George Zimmerman, l’uomo che la notte del 26 febbraio 2012 uccise il 17enne afro-americano Trayvon Martin all’interno di una comunità cintata della Florida, ha agito per legittima difesa. La giuria della Seminole County Courthouse, composta da sei donne, lo ha dichiarato innocente del reato di omicidio di secondo grado e anche di quello meno grave di “manslaughter”, di omicidio colposo. Il verdetto è stato letto alle 10 di sera. Quindi il giudice Debra Nelson ha detto a Zimmerman che era libero di andarsene. L’uomo, durante la lettura del verdetto, non ha dimostrato particolare emozione. Fuori dell’aula, gruppi di afro-americani hanno continuato a manifestare per ore. Ma le proteste si sono allargate in diverse città del Paese: Washington, Los Angeles, Oakland.
Si conclude con una clamorosa assoluzione il caso che per mesi ha incendiato l’America, scatenando accuse di razzismo e pregiudizio a carico della polizia e della procura della Florida, che non arrestarono Zimmerman per settimane, credendo alla sua tesi della legittima difesa. Bill Lee, allora capo della polizia di Sanford, spiegò che Zimmerman aveva agito sulla base della Stand your ground self-defense law, secondo cui una persona può usare la forza quando c’è un ragionevole sospetto di minaccia alla propria vita, “senza prima fare un passo indietro e avvertire l’assalitore”. Dopo queste dichiarazioni, Lee dovette dimettersi. Del caso si occuparono i media nazionali e la politica di Washington. Barack Obama in un discorso dalla Casa Bianca disse che “se avessi avuto un figlio, sarebbe stato come Trayvon Martin”. L’indignazione della comunità afro-americana, che per giorni continuò a manifestare in Florida e in altre città americane, arrivò a far temere incidenti e rivolte. Alla fine fu nominato uno “special prosecutor”. Zimmerman venne arrestato e fu istituito contro di lui un processo per omicidio di secondo grado, che prevede la pena dell’ergastolo.
La giuria, dopo 12 ore di deliberazione e tre settimane di udienze, ha sollevato Zimmerman da ogni accusa. In questi giorni accusa e difesa hanno dipinto l’uomo, che ha 26 anni ed è di origini ispaniche, in modi molto diversi. Quello che successe la notte del 26 febbraio 2012, la notte dell’omicidio di Martin, è per l’accusa e la difesa un “copione” completamente discordante. Per la prima Zimmerman è un wannabe cop, uno che avrebbe voluto fare il poliziotto e che reagì con una violenza terribile e spropositata a una serie di furti nella comunità cintata in cui prestava attività di vigilante volontario, uccidendo un adolescente soltanto perché questi era nero e girava con una felpa e un cappuccio in una comunità di bianchi. La difesa ha invece sempre sostenuto che Zimmerman aveva tutto il diritto di seguire e interrogare Trayvon Martin e che fu il ragazzo a diventare violento e attentare alla vita di Zimmerman, costringendo il vigilante a sparargli in testa e a ucciderlo. Alla fine è stata questa la tesi che ha prevalso. Il 26enne ispanico aveva un “ragionevole timore” che la sua vita fosse a rischio e che Martin potesse in qualche modo nuocergli, e dunque ha legittimamente sparato. Non è risultata convincente la tesi dell’accusa, secondo cui l’imputato avrebbe “una mente depravata e senza riguardo per la vita umana” e dunque la notte del 26 febbraio seguì e aggredì Martin con l’intento di ucciderlo. L’accusa non è riuscita nemmeno a dimostrare che Zimmerman uccise Martin senza premeditazione, cioè senza che ci fosse una reale minaccia alla sua vita ma anche senza una precisa volontà di fargli del male.
A una conferenza stampa, dopo la lettura del verdetto, i pubblici ministeri hanno espresso tutta la loro “delusione”, ma hanno anche chiesto alla comunità locale di restare “calma”: “Sin dall’inizio abbiamo pregato perché la verità emergesse e perché ci fosse pace tra di noi, e continuiamo a pregare”, ha detto il prosecutor John Guy. Un altro pubblico ministero, Bernie de la Rionda, ha spiegato di “rispettare il verdetto della giuria, ma questo caso sin dall’inizio non ha riguardato altro che un ragazzo che viene seguito senza alcuna ragion, e poi ucciso”. L’avvocato della difesa, Mark O’Mara, ha invece sostenuto che Zimmerman è stato utilizzato come una sorta di “capro espiatorio” da persone che volevano creare un caso razziale, e che il processo non ci sarebbe nemmeno stato “se Martin non fosse stato afro-americano”. O’Mara ha anche paragonato la stampa a uno “scienziato pazzo”, per aver dipinto il suo cliente come un “mostro”.
