Si chiamano Rir. L’acronimo sembra non far paura, ma significa industrie a rischio di incidente rilevante: stabilimenti chimici, depositi di gas, impianti di raffinazione petrolio, depositi di fitofarmaci, depositi tossici, centrali termoelettriche, stoccaggi sotterranei di gas naturale, acciaierie, produzione di gas tecnici). I Rir sono stabilimenti, soggetti alla normativa Seveso, dove si registra la presenza di sostanze potenzialmente pericolose che superano determinate soglie. L’Ispra, l’istituto superiore di protezione ambientale, ha raccolto in un rapporto tutti i Rir, un dossier che ridisegna la cartina dell’Italia contrassegnandola con i poli industriali più pericolosi.
Una mappatura, aggiornata al 31 dicembre 2012, del rischio industriale in Italia che arriva dopo l’ultimo rapporto dedicato, datato 2007. Partiamo dai numeri dei Rir. Sono 6 gli indicatori presi in esame. Il primo è quello relativo al valore assoluto, sono 1142 gli stabilimenti a rischio di incidente rilevante. La collocazione geografica penalizza il nord dove in 4 regioni ci sono la metà dei Rir, nella sola Lombardia troviamo il 25% del totale. La provincia più interessata è quella di Milano con 69 stabilimenti, al centro Roma ne ha 26, mentre al sud Napoli colleziona il primato con 33 insediamenti a rischio. Il secondo indicatore, invece, prende in considerazione i Rir nei singoli Comuni e, in questo, caso nel rapporto si legge: “Tali aree potrebbero essere oggetto di approfondimento (…) al fine di verificarne l’assoggettabilità alla specifica normativa sulle aree a elevata concentrazione di stabilimenti”. Spetta al ministero dell’Ambiente, di concerto con altri dicasteri, attivare la procedure e individuare queste aree di rischio. Tra i Comuni caratterizzati dalla presenza di un numero elevato di stabilimenti si evidenziano Ravenna (con 26 stabilimenti) e Venezia (con 15 stabilimenti), seguite da Genova (14), Trecate (Novara, 10), Napoli, Livorno e Brindisi (9); Brescia, Filago (Bergamo) e Roma (8). Un altro indicatore rapporta la distribuzione di quantitativi di sostanze pericolose alla vicinanza con fiumi o mari. Dalle elaborazioni emergono, si legge nel rapporto, “elementi, sia pure preliminari, indicativi del pericolo potenziale per le acque interne superficiali e per l’ambiente costiero associato alla presenza negli stabilimenti Rir di prodotti petroliferi e di sostanze pericolose per l’ambiente”. Un altro indicatore sul quale è necessario intervenire e vigilare è quello relativo alla presenza dei Rir in zone sismiche.
Il dossier prende in esame anche gli obblighi, che variano in ragione delle sostanze detenute dall’industria, che spettano ai gestori degli impianti. Le violazioni hanno un regime sanzionatorio contravvenzionale. Il gestore che non presenta il rapporto di sicurezza è punito con l’arresto fino ad un anno così come i mancati adempimenti conducono ad una sanzione amministrativa di massimo 50 mila euro. Proprio dai rapporti consegnati dai gestori, l’Ispra, quando li avrà elaborati, fornirà un quadro ancor più dettagliato dell’Italia a rischio, ma già da questo dossier emerge l’urgenza di affrontare le questioni sollevate dall’istituto di protezione ambientale.
Cronaca
Industria, dossier Ispra sui siti pericolosi: la metà in 4 regioni, il 25% in Lombardia
Il rapporto dell'istituto superiore per l'ambiente ridisegna la cartina dell'Italia: la provincia più interessata è Milano (69 impianti), il Comune con più alta densità di stabilimenti (26) è Ravenna, seguita da Venezia, Genova e Trecate (Novara)
Si chiamano Rir. L’acronimo sembra non far paura, ma significa industrie a rischio di incidente rilevante: stabilimenti chimici, depositi di gas, impianti di raffinazione petrolio, depositi di fitofarmaci, depositi tossici, centrali termoelettriche, stoccaggi sotterranei di gas naturale, acciaierie, produzione di gas tecnici). I Rir sono stabilimenti, soggetti alla normativa Seveso, dove si registra la presenza di sostanze potenzialmente pericolose che superano determinate soglie. L’Ispra, l’istituto superiore di protezione ambientale, ha raccolto in un rapporto tutti i Rir, un dossier che ridisegna la cartina dell’Italia contrassegnandola con i poli industriali più pericolosi.
