A proposito della sentenza della Cassazione fissata per il 30 luglio, il legale del Cavaliere spiega che "questa accelerazione è un problema, perché avrei voluto produrre una memoria con eventuali motivi aggiunti, come avevamo deciso di comune accordo con Ghedini”
”Stiamo valutando la linea da seguire anche perché, personalmente, ritengo che la prescrizione sia una sconfitta non solo per la giustizia ma anche per l’avvocato che crede di poter dimostrare l’innocenza del cliente”. Franco Coppi, legale di Silvio Berlusconi nel processo Mediaset, commenta così l’ipotesi che il Cavaliere rinunci alla prescrizione per i reati contestati.
“Questa accelerazione è un problema”, spiega intervistato dal Corriere della Sera a proposito della sentenza della Cassazione fissata per il 30 luglio. “Io avrei voluto produrre una memoria con eventuali motivi aggiunti, come avevamo deciso di comune accordo con Ghedini”. Con lui, aggiunge, “ci eravamo riservati di approfondire successivamente alcuni dei temi del ricorso, tenendo conto dei tempi ordinari della Cassazione. Invece, questa fissazione al 30 luglio ci ha presi di contropiede”. E precisa: “Per carità, il provvedimento ha una sua giustificazione formale. Il reato si prescrive e quindi io alzo le mani”.
Coppi aggiunge che “probabilmente i tempi di prescrizione sono un pò più lunghi” rispetto a quanto ritenuto dalla Cassazione. I calcoli di Ghedini, dice, “portano al 26 settembre. Stiamo studiando se non sia il caso di chiedere alla Corte di voler rivedere questi conteggi ed, eventualmente, di revocare l’assegnazione alla sezione feriale e di assegnare il processo a quella che secondo le tabelle interne dovrebbe essere la sezione competente. Dato il tipo di reato, è ragionevole ritenere che si tratti della terza sezione”. Così si andrebbe oltre il 15 settembre, “sarebbe questo lo scenario. E i termini di prescrizione si congelerebbero”.
Sull’ipotesi di rinunciare del tutto alla prescrizione Coppi spiega che in merito “c’è giurisprudenza contrastante. Quella più antica, che secondo me è anche quella più corretta – spiega – ammette la possibilità che si possa rinunciare anche prima che il termine sia maturato. Ecco non vedo la ragione perché questo non possa avvenire”.