La delusione, la rabbia, il dolore per l’assoluzione di Zimmerman sono comunque forti. Molta gente piangeva, dentro e fuori l’aula, dopo l’annuncio. I genitori di Martin, Sybrina Fulton e Tracy Martin, non erano presenti alla lettura del verdetto. Il padre del ragazzo ha comunque twittato questa frase: “Anche se il mio cuore è spezzato, la mia fede resta solida. Ti amerò per sempre, mio dolce amore”. Iniziative e proteste sono segnalate per le prossime ore. Estefania Galvez, del gruppo “Justice for Trayvon” ha annunciato che una conferenza stampa verrà convocata per domenica e che lunedì ci sarà una giornata di protesta nazionale in tutti gli Stati Uniti. Dopo la lettura della sentenza, alcuni cortei sono stati segnalati a San Francisco e altre città americane. Per ore una piccola folla è rimasta a piangere e cantare sulle scale del tribunale.
E ora è esplosa la protesta. Diverse centinaia di dimostranti sono scesi in strada a Washington, nel corso della notte. I dimostranti, scrive il Washington Post, intonavano lo slogan “Senza giustizia non c’è pace” e “Trayvon, Trayvon”. La marcia improvvisata, lungo le principali arterie della città, è andata avanti fino alle tre di notte. Tra i partecipanti molti giovani bianchi. Un’altra dimostrazione contro la sentenza di assoluzione di Zimmerman si è svolta a Los Angeles, dove numerosi manifestanti hanno sfilato, controllati a distanza da decine di agenti. Altri cortei e proteste sono andate in scena in diverse città americane, mentre su Twitter gli hashtag #Nojustice e #TrayvonMartin spopolano nella lista dei dieci argomenti più discussi a livello mondiale. Vetrine rotte, roghi di cassonetti dell’immondizia e un’auto della polizia danneggiata a Oakland, in California. Circa un centinaio di dimostranti, del movimento Occupy Oakland, si sono dati appuntamento via Twitter. Tutti indossavano la felpa con cappuccio come Martin quando venne ucciso. su un muro i dimostranti hanno scritto “kill Zimmerman”.
Mondo
Usa, caso Trayvon Martin: assolto Zimmerman. Proteste in tutto il Paese
Secondo la Corte l'uomo che sparò al 17enne afroamericano nel febbraio 2012 agì per legittima difesa. Caduta anche l'accusa di omicidio colposo. Manifestazioni a Washington, Los Angeles e Oakland dove si sono registrati danni a vetrine, cassonetti e auto della polizia
George Zimmerman, l’uomo che la notte del 26 febbraio 2012 uccise il 17enne afro-americano Trayvon Martin all’interno di una comunità cintata della Florida, ha agito per legittima difesa. La giuria della Seminole County Courthouse, composta da sei donne, lo ha dichiarato innocente del reato di omicidio di secondo grado e anche di quello meno grave di “manslaughter”, di omicidio colposo. Il verdetto è stato letto alle 10 di sera. Quindi il giudice Debra Nelson ha detto a Zimmerman che era libero di andarsene. L’uomo, durante la lettura del verdetto, non ha dimostrato particolare emozione. Fuori dell’aula, gruppi di afro-americani hanno continuato a manifestare per ore. Ma le proteste si sono allargate in diverse città del Paese: Washington, Los Angeles, Oakland.
Si conclude con una clamorosa assoluzione il caso che per mesi ha incendiato l’America, scatenando accuse di razzismo e pregiudizio a carico della polizia e della procura della Florida, che non arrestarono Zimmerman per settimane, credendo alla sua tesi della legittima difesa. Bill Lee, allora capo della polizia di Sanford, spiegò che Zimmerman aveva agito sulla base della Stand your ground self-defense law, secondo cui una persona può usare la forza quando c’è un ragionevole sospetto di minaccia alla propria vita, “senza prima fare un passo indietro e avvertire l’assalitore”. Dopo queste dichiarazioni, Lee dovette dimettersi. Del caso si occuparono i media nazionali e la politica di Washington. Barack Obama in un discorso dalla Casa Bianca disse che “se avessi avuto un figlio, sarebbe stato come Trayvon Martin”. L’indignazione della comunità afro-americana, che per giorni continuò a manifestare in Florida e in altre città americane, arrivò a far temere incidenti e rivolte. Alla fine fu nominato uno “special prosecutor”. Zimmerman venne arrestato e fu istituito contro di lui un processo per omicidio di secondo grado, che prevede la pena dell’ergastolo.