Una mappatura, aggiornata al 31 dicembre 2012, del rischio industriale in Italia che arriva dopo l’ultimo rapporto dedicato, datato 2007. Partiamo dai numeri dei Rir. Sono 6 gli indicatori presi in esame. Il primo è quello relativo al valore assoluto, sono 1142 gli stabilimenti a rischio di incidente rilevante. La collocazione geografica penalizza il nord dove in 4 regioni ci sono la metà dei Rir, nella sola Lombardia troviamo il 25% del totale. La provincia più interessata è quella di Milano con 69 stabilimenti, al centro Roma ne ha 26, mentre al sud Napoli colleziona il primato con 33 insediamenti a rischio. Il secondo indicatore, invece, prende in considerazione i Rir nei singoli Comuni e, in questo, caso nel rapporto si legge: “Tali aree potrebbero essere oggetto di approfondimento (…) al fine di verificarne l’assoggettabilità alla specifica normativa sulle aree a elevata concentrazione di stabilimenti”. Spetta al ministero dell’Ambiente, di concerto con altri dicasteri, attivare la procedure e individuare queste aree di rischio. Tra i Comuni caratterizzati dalla presenza di un numero elevato di stabilimenti si evidenziano Ravenna (con 26 stabilimenti) e Venezia (con 15 stabilimenti), seguite da Genova (14), Trecate (Novara, 10), Napoli, Livorno e Brindisi (9); Brescia, Filago (Bergamo) e Roma (8). Un altro indicatore rapporta la distribuzione di quantitativi di sostanze pericolose alla vicinanza con fiumi o mari. Dalle elaborazioni emergono, si legge nel rapporto, “elementi, sia pure preliminari, indicativi del pericolo potenziale per le acque interne superficiali e per l’ambiente costiero associato alla presenza negli stabilimenti Rir di prodotti petroliferi e di sostanze pericolose per l’ambiente”. Un altro indicatore sul quale è necessario intervenire e vigilare è quello relativo alla presenza dei Rir in zone sismiche.
Il dossier prende in esame anche gli obblighi, che variano in ragione delle sostanze detenute dall’industria, che spettano ai gestori degli impianti. Le violazioni hanno un regime sanzionatorio contravvenzionale. Il gestore che non presenta il rapporto di sicurezza è punito con l’arresto fino ad un anno così come i mancati adempimenti conducono ad una sanzione amministrativa di massimo 50 mila euro. Proprio dai rapporti consegnati dai gestori, l’Ispra, quando li avrà elaborati, fornirà un quadro ancor più dettagliato dell’Italia a rischio, ma già da questo dossier emerge l’urgenza di affrontare le questioni sollevate dall’istituto di protezione ambientale.
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Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Gli attacchi aerei non scoraggeranno i ribelli yemeniti, i quali risponderanno agli Stati Uniti. Lo ha scritto sui social Nasruddin Amer, vice capo dell'ufficio stampa degli Houthi, aggiungendo che "Sana'a rimarrà lo scudo e il sostegno di Gaza e non la abbandonerà, indipendentemente dalle sfide".
"Questa aggressione non passerà senza una risposta e le nostre forze armate yemenite sono pienamente pronte ad affrontare l'escalation con l'escalation", ha affermato l'ufficio politico dei ribelli in una dichiarazione alla televisione Al-Masirah.
In un'altra dichiarazione citata da Ynet, un funzionario Houthi si è rivolto direttamente a Trump e a Netanyahu, che "stanno scavando tombe per i sionisti. Iniziate a preoccuparvi per le vostre teste".
