento industriale e l’alta percentuale di tumori a Taranto, attribuendo le cause di quest’ultima a “tabacco e alcol”. Parole che non potevano non scatenare nuove polemiche sulla questione e confermare le critiche di chi aveva espresso dubbi sulla nomina di Bondi a commissario, in quanto troppo vicino alla proprietà dei Riva.
Al punto che il ministro dell’Ambiente, Andrea Orlando, ha deciso di convocare Bondi nelle prossime ore, per approfondire i risultati della consulenza tecnica chiesta dal commissario secondo cui la diffusione del cancro non dipende dall’inquinamento. Mentre Anna Finocchiaro, senatore del Pd, ha avvertito: “E’ necessario fare chiarezza sulla lettera inviata da Bondi, perché non credo possano essere sottovalutate le gravissime responsabilità dell’Ilva nell’aver determinato gli altissimi livelli di inquinamento a Taranto. E chi ricopre l’incarico di Commissario del Governo, con il dovere di attuare le procedure AIA, dovrebbe limitarsi al proprio compito, vista anche la posizione assunta in precedenza dalla stessa proprietà dell’azienda”.
Il primo a reagire è stato proprio il destinatario della nota, il Governatore della Puglia, Nichi Vendola: “Gli argomenti di Bondi sono inaccettabili. I dati Arpa sui danni alla salute sono chiari e precisi. Si confermano tutti i miei dubbi sull’affidare il ruolo di commissario dell’Ilva all’amministratore delegato dell’azienda”, ha scritto il leader di Sel su Twitter, aggiungendo poi in una nota ufficiale che “le osservazioni di Bondi commissario non sembrano molto diverse da quelle di Bondi amministratore delegato”. Vendola spiega di essere rimasto “estremamente colpito” dalle argomentazioni utilizzate dal commissario Bondi che “sembrano smentire del tutto i rilievi dell’Arpa e della Asl ma, prima ancora, i risultati della perizia epidemiologica acquisita in sede di incidente probatorio, dati che non sono mai stati contestati in sede processuale”.
Ancor più dura la posizione di Angelo Bonelli, presidente dei Verdi: “Dopo la lettera in cui collega l’elevata incidenza di tumori al fatto che, essendo Taranto una città portuale, c’è stato un maggior consumo di sigarette e quindi un maggior ricorso al fumo, Bondi deve dimettersi immediatamente: non può restare un giorno in più nel ruolo di commissario dell’Ilva perché è più interessato all’azienda – di cui, prima di essere nominato commissario, era amministratore delegato – che non alla salute dei cittadini di Taranto”, scrive Bonelli in una nota. E prosegue: “Le parole di Bondi sono un’offesa gravissima ai cittadini di Taranto che sono costretti a convivere con un’inquinamento che, come si legge nelle perizie dei magistrati tarantini, provoca ‘malattia e morte’; sono uno schiaffo a chi si è ammalato e a quanti hanno perso i propri cari a causa dell’inquinamento”.
Sulla stessa linea d’onda i deputati del Movimento 5 Stelle, che tramite una nota ufficiale definiscono “vergognose e incredibili le affermazioni di Bondi”: parole “non da censurare bensì da diffondere in tutte le tv e giornali”, perché “ribadiscono come esista un palese caso di conflitto di interessi per quanto riguarda Enrico Bondi. Temevamo che Bondi fosse incapace di rappresentare gli interessi dello Stato e dei cittadini ed il nostro timore si sta palesando anche troppo presto. Non può essere lui, come abbiamo sostenuto nel dibattito alla Camera, la persona idonea a svolgere questo delicatissimo ruolo”. “Chiediamo – si legge ancora nella nota – la revoca dell’incarico a Bondi e che il ministro della Salute venga immediatamente a riferire in Parlamento su queste aberranti affermazioni. Taranto non può più sopportare queste prese in giro da parte di chi ha invece il compito di guidare un’azienda con gravi criticità ambientali che portano gravissime conseguenze sanitarie per i cittadini”.
E, mentre piovono critiche per l’ultima uscita dell’onorevole leghista, il ministro dell’Ambiente Andrea Orlando ha scelto i tre esperti che contribuiranno a redigere il piano di risanamento e riqualificazione dello stabilimento: Marco Lupo, commissario all’emergenza rifiuti della regione siciliana e già dirigente del Ministero dell’Ambiente; Giuseppe Genon, docente di ingegneria dell’ambiente al Politecnico di Torino; e Lucia Bisceglia, medico epidemiologo, dirigente dell’Arpa (Agenzia Regionale Protezione Ambiente) Puglia. La nomina degli esperti potrebbe essere formalizzata lunedì con un decreto ministeriale in base al decreto legge di commissariamento dell’Ilva che è in fase di conversione, passato venerdì scorso alla Camera sarà ora all’esame del Senato. I tre esperti collaboreranno con Bondi e con il subcommissario Edo Ronchi.