La giuria, dopo 12 ore di deliberazione e tre settimane di udienze, ha sollevato Zimmerman da ogni accusa. In questi giorni accusa e difesa hanno dipinto l’uomo, che ha 26 anni ed è di origini ispaniche, in modi molto diversi. Quello che successe la notte del 26 febbraio 2012, la notte dell’omicidio di Martin, è per l’accusa e la difesa un “copione” completamente discordante. Per la prima Zimmerman è un wannabe cop, uno che avrebbe voluto fare il poliziotto e che reagì con una violenza terribile e spropositata a una serie di furti nella comunità cintata in cui prestava attività di vigilante volontario, uccidendo un adolescente soltanto perché questi era nero e girava con una felpa e un cappuccio in una comunità di bianchi. La difesa ha invece sempre sostenuto che Zimmerman aveva tutto il diritto di seguire e interrogare Trayvon Martin e che fu il ragazzo a diventare violento e attentare alla vita di Zimmerman, costringendo il vigilante a sparargli in testa e a ucciderlo. Alla fine è stata questa la tesi che ha prevalso. Il 26enne ispanico aveva un “ragionevole timore” che la sua vita fosse a rischio e che Martin potesse in qualche modo nuocergli, e dunque ha legittimamente sparato. Non è risultata convincente la tesi dell’accusa, secondo cui l’imputato avrebbe “una mente depravata e senza riguardo per la vita umana” e dunque la notte del 26 febbraio seguì e aggredì Martin con l’intento di ucciderlo. L’accusa non è riuscita nemmeno a dimostrare che Zimmerman uccise Martin senza premeditazione, cioè senza che ci fosse una reale minaccia alla sua vita ma anche senza una precisa volontà di fargli del male.
A una conferenza stampa, dopo la lettura del verdetto, i pubblici ministeri hanno espresso tutta la loro “delusione”, ma hanno anche chiesto alla comunità locale di restare “calma”: “Sin dall’inizio abbiamo pregato perché la verità emergesse e perché ci fosse pace tra di noi, e continuiamo a pregare”, ha detto il prosecutor John Guy. Un altro pubblico ministero, Bernie de la Rionda, ha spiegato di “rispettare il verdetto della giuria, ma questo caso sin dall’inizio non ha riguardato altro che un ragazzo che viene seguito senza alcuna ragion, e poi ucciso”. L’avvocato della difesa, Mark O’Mara, ha invece sostenuto che Zimmerman è stato utilizzato come una sorta di “capro espiatorio” da persone che volevano creare un caso razziale, e che il processo non ci sarebbe nemmeno stato “se Martin non fosse stato afro-americano”. O’Mara ha anche paragonato la stampa a uno “scienziato pazzo”, per aver dipinto il suo cliente come un “mostro”.
La delusione, la rabbia, il dolore per l’assoluzione di Zimmerman sono comunque forti. Molta gente piangeva, dentro e fuori l’aula, dopo l’annuncio. I genitori di Martin, Sybrina Fulton e Tracy Martin, non erano presenti alla lettura del verdetto. Il padre del ragazzo ha comunque twittato questa frase: “Anche se il mio cuore è spezzato, la mia fede resta solida. Ti amerò per sempre, mio dolce amore”. Iniziative e proteste sono segnalate per le prossime ore. Estefania Galvez, del gruppo “Justice for Trayvon” ha annunciato che una conferenza stampa verrà convocata per domenica e che lunedì ci sarà una giornata di protesta nazionale in tutti gli Stati Uniti. Dopo la lettura della sentenza, alcuni cortei sono stati segnalati a San Francisco e altre città americane. Per ore una piccola folla è rimasta a piangere e cantare sulle scale del tribunale.
