Ma Bondi non fa una piega: “È erroneo e fuorviante attribuire gli eccessi di patologie croniche oggi a Taranto a esposizioni occupazionali e ambientali occorse negli ultimi due decenni”. E nega ogni responsabilità sanitaria nella delicata e compromessa situazione ambientale di Taranto. Transitato nel giro di pochi giorni dal ruolo di amministratole delegato dell’Ilva di Taranto a commissario governativo per l’Ilva, Enrico Bondi è frutto di quei miracoli all’italiana altrove inimmaginabili. Le dichiarazioni con cui si tenta di demolire la perizia epidemiologica commissionata dalla magistratura sono un evidente tentativo di recuperare mediaticamente (e malamente) tutto ciò che Emilio Riva – attualmente agli arresti assieme ad altri suoi fidi – ha perso di fronte alla magistratura.
Il professor Benedetto Terracini – uno dei padri dell’epidemiologia italiana – ha dichiarato: “lo studio epidemiologico effettuato per rispondere ai quesiti del GIP è stato condotto con rigore metodologico e le inferenze si basano su dati verificabili. Federacciai ha comprato pagine intere dei principali giornali italiani a difesa dell’Ilva affermando – tra l’altro – che i risultati della perizia epidemiologica sono “opinabili”. Tuttavia, durante l’incidente probatorio in tribunale, il 30 marzo, i suoi periti si sono ben guardati dal sottostare ad un confronto diretto con i consulenti del GIP sulla attendibilità della stima di morti e malati attribuibili alle emissioni dell’Ilva”. E conclude: “I consulenti del GIP sono stati prudenti nella loro stima del numero di morti e malati attribuibili all’Ilva“. I medici dell’Isde hanno dichiarato alla Camera dei Deputati in Commissione Ambiente che “gli inquinanti emessi dall’Ilva causano, tra gli altri effetti, danno epigenetico, un’alterazione che induce difetti dell’espressione del Dna anche in assenza di modifiche della sequenza dei geni. È stato dimostrato che questo danno è alla base di una vera e propria “riprogrammazione” fetale patologica, in grado di determinare l’insorgenza di malattie di varia natura in età adulta”.
Ma vorrei uscire dal terreno degli specialisti per raccontare una storia reale. Dopo aver letto le dichiarazioni del dottor Bondi, ho infatti pensato alla mamma che mi ha scritto una email mentre ero a Bruxelles. E alla sua bambina. Quella bambina oggi vive con un mezzo rene. Dentro di me ho sentito che io ero a Bruxelles per quella bambina. A Bruxelles c’è la Commissione Europea e lì, con i miei amici Fabio Matacchiera e Antonia Battaglia, ho portato il ragionato grido di dolore di chi vuole semplicemente vivere. In tutti i momenti di fatica e di difficoltà mi sono sentito sorretto da una forza innaturale e potente. Quella che ti fa superare ogni fatica, che ti fa sentire vincitore anche quando sul momento sei sconfitto, una sorta di droga spirituale benefica: la forza dell’indignazione. Sono convinto che chiunque abbia una coscienza avrebbe sentito il dovere di andare a Bruxelles – anche a piedi – leggendo ciò che ho letto io su un tablet di notte, con il cuore in gola e piangendo in silenzio. Cominciava così l’email di quella mamma:
L’interesse che avete e l’amore per Taranto non vi fa che onore e mi fa credere che qualcuno nutre speranze per questa città martoriata da decenni.
Pur essendo cittadina di Taranto, credo di conoscere solo la realtà più crudele che questa città può offrire alla vita. Mia figlia vi ringrazierà per la battaglia che state facendo. Nata apparentemente sana, ha sviluppato un tumore renale bilaterale a soli sei mesi. Gli oncologi hanno subito parlato di trasmissione da parte di uno dei due genitori. La bambina è nata con questo problema. E allora dal mio piccolo, come mamma, come educatrice, combatto anch’io questa battaglia, senza armi, con la mia voce, a volte urlando contro la sordità di chi mi sta vicino e non si rende conto che quelli che pagano sono i bambini, le anime innocenti. Spero che anche la vostra voce percorra il giusto verso e giunga a chi sa ascoltare.
Maria
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La storia che racconti è la ragione per cui adesso siamo a Bruxelles. Ho letto a Fabio e ad Antonia il tuo messaggio. Insieme ti salutiamo con affetto. Un bacio a tua figlia.
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Alessandro Grazie per i saluti a mia figlia. Avevo dimenticato di dirle che la mia piccola è ormai da un anno che ha subito l’asportazione del tumore. Adesso siamo fuori dai cicli di chemio. Purtroppo un rene le è stato completamente tolto e adesso lei vive con metà dell’altro, e questo le ha creato una lieve insufficienza renale. Le terapie compensatorie le permettono di avere una vita tranquilla posticipando la dialisi. Ho conosciuto dei dottori eccellenti che si sono fatti in quattro per salvare quella porzione di rene, è stato un miracolo chirurgico. La bambina è piena di vita, e vuole vivere e io mi batterò affinché possa vivere nel migliore modo possibile. Perché, come tutti i bambini, se lo merita e ne ha diritto. Maria
Per delicatezza ho cambiato il nome della giovane mamma. Ora è Maria, e mi piace pensarla come mamma di tanti bambini e bambine che chiedono una città e una vita migliore. Quando leggo le parole di Bondi non posso che avere pietà per chi è al potere e non vede più la vita reale. E penso ai bambini di Taranto che, pur non comprando alcun pacchetto di sigarette, tuttavia subiscono – epidemiologicamente parlando – eccessi significativi per tutte le cause nel primo anno di vita e per alcune condizioni morbose di origine perinatale, ossia tra il concepimento e la nascita del feto, secondo quanto si legge nello studio Sentieri dell’Istituto Superiore della Sanità che così conclude: “Eccessi in entrambi i periodi si osservano nell’analisi di uomini e donne per le condizioni morbose di origine perinatale e per la mortalità per tutte le cause nella classe di età fino a 1 anno”. Nessun caso da solo può incolpare nessuno. Ma troppi casi generano una domanda, e a quella domanda hanno risposto i consulenti della magistratura. A quella bambina di Taranto che vive aggrappata a mezzo rene dedico la speranza della nostra vittoria contro l’arroganza del profitto e l’indifferenza di chi ci governa.