Il ministro dello Sviluppo ha annunciato un intervento per evitare "nuovi rincari nella stagione di maggior consumo". Ma il Codacons boccia l'iniziativa: "Assolutamente inutile, sono altri gli strumenti che il Governo potrebbe utilizzare"
“Stiamo predisponendo un richiamo ai petrolieri perché non ci siano aumenti nella stagione in cui c’è maggior consumo“. Lo ha detto il ministro dello Sviluppo, Flavio Zanonato, a Piossasco a margine dell’inaugurazione dei lavori del nuovo elettrodotto Italia-Francia. “Il rincaro è prevalentemente dovuto a un rincaro del greggio e a un aumento della domanda e quindi i petrolieri aumentano un pochino il prezzo. Ma lo stacco, cioè la differenza tra quanto crescono i listini europei rispetto ai nostri, è minimo. Ho comunque già disposto un richiamo ai petrolieri chiedendo loro di tenere conto della situazione del nostro Paese. Oggi ne ho parlato casualmente con un petroliere. Stiamo predisponendo un piano perché non ci siano nuovi aumenti”. L’iniziativa del Governo viene però immediatamente bocciata dal Codacons: “E’ assolutamente inutile, un pò come chiedere al lupo di non mangiare la pecora”, afferma il Presidente Carlo Rienzi. “Il Governo, per contenere i listini dei carburanti e ottenere una diminuzione del prezzi – aggiunge – ha altre frecce al suo arco. Può infatti intervenire sulle tassazioni, eliminando quei balzelli inutili e obsoleti che pesano da anni sul prezzo della benzina. Inoltre, il nostro esecutivo può accertare attraverso la Guardia di Finanza cosa avviene realmente nella formazione dei listini dei carburanti, acquisendo i contratti di acquisto del greggio presso le compagnie petrolifere e denunciando le speculazioni a danno degli automobilisti. Tutte misure che avrebbero di certo effetti reali e immediati ben diversi da infruttuosi richiami”.
Anche il Garante ha intenzione di intervenire sulla questione. Il presidente dell’Autorità di garanzia per gli scioperi, Roberto Alesse, ha convocato per mercoledì 17 luglio alle 14.30, i rappresentanti delle Compagnie petrolifere Shell Italia, Eni, Tamoil Italia, Total Erg, Esso Italiana, Kuwait Petroleum Italia, Api, e il concessionario Autostrade per l’Italia “per discutere i temi oggetto della vertenza con le Associazioni dei gestori, che hanno determinato la proclamazione dello sciopero sulla rete autostradale nazionale previsto da domani fino alle ore 6.00 di venerdì 19 luglio”. “Al riguardo, l’Autorità di garanzia – ricorda la nota – si è già pronunciata in merito alla proclamazione dell’astensione in oggetto, ritenendola conforme alla legge”. Sciopero confermato anche oggi dalle associazioni di categoria Faib Confesercenti, Fegica Cisl e Anisa Confcommercio, che spiegano in una nota che il Governo è stato “indifferente” alle denunce dei gestori.
Le parole del ministro dello Sviluppo arrivano all’indomani della divulgazione del rapporto della Cgia di Mestre, secondo cui il prezzo alla pompa della benzina venduta in Italia è il più caro nella Zona Euro, secondo solo a quello dell’Olanda. Per quanto riguarda il gasolio, invece, nessuno in Ue paga più degli italiani. E anche oggi continuano le denunce delle associazioni sulle tariffe troppo alte dei carburanti in Italia. “Finalmente tutti prendono coscienza della situazione insostenibile che denunciamo ormai da anni. Questo è solo l’ennesimo ed ingiustificato aumento dei carburanti, che grava in maniera pesante sulle tasche dei cittadini”. Lo dicono Adusbef e Federconsumatori, riportando i calcoli dell’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori, secondo cui i prezzi attuali sono superiori di 6-7 centesimi rispetto al giusto livello al quale si dovrebbero attestare. Una maggiorazione che comporta ricadute per gli automobilisti pari a +84 Euro annui per costi diretti (ovvero per i pieni di benzina). Ma, quel che è peggio, sono lo gravi ricadute che tale andamento determina sul complesso dei prezzi e delle tariffe, pari a +68 Euro annui. Tra costi diretti ed indiretti, quindi, le ricadute sono di oltre 152 Euro annui.
La conferma arriva anche dalla Cia (Confederazione italiana agricoltori), secondo cui “con la punta di 1,887 euro toccata oggi, un litro di benzina alla pompa arriva a doppiare il prezzo di un litro di latte a lunga conservazione (0,89 euro) comprato in un qualsiasi supermercato del Paese”. “Questo nuovo susseguirsi di rialzi – avverte la Cia- rischia di stravolgere in maniera definitiva il carrello della spesa delle famiglie, considerata la stretta correlazione tra costo del trasporto e listini del cibo al dettaglio: in Italia, infatti, quasi 9 prodotti agroalimentari su dieci viaggiano su strada per arrivare dal campo alla tavola e la logistica incide fino al 40 per cento sul prezzo finale al supermercato. Ma gli effetti di questi aumenti della benzina sul portafoglio non sono più sostenibili per gli italiani, che già hanno dovuto tagliare di netto la spesa alimentare nei primi mesi dell’anno, con un calo record del 3,4 per cento per colpa della crisi-. Già adesso in media ogni famiglia destina quasi il 6 cento della spesa mensile a carburanti ed energia, mentre ad alimenti “base” come pane e pasta va solo il 3,2 per cento, e al pesce addirittura solo l’1,7 per cento”.