E ora è esplosa la protesta. Diverse centinaia di dimostranti sono scesi in strada a Washington, nel corso della notte. I dimostranti, scrive il Washington Post, intonavano lo slogan “Senza giustizia non c’è pace” e “Trayvon, Trayvon”. La marcia improvvisata, lungo le principali arterie della città, è andata avanti fino alle tre di notte. Tra i partecipanti molti giovani bianchi. Un’altra dimostrazione contro la sentenza di assoluzione di Zimmerman si è svolta a Los Angeles, dove numerosi manifestanti hanno sfilato, controllati a distanza da decine di agenti. Altri cortei e proteste sono andate in scena in diverse città americane, mentre su Twitter gli hashtag #Nojustice e #TrayvonMartin spopolano nella lista dei dieci argomenti più discussi a livello mondiale. Vetrine rotte, roghi di cassonetti dell’immondizia e un’auto della polizia danneggiata a Oakland, in California. Circa un centinaio di dimostranti, del movimento Occupy Oakland, si sono dati appuntamento via Twitter. Tutti indossavano la felpa con cappuccio come Martin quando venne ucciso. su un muro i dimostranti hanno scritto “kill Zimmerman”.
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Milano, 11 mar. (Adnkronos) - "Io e mio marito abbiamo saputo la notizia oggi guardando il Tg1. Non abbiamo e non vogliamo dire niente". Così Rita Preda, insieme al marito Giuseppe, commentano le novità a 18 anni dal delitto della figlia Chiara, uccisa a Garlasco, per cui è stato condannato in via definitiva l'allora fidanzato Alberto Stasi. Oggi l'attenzione della Procura di Pavia torna a concentrarsi su Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara, nuovamente indagato dopo l'archiviazione decisa otto anni fa.
Roma, 11 mar. (Adnkronos) - "A nome del gruppo di Fratelli d’Italia alla Camera esprimo solidarietà a Pina Picierno, vicepresidente del Parlamento europeo, per le ignobili e vergognose offese che le sono state rivolte da Soloviev. Insulti gratuiti e intrisi di propaganda ideologica, diffusi attraverso la tv di Stato, che condanniamo fermamente”. Così Galeazzo Bignami, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera.
Roma, 11 mar. (Adnkronos) - Fratelli d'Italia resta stabile rispetto all'ultima rilevazione dello scorso 25 febbraio e si attesta al 30,5%, seguito dal Pd al 23 %, che cala dello 0,5%. È quanto emerge dall'ultimo sondaggio dell'Istituto Noto sondaggi per 'Porta a Porta' sulle intenzioni di voto degli italiani. Il Movimento 5 Stelle, invece, perde l'1% e va all'11,5%. Forza Italia all'8,5% guadagna mezzo punto (+0,5%) come la Lega che va al 9% (+0,5%).
Alleanza Verdi e Sinistra sale al 6 (+0,5%), come Azione al 3% (+0,5%). Italia viva resta al 2,5% mentre Più Europa al 2% guadagna lo 0,5%. Stabili Noi moderati al 2%.
In generale il centrodestra sale di un punto (+1%) e va al 50% mentre il centrosinistra ne guadagna mezzo e va al 31 % (+0,5%). Il 'campo largo' resterebbe al 48%. Gli astenuti-indecisi, infine, si attesterebbero al 45% (erano al 46,2% nella scorsa rilevazione).
Roma, 11 mar. (Adnkronos Salute) - Sono state recentemente pubblicate, e sono in corso di traduzione in lingua cinese, su specifica richiesta della Società cinese di chirurgia cardiotoracica, le linee guida e raccomandazioni sulla gestione farmacologica perioperatoria di pazienti adulti candidati all’intervento di cardiochirurgia. A redarle una task force, istituita dall’Associazione europea di chirurgia cardio-toracica (European Association of Cardio-Thoracic Surgeons) e coordinata da Bianca Rocca, farmacologo clinico e professore ordinario all’Università Lum ‘Giuseppe Degennaro’ e Anders Jeppsson, cardiochirurgo direttore del dipartimento di chirurgia cardiotoracica e professore all'Università di Gothenburg.
La task force - spiega in una nota l’ateneo italiano - è composta da un gruppo di esperti multidisciplinari costituito da cardiochirurghi, anestesisti, cardiologi, infettivologi, intensivisti provenienti dalle più prestigiose università europee. La cardiochirurgia dell’adulto è essenziale per ridurre la mortalità e la morbilità nei pazienti con malattie cardiache acute o croniche, il trattamento farmacologico e le profilassi perioperatorie sono interventi chiave per garantire un successo duraturo della cardiochirurgia, per migliorare la qualità della vita del paziente e ridurre i costi sanitari. Le linee guida sono documenti basati sulla valutazione critica e aggiornata di tutte le evidenze terapeutiche disponibili in un ambito specifico, e sono strumenti cruciali a supporto del processo decisionale dei medici per identificare le strategie terapeutiche più efficaci, coinvolgendo, spesso, organizzazioni di infermieri e associazioni di pazienti.