Damasco, 15 mar. (Adnkronos) - L'esplosione avvenuta nella città costiera siriana di Latakia ha ucciso almeno otto persone. Lo ha riferito l'agenzia di stampa statale Sana, secondo cui, tra le vittime della detonazione di un ordigno inesploso, avvenuta in un negozio all'interno di un edificio di quattro piani, ci sono tre bambini e una donna. "Quattordici civili sono rimasti feriti, tra cui quattro bambini", ha aggiunto l'agenzia.
Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Almeno nove civili sono stati uccisi e nove feriti negli attacchi statunitensi su Sanaa, nello Yemen. Lo ha dichiarato un portavoce del ministero della Salute guidato dagli Houthi su X.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Sono lieto di informarvi che il generale Keith Kellogg è stato nominato inviato speciale in Ucraina. Il generale Kellogg, un esperto militare molto stimato, tratterà direttamente con il presidente Zelensky e la leadership ucraina. Li conosce bene e hanno un ottimo rapporto di lavoro. Congratulazioni al generale Kellogg!". Lo ha annunciato su Truth il presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Oggi ho ordinato all'esercito degli Stati Uniti di lanciare un'azione militare decisa e potente contro i terroristi Houthi nello Yemen. Hanno condotto una campagna implacabile di pirateria, violenza e terrorismo contro navi, aerei e droni americani e di altri paesi". Lo ha annunciato il presidente americano Donald Trump su Truth. Senza risparmiare una stoccata all'ex inquilino della Casa Bianca, il tycoon aggiunge nel suo post che "la risposta di Joe Biden è stata pateticamente debole, quindi gli Houthi sfrenati hanno continuato ad andare avanti".
"È passato più di un anno - prosegue Trump - da quando una nave commerciale battente bandiera statunitense ha navigato in sicurezza attraverso il Canale di Suez, il Mar Rosso o il Golfo di Aden. L'ultima nave da guerra americana ad attraversare il Mar Rosso, quattro mesi fa, è stata attaccata dagli Houthi più di una decina di volte. Finanziati dall'Iran, i criminali Houthi hanno lanciato missili contro gli aerei statunitensi e hanno preso di mira le nostre truppe e i nostri alleati. Questi assalti implacabili sono costati agli Stati Uniti e all'economia mondiale molti miliardi di dollari, mettendo allo stesso tempo a rischio vite innocenti".
"L'attacco degli Houthi alle navi americane non sarà tollerato - conclude Trump - Utilizzeremo una forza letale schiacciante finché non avremo raggiunto il nostro obiettivo. Gli Houthi hanno soffocato le spedizioni in una delle più importanti vie marittime del mondo, bloccando vaste fasce del commercio globale e attaccando il principio fondamentale della libertà di navigazione da cui dipendono il commercio e gli scambi internazionali. I nostri coraggiosi Warfighters stanno in questo momento portando avanti attacchi aerei contro le basi, i leader e le difese missilistiche dei terroristi per proteggere le risorse navali, aeree e di spedizione americane e per ripristinare la libertà di navigazione. Nessuna forza terroristica impedirà alle navi commerciali e navali americane di navigare liberamente sulle vie d'acqua del mondo".
Whasington, 15 mar. (Adnkronos) - Funzionari statunitensi hanno affermato che gli attacchi aerei contro l'arsenale degli Houthi, gran parte del quale è sepolto in profondità nel sottosuolo, potrebbero durare diversi giorni, intensificandosi in portata e scala a seconda della reazione dei militanti. Lo scrive il New York Times. Le agenzie di intelligence statunitensi hanno lottato in passato per identificare e localizzare i sistemi d'arma degli Houthi, che i ribelli producono in fabbriche sotterranee e contrabbandano dall'Iran.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - Funzionari statunitensi hanno detto al New York Times che il bombardamento su larga scala contro decine di obiettivi nello Yemen controllato dagli Houthi - l'azione militare più significativa del secondo mandato di Donald Trump - ha anche lo scopo di inviare un segnale di avvertimento all'Iran. Il presidente americano - scrive il quotidiano Usa- vuole mediare un accordo con Teheran per impedirgli di acquisire un'arma nucleare, ma ha lasciato aperta la possibilità di un'azione militare se gli iraniani respingono i negoziati.