"Le linee guida forniscono raccomandazioni su tutti i trattamenti farmacologici prima, durante e dopo l’intervento – afferma la professoressa Rocca – Alcuni esempi sono la gestione di farmaci che regolano la pressione arteriosa, il glucosio nel sangue, che prevengono le complicanze trombotiche (antitrombotici), di antibiotici per prevenire le infezioni nel periodo immediatamente prima e in corso di chirurgia. Dopo l’intervento, la ripresa o l’inizio di nuovi farmaci è essenziale per prevenire infarti o ictus, controllare il ritmo del cuore, ridurre i fattori di rischio cardiovascolare e la mortalità, tutti interventi farmacologici che migliorano la prognosi a lungo termine. Inoltre, queste linee guida enfatizzano la centralità dei pazienti per i quali la cardiochirurgia è sempre un’esperienza cruciale, associata spesso a una maggiore consapevolezza della malattia, che rappresenta anche un’opportunità per migliorare la qualità della vita mediante aderenza ai farmaci prescritti, e modifiche dello stile di vita". Il lavoro della task force ha offerto a tutta la comunità medico-scientifica nazionale ed internazionale informazioni accessibili, essenziali a medici, chirurghi, e più in generale a tutte le figure professionali coinvolte nella cura di questi pazienti, mediante una valutazione critica delle evidenze, in un contesto multidisciplinare, altamente competente, produttivo e interattivo, identificando anche delle lacune di conoscenza che aprono la strada alla ricerca futura.
Roma, 11 mar. (Adnkronos/Labitalia) - "Sono gli ultimi giorni per presentare le proprie candidature, alle prossime elezioni Rsu, un appuntamento fondamentale per tutto il personale della scuola. Perché, oltre a votare l'Rsu che andrà a cambiare, andrà a 'scrivere', con il dirigente scolastico i prossimi contratti di istituto per il prossimo triennio, il voto che viene dato al candidato viene dato alla lista sindacale in cui si presenta, anche se non è necessario esservi iscritti. E così alla fine di queste elezioni si andrà a misurare il grado di rappresentatività di ogni sindacato, che è quel dato utile che serve poi per la firma dei contratti". Così, con Adnkronos/Labitalia, Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief. (Video)
"Basti pensare -continua Pacifico- che in questo momento nel pubblico impiego si è firmato solo il contratto per i dipendenti dei ministeri, cioè delle funzioni centrali, mentre gli altri contratti sulla sanità e sulle funzioni locali, quindi Regioni e Comuni, non sono stati firmati perché non si è raggiunto il 51% dei sindacati che sono d'accordo a questa firma", sottolinea.
E il dirigente sindacale spiega che lancia l'appello "perché noi vogliamo portare avanti le istanze del mondo della scuola, vogliamo portare avanti alcune battaglie fondamentali". "Quali? Certamente un'indennità di sede disagiata, che in questo momento potrebbe essere approvata dal Parlamento per chi lavora nelle comunità montane, ma in generale per tutti coloro che lavorano in sede e disagiate o comunque lontani dal proprio domicilio. Quindi un'indennità di trasferta", sottolinea.
E il sindacalista aggiunge: "Ancora ripristinare il primo gradino stipendiale che esisteva fino a qualche anno fa nella fascia 3-8, i primi assunti che oggi devono aspettare 9 anni per poter entrare di ruolo. I buoni pasto, è una cosa per noi fondamentale, che è l'unico personale che viene escluso, è questo".
"Poi certamente vogliamo il riconoscimento del 'burnout', abbiamo raccolto 120.000 firme per andare in pensione anche come il personale delle forze armate e dell'esercito e per avere il riscatto gratuito o agevolato degli anni di laurea. Sono degli appelli che lanciamo alla politica, vogliamo che questo 'burnout' sia riconosciuto, vogliamo avere la stessa dignità dell'altro personale", prosegue.
"Ci siamo accorti che, purtroppo, negli ultimi anni -spiega ancora Pacifico- il personale della scuola guadagna di meno del personale dei ministeri. Quando prima guadagnava di più, ora guadagna 6.000 euro in meno. Non ne capiamo il motivo, vogliamo fare le nostre battaglie, certamente per migliorare tutto il personale scolastico e quindi valorizzare tutti, dagli insegnanti di sostegno al personale Ata, che molto spesso è dimenticato", conclude.
Milano, 11 mar. (Adnkronos) - E' una nuova consulenza, affidata a un tedesco esperto in genetica, che potrebbe riaprire il caso sul delitto di Chiara Poggi, uccisa il 13 agosto 2007 a Garlasco e per cui omicidio è stato condannato a 16 anni in via definitiva l'allora fidanzato Alberto Stasi, che a breve finirà di scontare la sua pena nel carcere milanese di Bollate. Proprio i risultati di questa nuova tecnica per estrarre ed analizzare il Dna potrebbe consentire di tornare a indagare (come già fatto nel 2016) su Andrea Sempio, amico del fratello della vittima, raggiunto da un avviso di garanzia con l'accusa di omicidio in concorso con ignoti o lo stesso Stasi.
Le risultanze avrebbero riacceso le speranze della difesa di Stasi e oggi si arriva a questa 'riapertura'. Nel marzo del 2017 il gip di Pavia Fabio Lambertucci, archiviò l'inchiesta su Andrea Sempio, oggi 37 anni, accusato del delitto di via Pascoli. Il giudice per le indagini preliminari, accogliendo la richiesta del pm Mario Venditti, aveva respinto la richiesta della madre di Stasi di riaprire il caso per alcune dichiarazioni e circostanze "sospette", a dire della difesa del condannato, messe in atto dall'amico del fratello della vittima. Secondo gli allora legali di Stasi sulle unghie della vittima ci sarebbe stata una traccia genetica riconducibile a Sempio. Il gip "evitando di interrogarsi sul rispetto dei principi di riservatezza" per reperire il Dna di Sempio - estratto da una bottiglietta d'acqua, una tazzina da caffè e un cucchiaino sottratti da un bar da un investigatore privato - concordava con il pubblico ministero nel considerare come "radicalmente priva di attendibilità la consulenza tecnica sul materiale genetico offerto oggi dalla difesa Stasi".
Il pm 'smontava' le presunte incongruenze di Sempio relative al giorno dell'omicidio, così come l'ipotesi che lui - amico del fratello e che frequentava la villetta a due piani - si fosse invaghito di Chiara. "In conclusione, se è (non condivisibile ma) umanamente comprensibile l'intento di fare di tutto per difendersi da una gravissima accusa, anche dopo l'esaurimento dei possibili gradi di giudizio ordinario, nel caso di specie - sottolineava il gip di Pavia - ci si deve tuttavia arrestare di fronte all'inconsistenza degli sforzi profusi dalla difesa di Stasi" per trovare un colpevole alternativo all'omicidio di Chiara Poggi. "Escluso - scrive il gip nelle dieci pagine del decreto di archiviazione - qualunque valore" della consulenza genetica realizzata dalla difesa, "non residuano elementi indiziari a carico di Sempio".
Roma, 11 mar (Adnkronos) - 'Lasciateci votare' e 'Abbiamo fretta di votare'. Con questi slogan alcuni tra i promotori dei referendum si sono ritrovati davanti alla Camera dei deputati per chiedere, tra le altre cose, il voto per i fuori sede, l'election day e una corretta informazione sugli appuntamenti referendari su cittadinanza e lavoro di questa primavera.
"Chiediamo al governo di favorire la partecipazione ai prossimi referendum con l'election day insieme alle amministrative, consentendo il voto a studenti e lavoratori fuori sede", ha spiegato il segretario di +Europa Riccardo Magi che, con Maurizio Landini, ha promosso un presidio in vista dell'incontro a palazzo Chigi. "Bisogna garantire l'informazione, a partire dalla Rai, su questo appuntamento fondamentale per la partecipazione e per la democrazia", ha sottolineato Magi.
Il segretario di +Europa, con i leader di Avs Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli, il segretario del Psi Vincenzo Maraio a altri promotori si è unito alle associazioni studentesche che, a Montecitorio, hanno manifestato per il referendum. "Votare vuol dire garantire la qualità della democrazia, noi siamo al fianco di chi vuole esprimere questo diritto e, come Avs, abbiamo preparato il sito votofuorisede.it. Ci si può registrare e diventare rappresentante di lista", ha spiegato Fratoianni. "I fuori sede sono cinque milioni, è anti democratico non consentire loro di votare. Per questo abbiamo lanciato questa campagna", ha detto Bonelli.